Il Sudafrica mette al bando l’alcol per combattere il Coronavirus

Nell’affrontare la crisi del COVID-19 gli Stati hanno adottato varie misure di contenimento. Queste misure hanno visto in modo più o meno intenso la restrizione della libertà di movimento e la sospensione delle attività produttive. Fra le misure più interessanti adottate da uno Stato ai tempi del Coronavirus vi è il caso del Sud Africa.

Il Sud Africa infatti ha deciso di implementare fra le misure di restrizione anche il divieto di vendita e di trasporto di alcol. L’idea di fondo è quella di diminuire tutte quelle violenze e problematiche sociali legate all’alcol, quali violenze domestiche ed incidenti stradali. Questo permetterebbe di aumentare la disponibilità di posti-letto per le vittime di COVID che altrimenti sarebbero stati occupati dalle vittime dell’alcol.

L’alcol è alla radice di una grossa fetta di ricoveri ospedalieri in Sud Africa e il divieto ha sicuramente sortito effetti positivi. Dai 34.000 casi di emergenza settimanali che arrivano negli ospedali solitamente, si è scesi a 12.000, su 22.000 casi in meno si calcola che circa 5000 sono dovuti al divieto relativo all’alcol.

I dati più recenti pubblicati dai ricercatori contano che la diminuzione di casi di emergenza settimanali è stata di ben 22.000 con il 40% attribuito direttamente all’ alcol ban.

Non tutti hanno però apprezzato la misura. Se da un lato gli ospedali e il sistema sanitario ne hanno beneficiato, dall’altro i critici hanno definito la misura “puritana” mentre gli economisti si sono lamentati della perdita nelle entrate delle casse dello Stato derivante dalle tasse sull’alcol a cui la misura ha portato.

Le misure adottate in generale dal Sud Africa nella sfida del Coronavirus per il beneficio dei propri cittadini ed anche a costo del guadagno economico hanno ricevuto il plauso di esperti ed analisti.

Oltre alla messa al bando dell’alcol, un’altra misura interessante è stata quella di attuare uno screening attivo dei cittadini mandando 30.000 operatori sanitari ad eseguire test porta a porta invece di aspettare che il sistema sanitario fosse inondato con un approccio passivo (adottato ad esempio da vari paesi in Europa).

I risultati dell’approccio Sudafricano sono ben riassunti dall’opinione dell’esperto di malattie infettive Salim Abdul Karim, capo di un team di 50 scienziati e consigliere governativo sulla pandemia: le misure hanno rallentato la diffusione virale, la curva è stata influenzata e abbiamo guadagnato un po’ di tempo”

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