Oggi a Voghera la manifestazione per Youns, il fratello: vogliamo giustizia

Si terrà oggi a Voghera alle 16, in Piazza Meardi, una manifestazione di solidarietà per Youns El Bossettaoui ucciso con un colpo di pistola dall’assessore leghista Massimo Adriatici. 

La famiglia El Boussettaoui è una famiglia molto radicata nel biellese, molti dei suoi componenti sono cittadini italiani e sono tutti onesti lavoratori, oggi chiederanno giustizia per il giovane ucciso che da tempo aveva manifstato un forte disagio psichico che la famiglia aveva provato senza successo a curare. 

In un post scritto dal fratello della vittima Amin El Bousettaoui si legge: “Aveva preso quella brutta strada tempo fa per colpa delle amicizie sbagliate e anche perché non riusciva a trovare lavoro ma ribadisco, non è mai stato un pericolo per persone che non gli hanno fatto alcun male. Youns era una persona d’oro a sempre aiutato il prossimo ed è sempre stato educato e gentile.”

E ancora: “purtroppo non sappiamo cosa gli è sucesso ma non era più stabile mentalmente. All’inizio non era tanto grave ma con il tempo peggiorava sempre di più. Per quelle persone che dicono “ma perché non avete provato ad aiutarlo e perché lo lasciate girovagare per le strade?” Rispondo che noi abbiamo provato di tutto per poterlo aiutare e non l’abbiamo mai abbandonato ma il problema è che Youns non ci ascoltava e ogni volta che lo volevamo portare in un centro per essere curato scappava via ma come ho detto e ribadisco non è mai stato un pericolo per nessuno, si forse dava fastidio ai passanti ma non ha mai osato mettere le mani addosso a qualcuno.

Anche L’Unione delle Comunità Islamiche Italiane ha preso posizione sul caso, in una nota diramata il 22 luglio l’organizzazione mette l’accento sull’identità etnica a religiosa della vittima e denuncia l’atteggiamento mediatico predominante: “Paradossalmente questa amara banalità, ossia la mancata percezione che prima di tutto è stato ucciso un uomo, viene resa ancor più amara da un altro fatto: il repentino cambiamento delle reazioni mediatiche, dapprima costernate contro l’assessore, per cambiare da quando si è saputo che ora il signor Massimo Adriatici potrebbe essersi difeso “legittimamente”. Improvvisamente appaiono subito le “specifiche religiose, razziali e giudiziarie” della vittima come a insinuare un principio di giustificazione. Allora vorremmo capire se è possibile rigirare la domanda: e se è stato ucciso proprio per quelle “specifiche”? Spereremmo di no, sarebbe terribile. Ma alcuni dati anche ultimi al riguardo non ci confortano.”