I migranti africani vittime del colonialismo e delle strumentalizzazioni bipartisan

Dobbiamo imparare a vivere alla maniera africana. È l’unico modo per vivere in libertà e con dignità.( Thomas Sankara )

Con la conquista del potere in Italia da parte di un governo di centro destra la questione dell’ immigrazione è tornata al centro dell’ interesse dei media mainstream. Una questione globale non solo europea in cui da una parte i globalisti premono per una immigrazione incontrollata ma senza garantire minimamente un livello di vita decente a coloro che vengono accolti e dall’altra le destre premono per erigere muri e rafforzare la Fortezza Europa respingendo il più possibile coloro che non rientrano tra quelli che hanno diritto alla protezione internazionale come i fragili ed i richiedenti asilo. 

Questa categorie di persone va accolta sempre e comunque perciò al massimo si può scoraggiare l’emigrazione economica. E comunque non ha senso una politica fatta di muri e divieti come non ha senso fare entrare chiunque, delinquenti compresi, e costruire un clima di anarchia per poi non concedere i diritti né agli italiani né a chi viene da altri Paesi.

La questione a mio modesto parere deve essere totalmente ripensata e gestita in modo da garantire comunque vita salute e dignità a tutti coloro che partono indipendentemente dal fatto di essere accettati come residenti in Europa. 

Del resto è semplicemente criminale illudere i giovani africani facendo loro credere che troveranno una vita migliore in Europa quando invece si ritroveranno a vagare per strada dormendo in baracca o all’addiaccio, campando per anni di lavoretti sottopagati quando va bene, o finendo tra le mani di mafiosi e delinquenti a fare gli schiavi nei campi di pomodori o negli agrumeti.

Ed è parimenti criminale fomentare guerre proxy in ogni angolo del globo e poi rifiutare di prendersi carico di chi scappa.

Per arrivare a tutelare vita, salute, diritti e dignità dei migranti ci vorrebbe la collaborazione di governi ed istituzioni internazionali che invece riescono a garantire poco o nulla questi diritti chiudendo gli occhi o lucrando sulla tratta degli schiavi che porta i giovani dall’ Africa Sub sahariana in Libia fino alle coste del Sud Europa perché poi sono questi in maggioranza gli immigrati che scendono dai barconi e che vivono razzismo ed emarginazione molto più di altre comunità.

A differenza degli Asiatici che hanno alle spalle una comunità organizzata e di rado restano disoccupati, gli africani sono spesso soli e non parlano l’italiano, vittime predestinate degli inferni metropolitani che ospitano gli italiani poveri, quartieri ghetto come Tor Bella Monaca, lo Zen o Quarto Oggiaro. 

Qualcuno meno sprovveduto degli altri, aiutato da qualche prete o da qualche imam, si salva, ma molti li ritrovi ubriachi a dare fastidio o a spacciare per strada, oppure rischiano perfino la vita o la salute in qualche campo agricolo del Sud d’Italia, in qualche baraccopoli. Giovani uomini che se non fossero partiti prima o poi avrebbero trovato qualcosa da fare vicino casa, ed invece si sono perduti.

Per non farli arrivare, i governi hanno stretto accordi. 

Esistono già in questi Paesi, i più poveri del mondo, centri in cui questi giovani vengono intercettati per essere rimandati indietro. Questi posti non sempre sono lager in cui subiscono torture come invece spesso accade in Libia. Il poverissimo Niger gestisce alcuni centri di formazione professionale dove centinaia di giovani africani acquisiscono un titolo di studio valido quando tornano a casa.

Altri Paesi fanno poco o nulla, ma li usano come arma di ricatto verso l’Europa; è il caso del Marocco vengono denunciate molte violazioni dei diritti umani da parte della polizia marocchina e di quella spagnola ai confini con le enclaves spagnole di Ceuta e Melilla. E’ in Africa che va organizzata la gestione di questo fenomeno per il bene stesso dei migranti, perché non tutti possono essere collocati in Europa senza una formazione adeguata ed un valido sostegno nei primi mesi, e comunque nessuno deve essere abbandonato al suo destino.

L’Europa ed in particolare l’Italia hanno una grande responsabilità sugli avvenimenti che hanno portato alla caduta di Gheddafi, Il paese è stato distrutto dalla guerra ed è diventato un covo di terroristi e trafficanti di ogni risma, che il debole Governo di Tripoli non riesce a gestire e di cui si ritrova vittima. 

La Francia ha voluto la caduta di Gheddafi estromettendo l’Italia i cui interessi sono stati calpestati ed il conto più salato lo stanno pagando i libici e chiunque si trovi a passare su quella terra martoriata dove può essere rapito, ucciso, torturato, venduto dai vari signori della guerra ancora in attività. 

Qualche giornalista coraggioso ha cercato di fare chiarezza tra gli oscuri legami che uniscono gli schiavisti, i terroristi e le bande armate libiche che lucrano sulla pelle dei nuovi schiavi che vengono privati di tutto spesso anche della vita dopo essere stati imprigionati ed aver fatto pagare alle famiglie ingenti somme come riscatto. La situazione è talmente grave che è stata riconosciuta anche dalla magistratura italiana.

Denunce di stupri contro donne e uomini non si contano. E dire che questi centri dove avvengono la maggior parte delle violenze sono gestiti dal Governo libico che fa riferimento a principi islamici e che l’Italia ha appena rinnovato l’accordo triennale con le autorità di Tripoli per la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo. C’è chi accusa le milizie di finanziarsi con la tratta e con i rapimenti esattamente come la mafia usando i maltrattamenti come arma di ricatto per chiedere riscatti e mazzette.

Dal 2016 è in corso contro i trafficanti di carne umana un processo presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia di cui riferisce l’Avvenire e che dovrebbe portare all’arresto dei principali responsabili delle torture protetti a quanto pare da entrambe le parti in conflitto.

Una volta che i migranti si ritrovano nei barconi diretti verso le coste del Sud del Mediterraneo la responsabilità ricade in primo luogo secondo alcuni esperti sul paese che gestisce la nave e non per forza sul primo paese in cui la nave approda, fatto salvo il diritto al soccorso ed alle cure mediche per tutti come stabilito dal diritto internazionale. Il Trattato di Dublino poi aveva stabilito le quote e le modalità dall’ accoglienza (in termini che sono stati contestati anche dalle Ong deputate all’accoglienza stessa ) mentre invece oggi tutto viene scaricato sui Paesi rivieraschi del Mediterraneo ed addirittura alcuni Paesi come la Danimarca si sono chiamati fuori dagli accordi.

Il premier danese socialista ha affermato che avrebbe spedito i migranti in Ruanda, mentre alcuni richiedenti asilo si sono rifiutati di andare in Svezia perché vi vengono vessati dalle autorità e rischiano di perdere i figli. Questa storia è solo l’ennesima di una burocrazia orwelliana che colpisce i più deboli in nome di una concezione malata della società.

Mentre la situazione dei migranti e dei richiedenti asilo peggiora in tutta Europa, non si vede nessuno spiraglio per la risoluzione dei problemi strutturali che creano le migrazioni, che sono la guerra, le carestie create a tavolino dai supposti padrini del mondo e le diseguaglianze tra Nord e Sud del mondo.

Certamente non esistono soluzioni miracolose ma occorre spezzare i legami tra le mafie che si occupano della tratta, i governi complici e gli interessi degli schiavisti europei che fanno lavorare questi giovani a salari infimi e offrono loro condizioni abitative terrificanti. 

I Governi dei paesi ricchi dovranno investire nella sviluppo dei paesi poveri invece di sfruttarli senza pietà come anno ancora oggi i francesi nelle miniere di coltan in Niger dove lavorano anche i bambini.

Serve la sinergia tra una nuova classe dirigente autenticamente panafricanista erede di Patrice Lumumba e di Thomas Sankara e la società civile europea che dovrebbe sostenere la liberazione dell’ Africa dalla schiavitù del debito, dalla negazione della sovranità, dall’ imposizione del riarmo da parte dei paesi occidentali, e battersi per l’autodeterminazione dei popoli. 

C’è poco da aspettarsi dai Governi interessati a prendere voti pro o contro l’accoglienza quando il problema nasce in Africa creato da contraddizioni generate dal dominio neocoloniale occidentale in questi stessi paesi, e quando le mafie che lucrano sullo spaccio della droga e sul contrabbando delle armi hanno trovato una ricca fonte di profitto nel traffico di carne umana.

Vanno sostenuti tutti quei progetti creati da africani per altri africani che creino lavoro ed infrastrutture per la popolazione locale invece di finanziare inutili progetti faraonici con nessun impatto su chi vive sul posto.

Vanno sostenute le madri senegalesi che si battono perché i loro figli non prendano la via del mare e vengano invece create realtà lavorative a partire nei villaggi rurali. Vanno difese le famiglie spesso distrutte dalle migrazioni ed i valori culturali e religiosi vanno preservati.