Chiedo la grazia di Re Mohammed VI per la ragazza condannata per blasfemia

E’ tradizione consolidata dei sovrani musulmani adottare in occasione della grandi festività islamiche provvedimenti di grazia* a favore dei detenuti nel loro Paese. Tra pochi giorni, il 20 luglio si celebrerà la Festa del Sacrificio (Aid al Adha). 

E’ richiamandomi a questa nobile prassi che mi rivolgo alla Maestà Vostra Mohammed VI, Re del Marocco, per segnalare e intercedere, in nome della misericordia che contraddistingue la nostra religione, in favore di Ikram Nazih, condannata a tre anni e mezzo di prigione per offesa alla religione.

Va da sé che considero la blasfemia una colpa grave, nei confronti di Dio e verso i credenti e che non metto in discussione il diritto-dovere dello Stato marocchino di procedere in giudizio per reprimerla e tuttavia sono certo che nel caso di Ikram Nazih ci siano circostanze attenuanti relative alla sua giovane età e al fatto che purtroppo molti dei giovani musulmani provenienti da famiglie immigrate, non hanno ricevuto nessuna formazione ed educazione islamica.

Come musulmano italiano mi rendo conto della complessiva inadeguatezza della comunità a perseguire, in contesti spesso difficili se non addirittura ostili, un’azione educativa soprattutto nei confronti dei nostri fratelli e nostre sorelle più giovani. Molti di loro sono abbandonati a loro stessi e crescono senza la consapevolezza della loro stessa identità e religione, in famiglie che affrontano difficoltà economiche tali da non permettergli un’adeguata attenzione ai figli.

Ma oltre le attenuanti che comunque possono essere opinabili, e già valutate dai magistrati, questo vuole essere un appello al perdono per quella nostra giovane e scriteriata sorella, che è anche una nostra concittadina,  nella speranza che possa aver tratto il massimo giovamento da quanto le è accaduto e che faccia tawba a Colui Che sempre accetta il pentimento.

*La grazia reale viene concessa dal sovrano del Marocco in occasione di diversi anniversari o ricorrenze tradizionali. L’ultima ha riguardato 810 detenuti, anche per crimini di una certa gravità,ed è stata concessa lo scorso mese di maggio alla fine dell’ultimo Ramadan. In precedenza un provvedimento simile era stato preso nel 2020 in concomitanza della Festa del Trono e aveva restituito la libertà, o aveva considerevolmente ridotto la pena detentiva, a 1.446 condannati. Nel 2019, sempre per la Festa del Trono 4.764 rei avevano goduto del provvedimento di clemenza reale.

Come in Italia la facoltà di grazia è prerogativa del Presidente della Repubblica, La Costituzione del Regno del Marocco conferma la titolarità esclusiva del re del potere di grazia.