Mi ricordo mio padre, uomo d’ordine, cercava di essere severo in casa con l’unico maschio che ero, per farne un “uomo”come lo intendeva lui. Qualunque cosa buona che facessi, il massimo dell’elogio era: “hai fatto metà del tuo dovere”. E io che mi domandavo quando cavolo avrei fatto l’altra metà.
Oggi dovere è parola un po’ desueta, che puzza di stantio quando non di militarismo o nostalgismo.
Chi lo compie fino in fondo diventa inevitabilmente un eroe in questi anni sciocchi in cui si sono quasi beatificati pornostar e tronisti.
Un funzionario che non accetta mazzette e che denuncia il corruttore, l’imam che in UK sottrae un attentatore alla giustizia sommaria degli offesi, Gennaro Arma, il comandante della Diamond Princess che abbandona la nave per ultimo, come da codice di navigazione sono vissuti come esseri straordinari, eccellenze assolute e invero lo sono, ma perché troppi stanno sotto il minimo.
Onore a tutti loro, per carità e grazie per il dovere assolto ma avevo un’altra concezione dell’eroismo.
Viviamo un periodo di “entropia” della natura umana, di deterioramento rapido e apparentemente irreversibile delle qualità spirituali e intellettuali, almeno in Occidente.
La qualità dell’arte, della musica, della letteratura mi sembra rotolare verso abissi di banalità e mercificazione da cui non credo potrà risollevarsi neppure nel medio periodo e nel lungo chi lo sa.
Solo avanzano le scienze e le tecnologie sempre più dedicate al controllo e alla manipolazione di coloro ai quali ancora si attribuisce una, fittizia, capacità di scelta.
Anche la medicina sta crollando soffocata dalla farmocopea industriale e dalla diagnostica strumentale. La seria crisi che stiamo attraversando nel nostro Paese in occasione del Covid 19 ne è drammatica testimonianza.
Quell’uomo giusto, e severo a modo suo, che citavo all’inizio insisteva sul dovere sempre: “fa’ tutto il tuo dovere Roberto, da esso deriveranno i tuoi diritti e se ti fossero negati avrai la fierezza di rivendicarli”.
Ecco il concetto del dovere civile, che non è un peso ma un onore che onora.
Il diritto che mi spetta non è altro che un dovere che compete a un’istituzione, un soggetto pubblico o privato.
Il dovere che devo assolvere è la sicurezza di chi mi sta attorno: dallo STOP al semaforo alla fila in Posta, dalla differenziata al risparmio energetico.
Eroismo oggi è invece l’accettazione del sacrificio, dell’alterità rispetto alla vigliaccheria, alla pigrizia, alla volgarità; è scegliere i deboli e diventar forza con loro. Una forza morale più forte del PIL, più temuta dello spread, quella che ci salverà in questa vita o nell’altra …o in entrambe se Dio vorrà.
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