L’abbraccio di Voghera a Youns, la famiglia: aveva bisogno di aiuto ma gli hanno sparato

Sabato 24 a Voghera piazza Meardi, il luogo del delitto, era gremita, circa un migliaio di persone giunte da tutto il Nord Italia per portare solidarietà alla famiglia di Youns El Boussettaoui. 

La manifestazione organizzata dalla famiglia del giovane ucciso con un colpo di pistola sparato dall’assessore alla sicurezza Massimo Adriatici, si è svolta in modo pacifico anche se la rabbia di alcuni manifestanti ha portato a qualche momento di tensione poi subito rientrato. 

La famiglia, guidata da Bahija, la sorella della vittima, ci ha tenuto molto allo svolgimento pacifico della manifestazione così come ha insistito molto nel mantenere toni rispettosi e mai violenti. Pur dovendo fare i conti con una visibile e comprensibile sofferenza e rabbia, tutti i membri della famiglia el Boussettaoui hanno mandato una messaggio di grande dignità e correttezza. 

Avrebbero potuto desiderare vendetta, non lo hanno fatto, avrebbero potuto cadere in facili strumentalizzazioni politiche, lo hanno evitato fino alla fine, chiarendo in tutti gli interventi che alla famiglia non interessavano le questioni di partito ma semplicemente ottenere giustizia. 

Bahija ha iniziato il suo intervento presentando a tutti i membri della famiglia di Youns, a partire dal padre, onesto lavoratore da decenni in Italia, ai fratelli che lavorano in svizzera, alla madre visibilmente provata dal terribile dolore, questo in risposta a chi aveva descritto la vittima con un disperato senzatetto. La sorella ha raccontato la storia di Youns, del suo lavoro, dei suoi due figli e della discesa agli inferi della malattia psichica. 

In piazza, le immagini di Youns con i suoi bambini, e uno slogan che riassume bene la vicenda: “Youns cercava aiuto ma gli hanno sparato al cuore”.

Giustizia e rispetto, ecco cosa chiede la famiglia el Boussettaoui, e così tutta la comunità marocchina e quella islamica accorsa da tutte le zone circostanti per portare vicinanza e sostegno in questo drammatico momento. 

Giustizia sulla quale sarà necessario vigilare da vicino affinchè nessuno possa pensare che un uomo relativamente potente con un un buon avvocato e importanti coperture politiche possa pensare di farla franca, il sospetto è legittimo, visto il capo di imputazione formalizzato ad oggi che invece di essere omicidio volontario si limita all’eccesso di legittima difesa. 

Per quanto riguarda il rispetto invece, è significativo e grave che il sindaco di Voghera Paola Garlaschelli non si sia degnata nemmeno di fare le condoglianze alla famiglia di Youns ucciso da un suo assessore, al contempo nella piazza di sabato era vistosa l’assenza di rappresentati delle istituzioni sia locali che nazionali. 

Il direttore di questo giornale, Davide Piccardo, lo ha sottolineato nel suo intervento: “è indegno di un paese civile, oggi, qui, dovrebbero esserci i rappresentanti delle istituzioni, dovrebbero essereci gli esponenti dei partiti, da destra a sinistra, è vergognoso che non ci siano, cosa sarebbe successo se fosse stato ucciso l’assessore? “

Presente alla manifestazione anche l‘Unione delle Comunità Islamiche Italiane che ha partecipato con il suo presidente Yassine Lafram, la vicepresidente Nada Bouzekri e il segretario Yassine Baradai, l’UCOII ha porto le condoglianze e ha espresso alla famiglia la volontà di fornire sostegno per ottenere giustizia.