La politica libica della Francia è un fallimento totale, Parigi nel Mediterraneo annaspa

La Francia ha continuato a negare di avere una presenza militare nella Libia ricca di petrolio a sostegno di un golpista che ha devastato il paese per anni. Ora Parigi non ha prospettive sul futuro della sua presenza nel paese.   

Avendo interferito nella guerra civile libica almeno dal 2011 e costruito un signore della guerra per impadronirsi del potere, la Francia continua a negare il suo coinvolgimento ed è arrivata a un punto in cui non sa come procedere per sostenere i suoi interessi

La Francia sostiene apparentemente una soluzione politica al conflitto del Paese, ha detto una fonte diplomatica “Fa finta di non alimentare le fiamme della guerra in Libia.

La fonte, che desidera rimanere anonima, ha sottolineato che per la Francia il quadro è cambiato dopo l’offensiva di Tripoli, inducendola a perseguire “un politica “aggressiva”.

Apparentemente la Francia sta diventando sempre più aggressiva nelle sue recenti dichiarazioni sul paese devastato dalla guerra, soprattutto da quando il governo dell’Accordo Nazionale (GNA) riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha contrastato una lunga campagna di 14 mesi del golpista generale Khalifa Haftar per prendere il controllo della capitale Tripoli con il sostegno di Francia, Emirati Arabi Uniti, Russia ed Egitto.

Con il sostegno della Turchia, il governo ufficiale in Libia ha rovesciato la situazione militare sul campo respingendo le forze del signore della guerra e ottenendo significativi successi, tra cui il recupero di province strategiche e basi aeree.

“La Francia, governata dal presidente francese Emmanuel Macron, al momento non riesce a governare, si è impegnata in Libia solo per i suoi interessi e le sue ambizioni con un approccio distruttivo, nello stesso modo in cui, in passato, ha spinto l’Africa nell’instabilità con un approccio colonialista e nel 2011 ha bombardato la Libia “, ha dichiarato il ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu ai giornalisti ad Ankara la scorsa settimana dopo che Macron ha attaccato la Turchia per il suo ruolo in Libia a sostegno del governo sostenuto dall’ONU.

Il Sahel, che si estende dalla costa atlantica a sud del Sahara fino al Mar Rosso, comprendendo Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger, sta affrontando molte difficoltà e sfide, tra cui le crescenti minacce del terrorismo e della criminalità organizzata che ne aumentano la fragilità. La Francia è stata un attore costante nella regione con una presenza che risale al suo dominio coloniale. Più di recente, la Francia ha rafforzato la sua presenza militare aggiungendo altre 600 unità alle sue truppe, effettuando 4.500 operazioni nella regione.

 La Francia afferma che l’operazione Barkhane, la più grande operazione d’oltremare di Parigi, sia uno sforzo antiterrorismo fatto in nome della “sicurezza collettiva”. Tuttavia, la presenza francese nella regione è stata una crescente fonte di tensione in tutta l’Africa francofona negli ultimi anni e il sentimento anti-francese aumenta, così come l’opposizione al suo intervento militare nel Sahel, considerato una minaccia alle sovranità nazionali. 

Nonostante le affermazioni di Parigi di: “stabilire la pace e la stabilità”, il governo di Macron ha interessi politici e commerciali nel Sahel e l’obiettivo di ridurre i fenomeni migratori

La Francia ha assunto un ruolo di primo piano nella campagna aerea della NATO che ha contribuito a rovesciare il leader  Muhammar Gheddafi nel 2011. Da allora il paese è precipitato nel caos con due potenze rivali: il GNA a ovest e Haftar a est.

I francesi hanno lavorato a fianco di forze fedeli al maresciallo di Bengasi, contro il governo libico ufficiale. Lo scorso luglio sono stati trovati missili francesi in una base a sud della capitale Tripoli appartenente a milizie fedeli a Haftar. La Francia ha ammesso che le armi le appartenevano, ma ha negato di averle fornite ad Haftar in violazione all’embargo sulle armi delle Nazioni Unite, e che le forze francesi in Libia “ne avevano perso traccia”

Abdennour Toumi, un esperto del Nord Africa presso Il Center for Middle Eastern Strategic Studies (ORSAM), ha dichiarato:

“Sebbene la Francia non abbia mai riconosciuto ufficialmente la fornitura di armi, addestramento, intelligence e assistenza delle sue forze speciali a Haftar, sembra che Parigi sia stata coinvolta in Libia probabilmente dal 2015, organizzando e addestrando le milizie golpiste”

“Nel contesto della guerra civile libica, i francesi hanno una presenza militare nello Stato nordafricano, questo non è un segreto per nessuno, nonostante tutti gli sforzi dei ministeri della difesa e degli affari esteri francesi per nascondere il fatto che ci sono militari francesi in Libia, a sostegno di Haftar ”, ha aggiunto Toumi.

Fattore chiave: le risorse petrolifere

Il governo libico ufficiale ha spesso condannato il sostegno francese al signore della guerra perché ha minato i valori della democrazia. Il motivo dell’insostenibile intromissione della Francia negli affari libici potrebbe essere quello di ottenere concessioni sulle ricche risorse naturali del Paese. Anche il ministero degli Esteri turco, in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana, ha dichiarato che la Francia ha sostenuto Haftar a causa delle importanti risorse in idrocarburi della Libia. Inoltre il sostegno della Francia ad Haftar mirava ad ottenere una superiorità strategica nel Sahel.

“La Francia è il secondo importatore di petrolio libico; questo potrebbe essere legato all’allineamento di Parigi ai regimi di Emirati, Arabia Saudita ed Egitto, ai quali ha venduto miliardi di dollari di armi”, ha detto Toumi, osservando che il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian è stato colui che convinse Macron a sostenere Haftar – una politica che Le Drian ha perseguito durante il suo tempo al ministero della difesa di Parigi.

Toumi ha affermato che la politica di Parigi in Libia “è un fiasco” e gli ultimi sviluppi sul campo l’hanno messa in una situazione terribile. Ha aggiunto che la politica francese in Libia ha assunto una posizione radicale e in una certa misura ha stabilito una nuova dottrina nella sua politica estera in Medio Oriente e Nord Africa (MENA), “allontanandosi dalla sua Realpolitik e adottando un” Riyalpolitik “.”

Enes Canlı, corrispondente della Libia dell’Agenzia Anadolu (AA), ha anche sottolineato che il sostegno della Francia alle forze di Haftar nel conflitto libico non può essere ignorato.

Sottolineando il sostegno attivo della Francia quando Haftar ha lanciato la sua operazione contro Tripoli lo scorso anno, ha sottolineato che il gruppo di cittadini francesi armati che furono intercettati lungo il confine tra Tunisia e Libia erano membri dei servizi di intelligence della Francia.

All’epoca l’ambasciata francese a Tunisi disse che le persone erano membri di un apparato di sicurezza della missione diplomatica francese in Libia, e il movimento faceva parte di un trasferimento di personale di routine tra Tripoli e la Tunisia.

Citando una “fonte ben infomata” nel palazzo presidenziale di Tunisi, Radio France International ha riferito che: “quegli uomini non erano diplomatici come affermato, ma agenti dell’intelligence.”.

Canlı ha anche affermato che la Francia è rimasta in silenzio sui crimini di guerra di Haftar e ha continuato a riconoscerlo come attore legittimo nelle iniziative diplomatiche.

La Francia non ha idea di come avvicinarsi alla Turchia

I legami tra due alleati nella NATO, Francia e Turchia, si sono inaspriti nelle ultime settimane a causa della Libia, per il conflitto nel nord della Siria e per le trivellazioni nel Mediterraneo orientale.

I rapporti tesi di Parigi con Ankara sono gestiti in modo dillettantesco e insensato perché sembra che Parigi non sappia cosa fare o come affrontare il ruolo della Turchia, questa non è più la Turchia del 1920,

ha detto Toumi, riferendosi al sostegno della Turchia al GNA, nell’ambito del quale i due governi hanno firmato un accordo di cooperazione marittima e di difesa lo scorso anno.

“La Turchia è emersa come un vero Stato fondamentale nella regione e si è imposta sulla scena mondiale”, ha detto Toumi. “E questo non ha fatto piacere a Parigi”

La Turchia, che intrattiene relazioni amichevoli con il GNA, ha affermato più volte che la sua presenza in Libia deriva dall’invito del primo ministro del GNA Fayez Sarraj e che i servizi di addestramento militare e consulenza alle forze armate del governo libico sono del tutto legittimi.

La Francia ha accusato la Turchia di ripetute violazioni dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite nei confronti della Libia e ha definito il governo turco come un ostacolo per garantire un cessate il fuoco nella nazione nordafricana. 

Le azioni della Francia in merito alla questione sono come quelle di “un bambino a cui è stato portato via un giocattolo”, ha detto una fonte diplomatica, esortando la Francia a prendere una posizione più costruttiva nei confronti della crisi libica, come ha fatto la Germania tenendo la conferenza di Berlino a gennaio con l’obiettivo stabilire un percorso politico verso la pace.

Articolo apparso sul quotidiano turco Daily Sabah