Conoscere l’esempio del Profeta Muhammad è indispensabile per capire i musulmani

Se oggi in Europa, quando si parla di Islam, si pensa in primis al pericolo di terrorismo, ciò è dovuto ad una serie di fattori culturali che si sono radicati nel tempo, conoscere la vita del Profeta Muhammad (Pbsl) è indispensabile per smentire questa narrazione.

Da una parte, la semplice mancanza di conoscenza della cultura e della religione islamica e dall’altra, una conoscenza dell’Islam filtrata da una interpretazione secondo i parametri di pensiero occidentali.

La persona più importante per i musulmani, è il profeta Muhammad (Pbsl). Michael H. Hart, l’autore del libro “Le 100 più note personalità della Storia” mette il Profeta al primo posto e dice: “La decisione di accordare il primo posto a Muhammad in questo libro, tra le più celebri personalità della Storia, può essere una sorpresa per molti lettori, invece a molti altri può fare venire il dubbio che, forse, quell’uomo possa essere l’unico nella storia che ha conosciuto successi straordinari, sia nello sviluppo della sua religione sia sul piano sociale e civile. Muhammad è riuscito a diffondere una delle religioni più grandi nel mondo e a diventare uno delle guide politiche più efficaci. Ancora oggi, quattordici secoli dopo la sua morte, continua ad essere molto potente l’influenza della sua attività religiosa”.

Il Profeta Muhammad  era conosciuto da tutti come una persona affidabile, questo per via della sua onestà e del suo carattere nobile. Eppure quando cercò di proclamare in pubblico il messaggio dell’Islam e di rendere noti a tutti i versetti che gli erano stati rivelati, venne disprezzato.

Infatti il giorno in cui il Profeta parlò al suo popolo: agli abitanti di Mecca. Gli fu chiesto quale fosse la ragione del suo arrivo. Muhammad rispose: “Ditemi voi, gente di Mecca, se io vi dicessi che dietro la collina c’è un esercito che si dirige contro di noi, voi mi credereste? – Certo, – risposero tutti, – perchè noi ci fidiamo di te, tu non menti mai.” – Allora – proseguì Muhammad – dovete sapere che io sono il messaggero di Dio e vi annuncio una punizione tremenda… Iddio ha chiesto a me di avvisare voi che siete i miei prossimi e dirvi che io non posso garantirvi niente di buono sia sulla Terra che nel Cielo.” Sentendo questo discorso, la folla divenne silenziosa per la grande sorpresa. Lo zio del Profeta Abû Lahab, gridò: “Che tu possa morire!”. E così tutti voltarono le spalle e sparirono lasciando solo il Profeta.

Molte persone non accettarono la verità illuminante. Dopo molti anni che lo rispettavano per la sua bontà e generosità, cominciarono a disprezzarLo come se lui non fosse più quello di prima, del quale avevano grande stima. Comunque Muhammad (Pbls), non reagì mai con disprezzo per il loro atteggiamento nei suoi confronti. Egli usava dire: “Colui che crede in Dio e nell’ultimo giorno, deve rispettare il suo vicino. Colui che crede in Dio e nell’ultimo giorno, deve dire ciò che è bene oppure tacere.”

Niente lo poteva fermare. Muhammad continuava con pazienza a indirizzare i suoi concittadini verso la testimonianza di fede dell’Islam: “non c’è altro Dio se non Iddio e Muhammad è il Suo Messaggero.”

Più Muhammad chiedeva al suo popolo di obbedire all’Unico Dio e più i capi delle diverse tribù lo disprezzavano.

Dieci anni dopo la rivelazione, decise di andare a Tâ’if, una città a tre giorni di strada, a circa centoventi chilometri di distanza dalla Mecca, sulla strada carovaniera per lo Yemen.

Il popolo di Tâ’if non accettò che il Profeta venisse a trasmettere il messaggio dell’Islam e lo respinse molto bruscamente, tirandogli sassi e colpendolo a sangue. Durante la strada del ritorno a Mecca, l’angelo Gabriele incontrò il Profeta e gli disse: “Dio mi ha incaricato di punire gli abitanti di questo paese per il male che ti hanno fatto.” “E meglio se indichi loro qual è la strada giusta, perché loro non lo sanno”, gli rispose il Profeta.

Il viaggio del Profeta Muhammad fu pieno di ostacoli, ma mai si arrese, pieno di insidie, disprezzo e violenze immeritate ma mai trattò qualcuno con ingiustizia e questo lo si può constatare dal racconto della sua vita.

Come fa ad essere disprezzata una persona così? Come fa l’Islam ad essere considerato la religione del terrore?

La risposta è semplice: la propaganda mediatica asservita agli interessi politici è in grado di creare qualsiasi immagine si voglia diffondere e chiunque si fermi alla lettura di un articolo, o alla visione di una notizia manipolata è vittima di questa mistificazione. 

L’islam non incita al terrorismo, e tanto meno appartiene all’Islam il concetto di guerra santa spesso confuso con quello islamico di Jihadconoscere la vita e l’esempio del Profeta Muhammad è oggi fondamentale per comprendere la fede di un 1,8 miliardi di musulmani nel mondo.