La comunità islamica si costituisca parte civile nel processo per Youns

L’omicidio di Youns El Boussettaoui da parte dell’assessore alla sicurezza del Comune di Voghera Massimo Adriatici ha sconvolto l’opinione pubblica ma soprattutto ha colpito profondamente i musulmani italani. 

Le indagini degli inquirenti sono ancora in corso, ma dagli elementi emersi il caso sembra configurarsi come un omicidio volontario che per giunta potrebbe anche avere le aggravanti dei futili motivi e dell’odio razziale e religioso

Le reazioni della politica le abbiamo viste tutti, dal segretario del partito di Adriatici, Matteo Salvini, che senza esitazione alcuna, a poche ore dai fatti metteva in scena una difesa d’ufficio che non conteplava la minima espressione di pietà umana per la vittima. 

Il sindaco di Voghera, così come la sua giunta, non solo non ha chiesto scusa ma, non si è nemmeno degnata di porgere le proprie condoglianze alla famiglia della vittima. 

Potrebbe dimostrarsi che l’omicidio non è stato un crimine d’odio, sicuramente però l’atteggiamento di certa politica e di certa stampa non può che essere dettato da un sentimento xenofobo. 

Per questo è stata importante la presenza alla manifestazione di Voghera di centinia di musulmani accorsi da tutta italia, così come è stato bello vedere l’accoglienza che ieri la comunità di Bologna ha voluto riservare alla famiglia El Boussettaoui. 

Sarà importante mantenere questa vicinanza e questo impegno in modo da garantire che Youns e la sua famiglia abbiano giustizia.

A questo proposito ritengo importante che le organizzazioni che rappresentano la comunità islamica prendano un impegno concreto costituendosi parte civile nel processo per l’omicidio di Youns. 

L’Unione delle Comunità Islamiche Italiane era presente con una delegazione sabato a Voghera e questa partecipazione è stata molto apprezzata, ora la decisione di costituirsi parte civile invierebbe alle istituzioni che il processo non riguarda solo Youns e la sua famiglia ma riguarda tutta la sua comunità.