Saladino il “campione della fede” curdo che liberò Gerusalemme, emblema di coraggio e giustizia

Saladino ovvero al-Malik an-Nasir Salah ad-Din Yusuf ibn Ayyub, “il Vittorioso Sovrano, Integrità della Fede, Yusuf figlio di Ayyub. Saladino, di origine curda e discendenza regale, fondatore della dinastia Ayyubide, è stato un grandissimo sultano ed un valoroso guerriero del XII secolo, celabrato in Oriente ed in Occidente come uno dei protagonisti dell’epoca.

I dotti musulmani attorno all’anno Mille, consideravano l’Europa una periferia arretrata di scarsa importanza politica ed economica, relegata fuori dalle zone in cui valeva la pena vivere fredda ed inospitale.

Quando, dopo il Mille i musulmani arabi furono attaccati dalle Crociate per loro fu un fortissimo shock culturale.

In quest’ottica dobbiamo vedere tutta la storia dell’epoca ed il ruolo dei grandi uomini come Saladino ovvero al-Malik an-Nasir Salah ad-Din Yusuf ibn Ayyub, “il Vittorioso Sovrano, Integrità della Fede, Yusuf figlio di Ayyub. Saladino, di origine curda e discendenza regale, fondatore della dinastia Ayyubide, è stato un grandissimo sultano ed un valoroso guerriero del XII secolo, celabrato in Oriente ed in Occidente come uno dei protagonisti dell’epoca.

Dopo aver scalato tutti i livelli del potere imperiale come visir dell’ Egitto soppiantò la dinastia fatimide e regnò sull’Egitto e sulla Siria come Sultano, nominato dal Califfo abbaside, Al Mustadl distinguendosi per la sua capacità di buon governo e saggia amministrazione.

Musulmano fervente si preoccupa dell’educazione religiosa del popolo e della formazione dei sapienti. La politica avviata da Saladino, seguita dai mamelucchi e successivamente dagli ottomani, promuove nell’ambito di un insegnamento sunnita ortodosso, l’ancoraggio e l’influenza del sufismo nella cultura islamica. Nel suo lavoro di promozione dell’Islam sunnita, Saladino fa affidamento su una classe di sapienti”ufficiali” ben preparati nell’ambito ’shariatico , finanziati in parte dallo Stato, che devono controbilanciare le influenze spirituali eterodosse .

Saladino entra a Gerusalemme

Combatté per tutta la vita i crociati e la sua più grande vittoria nei loro confronti fu quella ottenuta nella battaglia di Hittîn (1187) quando riconquistò Gerusalemme stipulando un equo trattato di pace con i crociati che riconobbe il diritto per i cristiani latini di effettuare pellegrinaggi in Terra Santa e mise fine alla terza crociata.

Si dice che, in questa occasione ai cristiani greco-ortodossi e ai siriani giacobiti concesse di rimanere e acquistare i beni dei latini. Si narra che alle vedove e agli orfani dei soldati avversari abbia donato del denaro tratto dal suo tesoro personale.

Questo dimostra che oltre all’aspetto religioso tenne conto anche dei diritti dei cristiani orientali e delle buone consuetudini musulmane.

Era suo dovere proteggere la sua terra dagli invasori venuti da terre ostili per avidità o fanatismo piò che per fede autentica, ma non li combatté solo per il fatto che erano cristiani, i cristiani orientali infatti non avevano alcuna difficoltà a vivere con i musulmani e risulta che addirittura alcuni di loro avessero scritto al Papa per avvisarlo che non erano per nulla perseguitati ma non furono ascoltati.

Per questo e per altre gesta, Salah Eddin impressionò i suoi contemporanei ed il mondo occidentale: per la sua clemenza, per la sua lungimiranza e capacità strategica, per la sua attitudine a perdonare i suoi nemici.

Dopo la presa di Gerusalemme uccise il sordido Riccardo di Chatillon ma risparmiò il vile Guido di Lusignano, che si era inginocchiato davanti a lui temendo per la sua vita, dicendogli “I veri Re non si uccidono a vicenda” e poi lo fece liberare chiedendo un riscatto .

Ha incarnato le doti di giustizia. coraggio e magnanimità al punto da ispirare poeti di prima grandezza come Dante e Boccaccio.

Le sue gesta furono riprese dalla cavalleria europea che non sarebbe nata senza l’apporto della civiltà islamica.

Quella “cavalleria” sulla quale si fonda, come scrisse Karl Schmidt ,a partire dal XVIII quel “diritto delle genti” sancito dai moderni codici internazionali (come il rispetto dei prigionieri) che sono alla base dell’Europa moderna, principi che si richiamano direttamente alla legge islamica ed all’esempio del Profeta Muhammad (pbsl).

Nel jihad (lo sforzo sulla via di Dio e per la giustizia, in questo caso quello armato) infatti non si toccano donne e bambini, non si avvelenano i pozzi e si tratta il nemico con compassione e lealtà, si difendono gli inermi e non si tradisce . Questi principi fanno oggi parte del diritto internazionale e se fossero osservati l’umanità sarebbe molto più civile.

E soprattutto Saladino porta avanti quell’ idea di tolleranza, di rispetto tra diversi che è una caratteristica della civiltà islamica in tutta la sua Storia e che permise alle minoranze di prosperare .

Dice lo storico Franco Cardini in una intervista a Famiglia Cristiana che la ragione principale per la quale fu innalzato il nome di Saladino in Occidente era la seguente: “Perché i cristiani dovevano difendere il nome dei loro eroi. E i loro eroi erano piuttosto mediocri. Sia Riccardo cuor di Leone, che era coraggioso ma ridicolo come capo militare, sia re Filippo Augusto di Francia. E allora, siccome non si può abbassare troppo le qualità dei propri eroi, si alza quelle degli avversari.

Franco Cardini rovescia l’immagine distorta che l’Europa ha delle Crociate. I crociati medievali, rozzi e sanguinari si scontrano con una civiltà raffinatissima, all’apice della sua potenza e perdono. Perdono ma portano con loro qualcosa della raffinatezza e dei valori che incarnano gli avversari.

I crociati apparivano dei barbari anche di fronte ai cristiani d’Oriente, ricordiamo che nel 1089 quando Gerusalemme fu presa dai cristiani gli abitanti musulmani furono completamente sterminati e che lo stesso Riccardo Cuor di Leone uccise ottomila prigionieri musulmani prima di perdere definitivamente la Città Santa.

Di fronte ai tentativi di fomentare lo scontro di civiltà dobbiamo maturare una visione piò equilibrata di queste vicende tenendo conto della realtà dell’epoca,così diversa dalla nostra, e delle circostanze in cui maturarono questi avvenimenti.

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