Il bilancio dell’Unione Europea dopo Brexit è un problema

Brexit_UnioneEuropea
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Le negoziazioni del nuovo budget per l’UE stanno diventando sempre più intense. Da un lato l’uscita del Regno Unito dall’UE ha lasciato un buco di 75 miliardi di euro e dall’altro gli Stati membri e la Commissione puntano a voler spender di più e meglio.

Il budget UE, che corrisponde all’1% circa del PIL dell’Unione, dovrà adesso dipendere di più su Stati come Germania, Austria e Olanda che da parte loro hanno sottolineato le loro perplessità argomentando che il ritorno sui loro investimenti nella macchina UE sono ben minori rispetto al loro contributo e lo saranno ancor di meno l’indomani di una UE senza Regno Unito.

La problematica del volere fare di più con meno diviene ancora più rilevante nei negoziati relativi a come ripartire il budget nei tre settori principali del budget UE: agricoltura, fondi di sviluppo regionale e il terzo settore che include ricerca, innovazione, migrazione, difesa e scambi studenteschi.

La lettera del presidente del Consiglio europeo Charles Michel

Lo scorso 12 Febbraio il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha discusso coi 27 leader degli Stati membri per una sessione di consultazioni culminate con una proposta della dimensione del budget e le modalità di allocazione. In una lettera ai leader dell’UE Michel ha affermato

“Sono pienamente consapevole che questi negoziati sono tra i più difficili che dobbiamo affrontare. Ma sono anche convinto che con il buon senso e la determinazione possiamo concludere un accordo che andrà a beneficio di tutti gli europei. Per raggiungere questo obiettivo, tutte le parti dovranno dimostrare uno spirito di compromesso.”

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