Corano, Scienza, gli Egizi, e l’origine del ferro

”Facemmo scendere il ferro, strumento terribile e utile per gli uomini.”
(Corano, sura al-hadid, ayat 25)

Il ferro prima del Corano

Inscritta in geroglifici in una piramide di 4.400 anni fa, una frase dimostra che gli antichi egizi collegavano nella loro cosmogonia il ferro al cielo: “[il re] unis afferra il cielo e ne spacca il ferro”. Questo collegamento però ha più un valore mitologico che scientifico, o quasi.  Secondo l’egittologa Victoria Almansa-Villatoro, i geroglifici di in un’antica raccolta di rituali noti come “i Testi delle Piramidi”, potrebbe suggerire la consapevolezza da parte degli egiziani sul fatto che il ferro potesse provenire da meteoriti, ma il forte collegamento del ferro ed il cielo all’aspetto mitologico rappresentano una sfida importante per questa teoria. Eppure gli oggetti di ferro appaiono molto prima di quelli in Egitto. In effetti, gli oggetti di ferro più antichi identificati al mondo sono piccole perline che provengono da una sepoltura a Gerzeh, un villaggio di circa 5.300 anni nel nord dell’Egitto. Altri oggetti in ferro pre-età del ferro sono stati trovati in Egitto, tra cui un amuleto nella tomba della regina Aashyet di 4.000 anni fa a Deir el-Bahari e una lama di pugnale nella tomba del re Tutankhamon.

Da dove viene questo metallo, secoli prima della fusione del ferro?
La scienza moderna ci insegna che il ferro esiste in forma metallica all’interno del nucleo degli asteroidi. Piccoli frammenti di questi oggetti rocciosi a volte raggiungono la Terra come meteoriti intatti e ricchi di ferro. Rispetto al ferro fuso, il ferro meteoritico ha generalmente cristalli minerali più grandi e livelli elevati di altri elementi, come nichel e cobalto. Gli studi dell’ultimo decennio che hanno analizzato queste caratteristiche hanno confermato che gli antichi egizi probabilmente usavano questo ferro dal cielo per modellare le perline di Gerzeh, il pugnale di Tutankhamon e altri oggetti funerari.

Il ferro nei geroglifici
Il sumero è una lingua parlata per la prima volta circa 5.000 anni fa in Mesopotamia. Tre lessemi, o combinazioni di segni, sono stati proposti per il modo in cui i Sumeri scrivevano “ferro”. Tutte e tre le opzioni contengono il segno del cielo. Questo rimanda alla parola egiziana per “ferro”: bjA n pt (“il ferro del cielo”). Victoria Almansa-Villatoro si è chiesta se sia i Sumeri che gli Egizi sapessero che il ferro si trova nei meteoriti. Nei Testi delle Piramidi, la parola per ferro è scritta con un geroglifico che rappresenta un contenitore emisferico d’acqua, come gli egizi percepivano il cielo. Per Almansa-Villatoro “ferro e cielo sono intercambiabili nei testi, motivo per cui i passaggi descrivono i morti che navigano sul ferro e il re che deve rompere una barriera di ferro per raggiungere il cielo.” Ancora cosmogonia dunque, piuttosto che cosmologia.

Un passo indietro: il ferro
Per gli elementi più semplici fino a quelli mediamente pesanti, incluso il ferro, sono sufficienti le fusioni nucleari nelle stelle, a patto che ci siano temperature che lo permettano. Per la sintesi stellare di elementi più complessi rispetto al ferro, non troviamo stelle abbastanza calde nell’universo osservabile. Sono infatti necessarie condizioni ancora più estreme, le quali sono possibili solo all’interno delle cosiddette supernove: stelle estremamente più grandi del sole che arrivando al termine della loro vita esplodono così da generare temperature tali da produrre i restanti elementi della tavola periodica. È giusto quindi dire che tutti gli elementi vengono prodotti dalle stelle ma non tutti per nucleo-sintesi stellare. Ricordiamo quanto detto in precedenza: il ferro può essere prodotto tramite i processi di nucleo-sintesi a patto che siano stelle molto calde. Secondo le stime degli studi scientifici più accreditati e rigorosi, né il nostro sole né le stelle a noi più vicine hanno temperature sufficienti per poter produrre un elemento come il ferro. Quindi possiamo affermare che non è possibile che il ferro sia stato generato all’interno del nostro sistema solare né attraverso i processi nucleari del sole, né tramite quelli delle stelle a noi più “vicine”, (la prima stella dopo il sole che incontriamo è Proxima Centauri a 4,2 anni luce di distanza). Esso è dunque sopraggiunto in un secondo momento.

Se invece di essere sopraggiunto in un secondo momento il ferro fosse stato già presente durante la formazione del sistema solare? Verosimilmente l’esplosione di una supernova avrebbe lasciato spazio alla formazione del sistema solare, con tutto il ferro che oggi troviamo. La formazione del sistema solare è associata a un processo chiamato nebulosa solare. Il processo inizia quando una parte di nebulosa inizia a contrarsi sotto l’influenza di forze gravitazionali. Nel centro di questo disco, attraverso la fusione nucleare, sarebbe nato il nostro Sole. I pianeti e altri corpi celesti si formano attraverso l’accrescimento delle particelle presenti nel disco.

Se una supernova avesse influenzato la formazione del nostro sistema solare, avremmo elementi pesanti e isotopi (elementi con stesse caratteristiche ad eccezione della massa) che si formano solo durante le esplosioni stellari, presenti in quantità maggiori di quelle che osserviamo nella nostra regione galattica. Ergo non trovando traccia di questi isotopi nella regione del sistema solare ed affini, possiamo concludere che nessuna supernova abbia lasciato spazio al sistema solare ed al ferro in esso contenuto.

Dalla cosmogonia alla cosmologia con il Corano

Per chi conosce i testi religiosi, una domanda sorge spontanea affacciandosi ad un testo singolare: il Corano. Al tempo della rivelazione coranica (1400 anni fa circa) l’origine del ferro terrestre di uso comune viene attribuito alla natura extrasolare del ferro esplicitamente e libero da ogni metafora. L’uomo si è sempre interessato, sin dalle prime civiltà ad oggi, allo studio della volta celeste, la cosmologia moderna nasce però solo nei primi anni del ‘900 e con essa la comprensione dei processi di nucleo sintesi stellare. Quindi la cosmologia moderna, con uno scarto di circa 1200 anni, (rivelazione coranica – cosmologia moderna) ha confermato con una spiegazione coerente un fenomeno che sembrava noto da più di un millennio nel testo sacro dell’Islam.

”Invero inviammo i Nostri messaggeri con prove inequivocabili, e facemmo scendere con loro la Scrittura e la Bilancia, affinché gli uomini osservassero l’equità. Facemmo scendere il ferro, strumento terribile e utile per gli uomini, affinché Allah riconosca chi sostiene Lui e i Suoi messaggeri in ciò che è invisibile. Allah è forte, eccelso.” Corano 57:25

Come si può spiegare che un popolo del deserto ed in particolare un mercante di nome Muhammad (pbsl) intorno all’anno 610 d.C. possa essere arrivato ad affermare l’origine extraterrestre del ferro? Questa osservazione cosmologica riguardo al ferro, la sua singolarità, come molte altre medesime osservazioni presenti nel sacro Corano, rappresentano per lo meno un motivo per analizzare approfonditamente gli spunti da esso offerti. 

La presenza del ferro sul nostro pianeta e la sua origine sono state utilizzate dai musulmani per provare ulteriormente la veridicità del Corano. L’esempio del ferro nel Corano è solo uno di molti – come l’origine della vita dall’acqua, la protezione offerta dalla magnetosfera e dall’atmosfera, il ruolo delle montagne nella stabilizzazione della crosta terrestre e altro – che sono stati presentati come prove dell’originalità della rivelazione coranica. Già le verità morali, profetiche, spirituali  e il miracolo linguistico che tale testo presenta sarebbero probabilmente sufficienti a presentare un argomento valido per la veridicità dell’Islam ma l’aggiunta di verità legate al mondo naturale ed il suo funzionamento ci spingono ulteriormente ad accrescere la nostra conoscenza così da poter sviscerare ogni ayat (versetto), nei suoi minimi dettagli al fine di comprendere e riflettere sulla creazione e sul senso ultimo della vita di cui il Corano si presenta come soluzione.