Analisti militari israeliani: ogni annuncio dell’imminente distruzione di Hamas è pura propaganda

Commentando le operazioni che hanno avuto luogo contro le forze israeliane i media israeliani confermano che le pesanti perdite subite dall’esercito di occupazione dimostrano che “non c’è spazio per la propaganda cinematografica per mostrare la vittoria imminente ”, sottolineando che “Hamas è lungi dall’alzare bandiera bianca”.

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha confermato che “la strada verso la vittoria è lunga, in un momento in cui l’esercito israeliano ritiene sempre più chiaramente che la guerra continuerà per molti mesi”, sottolineando che “ogni annuncio sulla distruzione di Hamas nel prossimo futuro è disconnesso dalla realtà”.

L’analista di questioni militari del quotidiano Haaretz, Amos Harel, ha dichiarato: “Dopo un mese e mezzo dall’ingresso nella Striscia di Gaza, è difficile pensare che l’autorità di Hamas possa essere smantellata e si possa raggiungere un accordo, nonostante le richieste delle famiglie dei prigionieri al governo”.

Ha aggiunto: “Almeno nel breve termine, è più probabile che il terreno rafforzi Hamas piuttosto che indebolirlo, e quindi crea una situazione in cui vengono fatti molti annunci vuoti, mentre ci sono pochi progressi effettivi”.

Ha continuato: “È abbastanza chiaro che ogni giorno in più nella Striscia di Gaza comporta il rischio di morte per ognuno dei prigionieri, perché Hamas non è ancora crollato, e sebbene l’entità del danno alle infrastrutture civili e militari di Gaza è enorme, la pressione esercitata dall’esercito “non porta necessariamente Israele ad ottenere una resa imminente”.

Negli ultimi giorni i media israeliani hanno confermato che l’occupazione israeliana “è ancora molto lontana dalla risoluzione della guerra in corso nella Striscia di Gaza”.

L’analista politico del Canale israeliano 12, Amnon Abramovich, ha affermato che il problema sta negli “slogan dei politici o negli obiettivi pretenziosi”, in riferimento agli obiettivi dichiarati di guerra da Israele, che sono “il ritorno dei prigionieri e che Hamas non avrà più autorità a Gaza”, e che “le immagini nei media sembrano sempre più ottimistiche”, sottolineando che “Israele” è ancora “molto lontano dalla risoluzione”.

L’analista politico di Canale 12 ha parlato della presenza di “sacche di dura resistenza” nel nord della Striscia di Gaza, oltre a quanto accade al confine settentrionale della Palestina occupata con il Libano e sulle rotte marittime.

Il Wall Street Journal ha riferito che le recenti perdite israeliane sul campo di battaglia di Gaza mostrano che l’obiettivo generale dell’esercito di occupazione, che è quello di paralizzare Hamas e la sua capacità di danneggiare gli israeliani, “è ancora lontano”, anche nella parte settentrionale. della Striscia di Gaza, che è stata il fulcro principale dell’attività militare dall’inizio della guerra.