La quarta accusatrice di Tariq Ramadan si è inventata tutto

Pezzo dopo pezzo la montatura contro Tariq Ramadan sta crollando come un castello di carte e ora anche una parte dei media che non avevano esitato ad imbarcarsi nella campagna diffamatoria prendono le distanze dalla procura e dalle querelanti.

E’ il caso di Le Monde che un articolo di qualche giorno fa ha fatto il punto sulla stato delle indagini e del procedimento penale.

Dopo Henda Ayari, sbugiardata dalla sua stessa famiglia che ha testimoniato che si trovava al matrimonio di suo fratello nelle ore in cui avrebbe subito la violenza, dopo Christelle che quando avrebbe dovuto essere sequestrata in una stanza d’hotel è stato provato che era tra il pubblico che assisteva ad una conferenza di Ramadan, dopo Mounia Rabbouj che si è tirata fuori dalla storia dichiarando di aver avuto del denaro per presentare la denuncia (che per altro non era stata presa in considerazione dai giudici) ora è il caso della quarta querelante, nota come Elvira a dimostrarsi del tutto inventato.

Elvira presenta una denuncia il 12 luglio scorso, lamentando di essere stata stuprata dall’islamologo e da un suo amico e di aver subito “violenze inaudite” in una stanza dell’Hotel Sofitel di Lione nel maggio del 2014.

Dichiara di essere giornalista per una radio locale e di essersi incontrata con Ramadan per realizzare un’intervista. Dichiara altresì che nel gennaio 2019, due persone “dai tratti arabi” si erano presentati al suo domicilio e per intimidirla. Il suo ex marito avrebbe chiamato la polizia e due poliziotti sarebbero venuti a casa sua per raccogliere la denuncia, facendosi inoltre consegnare il suo smartphone.

Ora, da indagini della Divisione Criminale, emerge che la signora non è mai stata giornalista, che non risulta nessun l’intervento delle forze dell’ordine nella sua abitazione, che il telefono che avrebbe consegnato continuava a funzionare regolarmente.

Dall’analisi del suo traffico telefonico sono emerse invece dozzine di conversazioni con il paparazzi Jean Claude el Fassi, nemico giurato di Tariq Ramadan, sospettato di essere uno degli artefici della montatura giudiziaria. Altra circostanza indicativa, Elvira è patrocinata da Francis Szpiner, lo stesso legale che patrocina Henda Ayari.

L’indagine del casellario penale di Elvira restituisce un profilo inquietante: truffe, rapina, diffamazione e aggressione sessuale.

Convocata più volte dalla Procura si è sempre sottratta agli incontri: il 3 dicembre scorso risponde che “non voleva più parlare della questione e che stava pensando di ritirare la denuncia”, anche alla convocazione del 7 gennaio non si presenta e neppure a quella del 13 successivo.

Interpellati da prestigiosi media francesi gli avvocati di Elvira non rispondono e comunque traspare in loro un certo imbarazzo.

Da canto suo la difesa del prof. Ramadan ha stigmatizzato la fretta con cui la Procura ha inserito nel dossier questa ultima denuncia e chiesto un supplemento d’istruttoria “senza fare una minima verifica, neppure la più semplice e questo rivela il suo accecamento e pregiudizio. Se avessero fatto il loro dovere– insiste l’avv. Marsigny che difende il professore- questa denuncia sarebbe stata archiviata” e conclude: “La Procura ha manovrato per evitare di prendere una decisione in favore di Tariq Ramadan che è doverosa”.

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