Le sardine: un movimento populista liquido senza idee né politica

Chi è stato in piazza col movimento delle Sardine probabilmente non si è accorto di far parte di un movimento populista “Qualsiasi movimento politico diretto all’esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari” lo è ed anche le Sardine non sfuggono a questo copione postmoderno.

Il rifiuto dei partiti e la modalità assembleare non appartengono alla sinistra storica, caso mai a quella extraparlamentare e comunque si tratterebbe di extra parlamentari di centro. La prima impressione del movimento è quella di un populismo di sinistra rosa pallido, liquido, con parole d’ordine parecchio desuete e di poco impatto sull’italiano medio.

Mattia Santori, ideatore del gruppo nega legami con la politica: “Non abbiamo bandiere, siamo più un anticorpo che un movimento politico”, dice a Fanpage. Come ha scritto George Orwell, «per difendere il socialismo, occorre cominciare attaccandolo» .Qui purtroppo il socialismo non c’è c’è solo la vittoria del meno peggio. Ma se la sinistra dovesse continuare a governare come ha sempre fatto, prima o poi perderebbe anche l’Emilia Romagna.

E’ populista anche l’esasperata personalizzazione della politica, non siamo di fronte ad un movimento contro la Lega ma contro Salvini come se l’accesso di una persona al potere, per quanto indegna di stima si possa considerare, cambi la natura dello Stato che è e rimane uno Stato liberaldemocratico ( come lo sono del resto la Russia di Putin la Cecenia di Ramzan Kadirov l’Ungheria di Orban e la Turchia di Erdogan ).

A mio modesto parere Salvini non riuscirà mai a fare quello che vuole anche perché il suo peggior nemico è lui stesso ed incaponirsi in un derby privo di contenuto per i comuni mortali è un altro errore della sinistra. Idee non ne vedo. Tranne due che però non vengono nemmeno ribadite nel Manifesto: l’antifascismo e l’antirazzismo.

Il primo per carità nulla da eccepire tranne che viene usato quasi sempre per pararsi nei confronti di tutti i tradimenti che i politici hanno fatto verso i poveri partigiani uccisi.Nessuno ha mai visto non dico il Sol dell’avvenire ma nemmeno il suo più pallido baluginare nelle nebbie di uno Stato intriso di corruzione e di post fascismo come dimostrano anni ed anni di feroce repressione della classe operaia con i salari bassi oggi come negli Anni 60, la prepotenza padronale che si scarica sui più deboli, in primis le donne povere ed i bambini.

Non era questo Stato post-resistenziale quello per cui sono caduti i partigiani e non sono stati i fascisti pochi e folkloristici quelli che hanno distrutto la classe operaia e preparato il declino dell’ ‘Italia .

Per quanto riguarda l’antirazzismo anche qui nulla da eccepire, anzi. Solo che a me pare che nessuno abbia il coraggio di dire difendiamoli tutti questi poveri cristi comprese le donne delle pulizie italiane o straniere alle quali viene rubata parte del misero salario dagli appaltatori amici dei politici di destra e di sinistra.

Specie al Sud ognuno difende il proprio orticello in modo che ci si scanni abbagliati dal derby pro o contro Salvini. Nulla di tutto questo nel programma delle Sardine; solo un match in cui ognuno si schiera senza ragionare e senza capire che per ricostruire la sinistra il voto è l ultima cosa.

E in tutto questo una visione manichea secondo cui loro sono i buoni e gli altri sono i cattivi, come se si desse per scontato un paese diviso in due, senza pensare che una parte di quelli che stanno dall’altra parte una volta stavano dalla loro parte e senza chiedersi il perché..

Ai leghisti dicono grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare’’. Il che lo trovo profondamente illiberale come se la parte che autorivendica la rappresentanza di quei partigiani avesse adesso bisogno di vendicarsi su un’altra parte dell’Italia togliendogli di fatto la parola.

La sinistra avrebbe ben altri modi per farsi ascoltare come accadeva quando non c’era alcuna necessità della Lega o della destra, figli della distruzione di questo Paese ad opera di una banda di politici e prenditori corrotti bipartisan.

Perché la sinistra, quella vera dei tempi di Berlinguer e di Di Vittorio, dei vecchi socialisti e degli azionisti, di Olivetti e di Mattei riuscì a costruire una classe dirigente capace di dare un tetto al 40% della popolazione del Paese, terra di sfollati, affamati e tubercolosi nel primo dopoguerra, ad assicurare la pensione a milioni di agricoltori indigenti e chiudere contratti con aumenti del 30 o del 40 % dei salari operai ed impiegatizi facendo passare in pochi anni un Paese dalla fame nera ad una discreta agiatezza.

A Roma non si riesce a dar casa a tremila occupanti ‘’abusivi’’, mentre da trent’ anni la schiavitù dei raccoglitori di pomodori è sempre la stessa Come dar torto a quelli che sperano nell’ uomo forte? Altro che sardine qui ci vogliono gli storioni.

Nessun commento

Lascia un commento sull'articolo