Offese al Profeta e moschee chiuse, Macron scatena la reazione dei musulmani

Il nuovo governo varato da Macron con alla testa il primo ministro Castex aveva da subito annunciato in sede d’insediamento (la volontà di combattere contro quello che ha definito il “separatismo islamico” accusando i musulmani francesi di voler costruire una società parallela al di fuori della legge della Repubblica. Da li in poi è stata un’escalation di offese e repressione. 

Perchè a questo discorso han fatto seguito i fatti; con il governo francese che ha messo in atto una serie di azioni giudiziarie e di polizia accompagnate da una retorica islamofoba ad intensità crescente.

La situazione dei 6 milioni di musulmani francesi non è mai stata facile: il culto del laicismo, dogma della Republique, ha fatto si che i musulmani vengano considerati cittadini difettosi da normalizzare con ogni mezzo.

Gli episodi di islamofobia anche istituzionale in Francia sono all’ordine del giorno, ad esempio una mamma che accompagnava il figlio in gita presso un’assemblea regionale è stata invitata ad uscire dall’aula da alcuni deputati solo perchè portava il hijab, così come la rappresentante degli studenti francesi, una ragazza musulmana, è stata contestata al Senato sempre per il velo.

A settembre la rivista Charlie Hebdo aveva deciso di ripubblicare alcune vignette offensive nei confronti del profeta Muhammad, decisione che ha scatenato un’ondata di indignazione e polemiche tra i musulmani francesi e in generale tra i fedeli di tutto il mondo.

Il presidente Francese Macron ha a più riprese difeso questa scelta sostenendo la sacralità della libertà d’espressione provocando molta tensione con la comunità islamica transalpina, sempre Macron poi nel corso di un comizio ha definito l’Islam una religione in crisi.

Questo atteggiamento di scontro, secondo molti analisti, sarebbe determinato dalla volontà di Macron di sviare l’opinione pubblica dai suoi fallimenti trovando nei musulmani il capro espiatorio verso cui far convergere la rabbia dei francesi e compattare così la nazione. Al contempo Macron vorrebbe evitare di lasciare a Marine Le Pen un argomento di campagna elettore. Altri commentatori invece fanno notare che la Francia in politica estera sta perdendo il confronto con la Turchia e che questo potrebbe aver contribuito all’approccio islamofobo di Macron.

Il 16 ottobre viene barbaramente ucciso Samuel Paty, un professore di liceo che aveva mostrato le caricature offensive del Profeta nel corso di una lezione. L’omicida, un diciottenne ceceno è stato ucciso dalla polizia ed era da tempo noto ai servizi francesi, circostanza ricorrente in tutti i fatti di terrorismo avvenuti nell’esagono negli ultimi anni. Il fatto ha profondamente scosso l’opionione pubblica e Macron ha colto l’occasione per scatenare un’offensiva poliziesca contro una serie di moschee ed associazioni islamiche che nulla hanno a che fare con la violenza.

Si tratta ad esempio del blitz negli uffici della ONG benefica Baraka City o della chiusura della  Grande Moschea di Pantin ad Est di Parigi  o della minaccia di sciogliere il CCIF, il Collettivo Contro l’Islamofobia. Oltre a ciò le regioni francesi hanno deciso di diffondere ulteriormente le vignette di Charlie Hebdo che sono state anche proitettate sul alcuni palazzi istituzionali di Nimes e Montpellier.

In queste ore i musulmani di tutto il mondo si stanno mobilitando per rispondere a questa aggressione e manifestare il proprio amore nei confronti del Profeta Muhammad (pbsl). Il presidente turco Erdogan ha fatto appello al boicottaggio dei prodotti francesi e alcuini paesi tra cui il Kuwait hanno deciso di iterrompere immediatamente l’importazione di beni francesi. 

Anche in Italia la comunità islamica si sta organizzando per esprimere il prorio dissenso: sabato 31 ottobre a Verona si terrà un sit-in per: “per condannare le parole del Presidente, per trasmettere il nostro dissenso come Comunità Musulmana in Italia e per dimostrare la nostra solidarietà alla Comunità Musulmana in Francia che sta attraversando tempi difficili, nonché atti di violenza fisica e psicologica.”

In altre città d’Italia come Roma e Milano i musulmani annunceranno a breve sit-in e iniziative per manifestare il proprio dissenso e per celebrare la nascita del Profeta Muhammad la cui ricorrenza cade proprio in questo periodo.