Cosa ha scritto la giovane italiana in carcere in Marocco per blasfemia?

Ikram Nazih

Il 20 giugno del 2021, appena è arrivata all’aeroporto di Casablanca è stata bloccata e incriminata dalle autorità marocchine per attentato alla religione, ora una giovane italo-marocchina originaria di Vimercate in provincia di Monza è in carcere dove sconta una condanna di tre anni e mezzo. 

Ikram Nazih, questo è il nome della giovane studentessa universitaria ora residente a Marsiglia che recandosi nel paese d’origine ha scoperto che pendeva su di lei un’accusa per offesa alla religione a causa di un post che la ragazza aveva fatto su Facebook circa due anni prima. 

Ikram infatti aveva condiviso un meme in cui la Sura (capitolo) 108 del Corano, ovvero Al-Kawthar veniva riscritta con parole blasfeme e riferimenti al whiskey, il testo blasfemo postato diceva pressapoco: “In verità ti abbiamo dato il whiskey, e bevilo nel nome del tuo Signore, puro non mescolato con la Pepsi” 

Un post gravemente blasfemo ed offensivo nei confronti dell’Islam che in Marocco è religione ufficiale dello Stato e dove la blasfemia è un reato punito severamente. 

Quando arriva in aeroporto la giovane donna viene fermata e le viene notificata l’accusa mentre il 28 maggio si svolge l’udienza in cui viene condannata a 3 anni e mezzo di carcere e 50.000 dirham di sanzione pecuniaria ( l’equivalente circa di 4.800 euro). 

Ora la faccenda è all’attenzione della Farnesina ma il caso è piuttosto delicato in quanto bensì la ragazza sia italiana è anche cittadina marocchina e Rabat la considera a tutti gli effetti suddita del Re.