Mia figlia e un caso di odiosa discriminazione in università

La comunità dei musulmani in Italia si trova ad un bivio, siamo ormai alla terza generazione di musulmani italofoni di cultura occidentale ma ci troviamo di fronte alla stessa realtà vista decenni orsono dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle nei paesi europei di antica immigrazione come se ci fosse un ritardo nella percezione di questo fenomeno. Per di più abbiamo qui scarse opportunità come del resto tutti gli italiani.

Dopo l’11 settembre la comunità  ha preso tutte le iniziative possibili per portare avanti una pratica religiosa equilibrata e coerente con gli insegnamenti tradizionali cercando di implementare il dialogo con le altre comunità religiose, con la società civile e con lo Stato fino ad assurde flagellazione ogni volta che un pazzo dal nome arabo faceva un attentato o una strage ovunque nel mondo. Tutto questo mentre i nostri fratelli e le nostre sorelle venivano uccisi/e in Palestina Siria o Iraq dai sionisti o dagli americani e mentre gli Uiguri,  nel silenzio della stampa finivano in campi di concentramento in Cina( e la lista è  lunga )-

 A queste buone intenzioni hanno invece risposto  settori della Chiesa cattolica e delle istituzioni che hanno usato queste buone intenzioni per mettere in piedi una strategia neocoloniale pretendendo di scegliere le guide religiose al posto nostro e costruendo degli standard non obiettivi di integrazione.

In questo clima si è  rivelata illusoria e fuorviante tutta la politica della sinistra nella battaglia dello Ius soli, non perché  questa normativa sia ingiusta ma perché non c’è stato alcuno sforzo educativo da parte dello Stato contro un razzismo e un’islamofobia che colpisce come una cancrena uomini e donne delle istituzioni e comuni cittadini determinando il fatto che basta indossare un hijab per fare di un italiana una straniera pericolosa che non ha titolo per chiedere alcun diritto.

Nelle scuole, nelle Università e negli uffici nessuno reagisce agli atteggiamenti supponenti e prepotenti di personale dello Stato che esprimono il loro razzismo istituzionale calpestando la Costituzione anche solo trattando male chi è o appare come straniero o ostacolando i suoi diritti. Come possono essere accettate come italiani/e persone nate altrove se non vengono accettati nemmeno coloro la cui famiglia sta in Italia da secoli solo perché  si chiamano Sarah invece che Roberta?

Come è possibile che nel XXI secolo si insulti una ragazza italo-marocchina dentro una segreteria di una facoltà universitaria a Roma solo perché  chiede come suo diritto la trascrizione dei suoi voti in inglese per partecipare ad una borsa di studio estera ?

 Com’è possibile che si chieda per 5 volte copia del soggiorno a scuola ad una adolescente solo perché  suo padre è  marocchino quando sulla carta d’identità della studentessa c’è  scritto a chiare lettere cittadina italiana

Questo accade ogni giorno a migliaia di ragazzi e ragazze ed accade tanto più questi giovani sono educati e studiosi, tanto più vogliono farsi strada nel mondo del lavoro; tanto più sacrificano la loro giovinezza sui libri e fanno una vita sana e dovrebbero essere presi ad esempio dai troppi figli di papà’ che si laureano tardi… tanto nascono con il posto di lavoro già prenotato. Nessuno ci difenderà se non lo faremo noi stessi denunciando a chiare lettere l’odio che si riversa contro creature innocenti sin dalla scuola elementare, e personalmente, come madre non intendo passarci sopra visto che mia figlia a causa di questo atteggiamento nemmeno si sente italiana e non vede l’ora di fuggire da questa situazione.

Nemmeno in Corea del Sud il paese più etnicamente coeso del mondo si è sentita così discriminata come qui.

Non intendo accettare una falsa  integrazione per cui dobbiamo vendere l’anima per un piatto di lenticchie avariate.Non intendo essere considerata straniera solo perché musulmana tantomeno devono esserlo i miei figli. Non intendo accettare che mi si dia del tu col velo e del lei col cappello  dentro un ufficio pubblico più volte pensando che fossi una povera semi analfabeta a cui di può fare di tutto. Basta