Riflessioni di un credente statisticamente a rischio

Ogni credente si confronta nei giorni della sua vita con i doveri di devozione e di riconoscenza nei confronti del suo Creatore. 

Nella maggior parte del tempo è l’attenzione alla vita terrena a distrarlo dalla ragione stessa del suo essere su questa terra, l’adorazione di Allah

È solo perché Mi adorassero che ho creato i dèmoni e gli uomini. (Corano 51:56)

Talvolta sono invece i problemi familiari, le turbe nelle relazioni interpersonali a occupare la nostra mente, causando stati d’ansia e sofferenza.

Insomma, prove materiali o psicologiche che riguardano individualmente persone o gruppi ridotti, famiglie, maestranze di aziende in crisi, comunità locali che si trovano ad affrontare fatti imprevisti e imprevedibili come eventi meteorologici devastanti, le inondazioni o episodi sismici gravi.

Ci sono poi grandi sconvolgimenti che investono grandi masse, come le due guerre dette “mondiali” del secolo scorso, ma anche queste non hanno avuto un impatto planetario.

Ad esempio tra il ‘39 e il ‘45, mentre la guerra uccideva milioni di uomini e donne e distruggeva buona parte dell’Europa, Paesi come la Svizzera, la Spagna, il Portogallo o la Turchia ne erano esenti. 

Questa pandemia che sta investendo invece l’intero pianeta è una novità assoluta per tutte le creature umane che vivono e vagano su questa terra.

Un’altra forse peggiore era scoppiata nel 1918 ma non credo che nessuno dei vivi se ne ricordi.

Morirono allora tra 50 e 100 milioni di persone ma mentre imperversava non ce n’era coscienza, l’informazione era rudimentale, si ricordi che la BBC, la radio più antica del mondo fu fondata nel 1922.

Oggi invece viviamo nel villaggio globale annunciato da Marshal McLuhan già alla fine degli anni ‘60: eravamo tutti a Wuhan qualche settimana fa e ora sono tutti in Italia, in Lombardia, a Brescia, a Bergamo.

L’umanità intera, o quasi, è investita e vive giorni di angoscia prima d’ora sconosciuta, domandandosi quando finirà e quale sarà il prezzo che dovrà pagare oltre a quello che già sta pagando.

Credo che sia la prima volta, nella Storia nota, che tutto il genere umano si trova coinvolto a questo livello.

Al momento, a fronte di quanto sta accadendo registriamo anche giochi di borsa e sembra che non si possano trovare altre soluzioni economiche che un’ulteriore indebitamento dei Paesi, cioè dei popoli, a tutto vantaggio del sistema usurario mondiale e sorge grave il sospetto che, a prescindere dalle cause, i soliti pochi, speculeranno, una volta di più sulla sofferenza di tutti gli altri. Poche migliaia vs miliardi di uomini e donne.

Sarebbe il momento di cominciare a pensare ad evitare un peggioramento della condizione umana e usare quel profondo coinvolgimento affinché s’implementi nella coscienza collettiva la convinzione che il modo di vivere, di produrre e di consumare che ci hanno imposto, e che abbiamo più o meno tutti accettato, ha causato tali e tante ingiustizie e dolori che non era più sostenibile e questa prova ci potrebbe dare l’opportunità di ricominciare in un altro modo, diverso, più giusto.

Ci sarà bisogno di tutte le migliori energie e risorse che Dio ha concesso alle Sue creature e di un sforzo coraggioso e coeso, per poter sperare di non morire lasciando ai nostri figli e nipoti i semi di una rovina peggiore di quella che abbiamo permesso avvenisse.

Poiché adorarLo significa anche e soprattutto, impegnarsi a indicare il bene e condannare il male, imperativo morale ineludibile, senza il quale, come ci ha avvertito il Profeta Muhammad (pbsl): “sarete governati dai peggiori tra di voi e a niente vi servirà chiedere perdono a Dio”

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