Tariq Ramadan assolto in Svizzera da tutte le accuse

Tariq Ramadan, noto intellettuale musulmano svizzero, è stato assolto ieri a Ginevra dalle accuse di stupro e coercizione sessuale.

Il tribunale svizzero ha impiegato 5 anni per pronunciare questa sentenza, anche a causa dell’inchiesta parallela in Francia.

In Francia, non c’era intenzione di celebrare un giusto processo per le accuse rivolte a lui da quattro donne. Nel 2018, sono state raccolte 153.000 firme da persone di tutto il mondo che chiedevano alla Francia di concedere al professor Ramadan i diritti di un giusto processo e la libertà su cauzione. Tariq Ramadan a Parigi ha subito 11 mesi di carcerazione preventiva ed il processo non è mai iniziato e non ha nemmeno una data d’inizio. Nel frattempo tutte le accuse contro di lui si sono andate via via sgretolando miseramente, tuttavia permane per lui il divieto di espatrio. 

Questa vicenda rappresenta l’epilogo di una lunga serie di calunnie e dossier che coinvolgeva diversi Stati. Così come dimostra anche l’Emirati Gate, ovvero lo scandalo che coinvolge i servizi segreti di Abu Dhabi e la loro campagna di dossieraggio e diffamazione contro organizzazioni ed esponenti musulmani in Euroap, forze oscure tramavano nelle redazioni di certi giornali ed ordivano piani per distruggere la reputazione di Tariq Ramadan.

Ramadan è stato difeso anche da eminenti intellettuali come Noam Chomsky e Ken Loach, che hanno denunciato la base fraudolenta delle dichiarazioni delle presunte vittime, le quali hanno denunciato i fatti a lui addebitati dopo molti anni, in concomitanza con il fenomeno mediatico del movimento “Me Too”.

Per ottenere la sua liberazione in Francia, nel 2017 è stata indetta una Campagna mondiale “Free Tariq Ramadan” e una lettera aperta alle autorità francesi e all’opinione pubblica democratica, firmata da diverse personalità, tra cui l’autrice inglese Karen Armstrong, il filosofo canadese Charles Taylor, il regista britannico Ken Loach, la dottoressa Amina Wadud di Berkeley, il giornalista britannico Peter Oborne, il professor John Esposito della Georgetown University e lo studioso Hamza Yusuf.

I giudici svizzeri hanno riconosciuto la falsità delle accuse di Brigitte, specificando che non c’è stato alcun reato. La giustizia è stata fatta, anche se dopo un lungo calvario.

Queste le sue prime parole: Da cinque anni combatto contro false accuse. I media e il giudizio popolare mi hanno presentato come stupratore, aggressore e/o predatore.

Oggi la giustizia svizzera ha riconosciuto non solo la mia innocenza, ma anche il fatto che non avevo mentito (non c’era alcun rapporto con il denunciante), che non c’era stata aggressione, che era la mia accusatrice che “ha cercato di contattarmi e sedurmi ” (come dimostrano tutti i messaggi ritrovati).

Non c’è stata nessuna una “violenza psicologica”, ha rilevato il Presidente del Tribunale, perché io non conoscevo questa donna e ne sono rimasto sempre molto distante.

Il caso Ginevra ha anche rivelato che la denunciante svizzera era in contatto con i protagonisti del caso francese: nel fascicolo compaiono i nomi delle tre denuncianti francesi, con quello di una testimone (che ha dichiarato il falso). Il Presidente della Corte ha inoltre preso atto del fatto che l’accusatrice svizzera era in contatto con persone il cui scopo principale negli ultimi quindici anni è stato quello di distruggermi: ha citato i nomi di Caroline Fourest e Jean-Claude Elfassi che sono stati in contatto con le denuncianti per anni. Lo scopo era quello di infangare la mia reputazione.”