L’Unione delle Comunità Islamiche a raccolta a Bologna contro la Legge anti-moschee, presenti anche Zuppi e Prodi

Il 19 maggio 2024 a Bologna si è tenuta un’importante Assemblea delle Comunità appartenenti all’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII), un evento che ha visto la partecipazione di molti ospiti esterni tra i quali spiccano il Cardinale Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il presidente Romano Prodi. Entrambi hanno espresso solidarietà e vicinanza alla comunità islamica italiana, una presenza significativa data la discussione in corso riguardante il controverso disegno di legge “anti-moschee”.

L’UCOII ha dichiarato che la comunità islamica in Italia comprende oltre 1.500 centri e sale di preghiera, con più di 3 milioni di fedeli. Questi centri sono integrati nel tessuto sociale e territoriale del paese, contribuendo positivamente alla comunità grazie ai cittadini italiani di fede islamica.

La proposta di legge in esame è stata criticata per la sua natura discriminatoria nei confronti delle comunità islamiche, in contrasto con l’articolo 19 della Costituzione italiana che garantisce la libertà di culto. Inoltre, si sottolinea come la proposta possa aggravare la già precaria situazione delle sedi comunitarie islamiche, complicando la loro costituzione e le attività religiose quotidiane.

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Un aspetto particolarmente preoccupante, evidenziato dalle Comunità islamiche, è il rischio di frammentazione ed informalità che renderebbero difficile il rapporto tra le comunità e le istituzioni. 

L’UCOII ha lanciato un appello al Presidente della Repubblica affinché si faccia garante della tutela della libertà religiosa e ha richiesto al Governo di ritirare o rivedere la proposta di legge. Ha inoltre chiesto alle amministrazioni locali di garantire un percorso di emersione e normalizzazione per i luoghi di culto di fatto, e ha esortato la politica a non strumentalizzare le comunità islamiche per la propria propaganda.

L’incontro si è concluso con l’auspicio di evitare un ritorno a periodi di discriminazione e odio religioso, ribadendo l’impegno delle Comunità dell’Unione nel percorso di fede, dialogo e solidarietà, nonostante l’eventuale approvazione del disegno di legge.

Le comunità territoriali prive di un luogo di culto hanno inoltre sollecitato le proprie amministrazioni per la regolarizzazione delle proprie sedi o l’individuazione di altre idonee allo scopo cultuale.