Secondo gli studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità sulle cartelle cliniche dei deceduti infettati dal Coronavirus, in soli due casi si è riscontrata l’assenza di altre patologie pregresse. Il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro nel corso di una conferenza stampa ha reso noto anche che i l’età media dei pazienti risultati positivi al Covid 19 e morti è di 80,3 anni.
Un’altro dato importante riguarda la differenza di sesso: tra i deceduti le donne sono solo il 25,8%, questo potrebbe essere spiegato dalle differenze nello stile di vita tra uomini e donne soprattutto nelle fasce di età avanzata che risultano le più vulnerabili. Parliamo quindi di tabagismo ed alcolismo soprattutto.
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La maggior parte dei morti erano affetti da patologie croniche mentre nel caso dei due che per ora risultano non affetti da patologie l’esame delle cartelle cliniche non è concluso e potrebbero emergere cause di morte diverse dal Coronavirus.
Se guardiamo alla mortalità per età notiamo che sotto i 60 anni raggiunge il picco massimo di 0.6% nella fascia tra i 50 e i 59 anni mentre sarebbe letale nel 16,6 % dei casi nel range tra gli 80 e gli 89 anni.
Questo però se diamo per buono il dato di 18.000 contagiati in Italia, quando molti virologi hanno affermato che il numero reale di contagiati è in realtà molto più alto, potrebbe già aver abbondantemente superato il milione in quanto il tampone viene fatto solo a chi si presenta con sintomi talmente gravi da necessitare il ricovero e il virus presenta un 80% di pazienti con sintomi lievi o asintomatici.
A quel punto il tasso di mortalità sotto i 60 anni si ridurebbe allo 0,001% arrotondando, quindi uno su 10.000. Mentre nella fascia d’età tra gli 80 e i 90 ad esempio staremmo parlando dello 0,02 (sempre arrotondando per eccesso) quindi 2 su 1000.
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Questi dati portano ad operare una distinzione tra i pazienti morti “di Coronavirus” e quelli morti “con il Coronavirus”, mentre ad oggi questa distinzione non viene fatta nei dati che vengono divulgati quotidianamente.
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