Hai il nome arabo, niente lavoro, abbiamo parlato con Fatima, la studentessa discriminata a Rovigo

Giovedì sera instagram era intasato da un post condiviso e rincondiviso soprattutto da tantissime ragazze musulmane, il post è di Fatima una giovane ragazza che denuncia la discriminazione islamofoba appena subita, l’abbiamo intervistata. 

Fatima risponde ad un annuncio su subito.it, la piattaforma web di annunci, si offre un lavoro nel campo delle pulizie a 15 km da Rovigo. si tratta di un lavoro che le permetterebbe di non restare indietro con gli studi.

Fatima contatta direttamente l’autore dell’inserzione e la chat l’abbiamo letta tutti.

Fatima: Buongiorno, sono Fatima e ho letto il vostro annuncio al quale sono interessata. È ancora disponibile? Grazie

Inserzionista: il suo nome mi dice che lei araba e quindi niente da fare

Fatima: la sa vero che il suo messaggio è razzista e potrei denunciarla

Abbiamo parlato con Fatima, dalla parlata si sente tutto il suo essere veneta. La situazione è ricorrente: il sogno universitario e la ricerca di qualche introito per mantenersi agli studi.

Fatima ci racconta che quella non è stata la prima volta, più volte ha subito discriminazioni per il suo nome, ma è sempre stata una forma diretta, dopo che l’hanno vista in volto e quindi compreso che non aveva origini italiane e soprattutto per il fatto di portare il hijab.

Questa volta però ha fatto ancora più male del solito perché è stata una discriminazione a prescindere, senza vedere la persona. 

In questi 2 giorni, dopo il suo post è stata contattata da tantissime ragazze che come lei hanno subito questa discriminazione, ragazze con una laurea o plurilaureate e titoli che dovrebbero premiarti, ma che non se non hai un nome “italiano” e se porti il hijab valgono poco. Si, è una questione di razzismo e islamofobia e bisogna dirlo chiaro e forte.

La sua vita, ci dice, non è sempre stata tutta rose e fiori, ma Fatima ha avuto belle esperienze. Grazie al suo percorso di studi e alle referenze dei suoi docenti ha potuto lavorare senza alcun problema, ma prima o poi ci si stacca dalle vecchie conoscenze e si entra nel mondo e sappiamo bene che il mondo del lavoro è pieno di squali che non vedono l’ora di mangiarti.

Perché non sempre si denuncia?

“Perché ci pensiamo e diciamo che è solo sfortuna, andrà meglio la prossima volta, non è per forza razzismo. A volte si ha anche paura e spesso i genitori che sono stranieri doc ci dicono che è meglio non tirarsi la zappa sul piede.”

Ma questa volta Fatima ha avuto il coraggio che tanti cercano, ha denunciato al cosa sui social, ma non si è fermata qua, ha deciso di fare causa alla signora di Adria che le ha inviato quel messaggio tanto spiacevole quanto emblematico di un sentimento ancora troppo diffuso nel nostro Paese.

La storia di Fatima è comune a tante ragazze musulmane che subiscono discriminazioni ogni giorno, ma la sua scelta di denunciare prima sui social e poi in tribunale aiuterà a cambierà le cose. È una battaglia culturale ed educativa che dobbiamo portare avanti.

Oggi più che mai dobbiamo unirci in questa lotta e far capire che una persona ha delle qualità che esulano dalla sua religione, origine, vestiario o colore della pelle. Fatima sa che il suo gesto darà voce a tante altre discriminazioni, sa che oggi altre ragazze troveranno il coraggio di uscire da quella paura che le sotterra.

Un giorno le cose cambieranno e questo sarà anche grazie al gesto di Fatima, grazie al suo coraggio.