128 accademici chiedono all’ONU di non adottare la definizione di antisemitismo del IHRA

Gli studiosi più autorevoli che si occupano di antisemitismo hanno affermato che la definizione del IHRA è stata manipolata per proteggere Israele dalle critiche internazionali.

Più di 100 studiosi hanno invitato le Nazioni Unite a non adottare la controversa definizione di antisemitismo del International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) a causa del suo significato “divisivo e monopolizzante”.

In una dichiarazione pubblicata alla fine di ottobre, i 128 studiosi, tra i quali autorevoli accademici ebrei delle università israeliane, europee, britanniche e statunitensi, hanno affermato che la definizione è stata “manipolata” per proteggere il governo israeliano dalle critiche internazionali.

Hanno inoltre invitato le Nazioni Unite ad affidarsi a strumenti universali per i diritti umani e ad altre fonti, come la Dichiarazione di Gerusalemme sull’Antisemitismo.

“Sia ben chiaro: accogliamo con entusiasmo l’impegno delle Nazioni Unite nella lotta all’antisemitismo e le elogiamo per gli sforzi importantissimi in questo senso”, si legge nella dichiarazione.

“Ciò a cui ci opponiamo e da cui, con preoccupazione, mettiamo in guardia è che l’ONU comprometta questa lotta fondamentale e danneggi la sua missione universale di promozione dei diritti umani approvando una definizione politicizzata che viene strumentalizzata per scoraggiare la libertà di parola e per mettere al riparo il governo israeliano dalla responsabilità per le sue azioni”.

Secondo la definizione del IHRA, “l’antisemitismo è una determinata percezione degli ebrei, che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e/o verso le loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche e strutture religiose”.

Quel che affermano gli accademici è che si tratta di una definizione “imprecisa e non coerente” e concordano con un recente rapporto della professoressa Tendayi Achiume, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di razzismo, che ha fortemente criticato la definizione del IHRA per l’impatto negativo che essa ha sui diritti umani.

Achiume ha presentato il suo rapporto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e nell’occasione ha esortato l’ONU ad “avviare un processo aperto ed inclusivo per individuare una risposta più incisiva all’antisemitismo da parte delle Nazioni Unite, coerentemente radicata e a sostegno dei diritti umani”.

Il suo rapporto è stato respinto da alcuni paesi che già adottano la definizione del IHRA e l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha affermato che esso contraddice il mandato della sua autrice.

“Queste raccomandazioni infondate fatte dalla relatrice non sono in linea e non fanno parte del suo mandato e dimostrano chiaramente un’agenda politica che non dovrebbe in alcun modo far parte di una discussione che invece dovrebbe concentrarsi sulla lotta al razzismo”, ha dichiarato Erdan.

Tuttavia, Alon Confino, titolare della cattedra Pen Tishkach (per non dimenticare in lingua ebraica) di studi sull’Olocausto e professore di storia e studi ebraici presso l’Università del Massachusetts Amherst, ha avvertito che se l’ONU adotterà la definizione del IHRA “il danno per i diritti umani aumenterà in maniera esponenziale, ma anche per l’ONU stessa”.

“Più di ogni altra cosa, la definizione verrà utilizzata come un’arma contro le Nazioni Unite”, ha detto Confino.

“Il prossimo governo israeliano, formato dal partito del primo ministro Benjamin Netanyahu e da alleati di estrema destra, sarà il più estremo di qualsiasi altro nella storia di Israele”, ha affermato Confino che prevede un aumento della “strumentalizzazione politica dell’antisemitismo”.

“Sarebbe autodistruttivo per le Nazioni Unite agevolare questa strumentalizzazione convalidando e adottando la definizione del IHRA”, ha affermato.