Resistere alla dittatura sanitaria e riprendersi la propria vita

“ È Importante che ogni cittadino faccia la sua parte, altrimenti ripiomberemo in un incubo senza ritorno, e lo Stato non potrà mantenerci.”

Questo Commento l’ho trovato oggi in calce ad un post su Facebook del Ministero della Salute riguardante il Covid19. Mi duole costatare che questo cittadino non ha ben capito che nell’incubo ci siamo già fino al collo, che questa pandemia mediatizzata durerà minimo un paio di anni e che le élites globalizzate hanno preso la palla al balzo per accelerare ulteriormente il loro progetto di trasformazione del nostro spazio sociale e affettivo, e per trasformarci in larve amorfe disposte a tutto per vivere una vita di pura sopravvivenza fisica, ignari dell’Altra Vita.

Il nostro Governo, più di tutti gli altri in Europa, ci ha chiesto di barattare la libertà personale e i diritti civili per proteggerci da una malattia di cui sappiamo pochissimo, e sfrutta la Paura per garantire sondaggi in crescita. E’ evidente la presenza di una tendenza globale che sostituisce la democrazia liberale con una versione totalitaria di governo, basata sulla sorveglianza con la partecipazione attiva di delatori che agiscono “ per il nostro bene ”. 

Noi musulmani possiamo essere a livello globale l’ingranaggio capace di rallentare questo processo, aprire orizzonti non carcerari di vita sociale e una prospettiva di salute e salvezza, in questa e nell’Altra Vita, iniziando a denunciare la totale assenza del diritto di culto e del rispetto della dignità umana. Un inferno in terra intollerabile per ogni autentico essere umano libero.

Durante questa emergenza una società intera ha accettato, come ha rilevato il filosofo Giorgio Agamben su “Il Manifesto” qualche settimana fa, che il trattamento dei moribondi e quello dei defunti fosse peggiore di quello dei lebbrosi nel Medioevo, e che la gente fosse cremata come bestie e non come persone.

Ringrazio Iddio che la nostra comunità su questo abbia puntato i piedi e preteso l‘inumazione e una celebrazione funebre al posto della cremazione.

Abbiamo accettato i provvedimenti presi in nome di un rischio che è impossibile quantificare: per una patologia che colpisce in forma grave in un paese europeo meno dell’1% dei contagiati.

La classe dirigente ha fermato una nazione intera in nome della concezione scientista che scinde radicalmente salute fisica e mentale, corpo e anima, persuasa che un vaccino ci libererà, causando il fallimento di migliaia di piccoli imprenditori e lasciando senza lavoro milioni di persone da marzo e per tutto il 2020, ma guai a dirlo: l‘isterismo di massa capisce solo la parola “contagio”.

Noi stiamo sfruttando questo tempo per la riflessione, ma fuori la massa ha già capito che molto probabilmente non morirà di Covid19, ma finirà pazza come tigri in gabbia o fallita economicamente, e che il potere decisionale è in mano ad una classe dirigente che non esita a usarlo come arma di ricatto contro la popolazione tramite censura e sanzioni.

Tanto con i milioni di analfabeti funzionali pronti a idolatrare un improbabile Uomo Forte in cambio di pochi spiccioli e della promessa di una libertà a fisarmonica finché non accetteranno il vaccino obbligatorio c’è  poco da stare allegri. Per non parlare dei milioni di disoccupati in vista che rischiano di fare la fine dei tacchini di Renzo nei Promessi Sposi ammazzandosi l’un l’altro come cani intorno ad una preda.  

Qualsiasi comportamento umano sarà ossessionato dal terrore del contagio e continueremo a vivere una vita sospesa, incompleta e amputata. Ci diranno pure che siamo dei privilegiati perché preghiamo, mangiamo, beviamo, leggiamo, lavoriamo da soli, dormiamo e andiamo al bagno (quale privilegio nobiliare!).

Avanza la mutazione antropologica da “Homo oeconomicus” a “hikikomori” ossessionato dalla paranoia del contagio, disposto a parlare solo via social, a non amare, a non confrontarsi davvero se non attraverso uno schermo, ad arrendersi alla tirannia di un virus rinunciando ad ampliare i propri orizzonti.

Non a caso renderanno un lusso viaggiare, rinchiudendo milioni di persone dentro prigioni virtuali e mentali.

La solerzia delle istituzioni, degne di uno Stato etico di tipo calvinista con la sua Santa Inquisizione scientista e atea, ha tentato persino di normare la catalogazione degli affetti umani nell’ultimo DPCM con effetti risibili che hanno costretto la mattina dopo ad allungare la corda del guinzaglio. 

Giorni fa sono state date al Presidente del Consiglio Conte cifre allucinanti di futuri contagiati nel caso di allentamento del lockdown, cifre che nessuno può smentire, nemmeno loro perché non si può sapere cosa accadrà tra un mese, due o tre.

Parliamo di 150 mila ricoverati in terapia intensiva a poche settimane che significano 15 milioni di contagiati, una cifra improbabile da raggiungere in breve tempo.

Puro terrorismo mediatico. Sopravviviamo nell’accavallarsi frenetico di ipotesi più o meno accreditate e di astrusi modelli matematici che vengono dichiarati e smentiti il giorno dopo senza che nessuno ci dica la verità. Salvo smentite sul campo: la famosa fuga che avrebbe trascinato al Centro Sud legioni di untori all’inizio di marzo è stata una gigantesca bugia perché il Centro Sud, con l’esclusione della provincia di Pesaro, sta tenendo benissimo. Mentre si è scoperto che in Lombardia il virus girava dalla fine del 2019 ed è uno dei motivi del gran numero di contagiati.

 Ormai siamo in una dittatura sanitaria e un uomo solo può decidere tutto con i suoi esperti, i quali stilano direttive con il suo imprimatur decidendo per esempio se si può andare a trovare la zia 87enne, chiusa dentro una casa di riposo, se si può visitare la figlia sposata che abita dall’altra parte della città,o se e quando si potrà vargare i confini per andare a trovare parenti all’estero. Ti dicono che tanto c’è la tecnologia per tenersi in contatto, che è la stessa cosa e che tutto deve essere mediato attraverso un’App. Ma la vita non sta dentro un’App e uno Stato dovrebbe governare la pandemia con metodi diversi da quelli di cento anni fa quando l’unico modo conosciuto ed efficace era la quarantena.

Questi uomini sono stati capaci di fermare una parte del processo di accumulazione capitalista qualcosa che non era riuscita a nessuno da 200 anni a questa parte per ristrutturare il sistema ricostruendo attraverso il 5 g. reti smart che dovrebbero unire le macchine tra loro e l’essere umano con esse fino al post umano. 

Di fronte a spaventose sfide di civiltà umana giuridica non ci si può inginocchiare al potere in cambio di pochi spiccioli erogati dal governo, in questo momento lo Stato non sta facendo tutto il possibile e lo sta facendo con una normativa che da più parti viene cosiderata illegittima, scritta male ed arbitraria in una confusione tremenda che non giova alla risoluzione della pandemia stessa.

Ne usciremo a pezzi, e noi musulmani dobbiamo renderci conto che viviamo un bivio tra civiltà e barbarie, dobbiamo perlomeno assumerci le nostre responsabilità fino in fondo. Noi siamo un faro per chi cerca una vita degna di essere vissuta sulla Terra, anche in queste condizioni, e dobbiamo organizzarci per non essere a nostra volta travolti e risucchiati da questo sistema. Ancora una volta non basta più pregare come dicevano i sacerdoti latinoamericani che combattevano le dittature.

Noi credenti, e molti uomini di buona volontà dobbiamo porci domande fondamentali sulla vita e sul futuro, ma quanto saranno coscienti della posta in gioco? E noi come musulmani possiamo continuare ad assistere passivamente al progetto di una lobby di imprenditori più o meno collusi e di scienziati più o meno invasati, trasformando radicalmente l’essere umano incidendo su corpo e anima?

Possiamo rifiutare la logica del suino di Orwell per costruire qui e ora spiragli di vita umana? Possiamo disegnare con i credenti e gli altri uomini di buona volontà percorsi diversi da quelli claustrofobici delle élite globali? Questa è l’altezza della sfida posta oggi all’umanità: costruire un mondo nuovo di persone libere e responsabili anche nei confronti della natura, oppure soffrire nell’inferno in terra della dittatura globale.

Nessun commento

Lascia un commento sull'articolo