Io non mi vaccino come atto d’amore

Abbiamo passato la Vigilia ed il Natale a seguire la spedizione con le dosi per il Vaccine Day accolte come una panacea, ma il Piano Vaccini dura 3 anni ed allora la scelta di rinunciare al vaccino potrebbe essere un gesto d’amore molto generoso. 

Sono ancora negli occhi di tutti le immagini del furgoncino che trasportava le dosi per il Vaccine Day europeo del 27 dicembre. L’arrivo è stato accolto da tutti come l’alba di una nuova era e tanti volti di questa pandemia hanno fatto a gara per farsi i primi selfie con la siringa. Passata l’euforia iniziale però serpeggia lo spettro dei numeri, non il numero dei contagi né quello dei decessi e nemmeno il numero dei tamponi, ma i numeri del Piano Vaccini del commissario Arcuri.

La forza del piano di vaccinazione italiano è già nei numeri del Vaccine Day natalizio: la Spagna con 43milioni di abitanti ha ricevuto 350mila dosi, la Germania con 83milioni di abitanti ha ricevuto 150mila dosi, l’Italia con 60milioni di abitanti ha ricevuto meno di 10mila dosi. Eppure, tra i 20 paesi maggiormente colpiti, siamo quelli col maggior numero di decessi per covid rispetto al numero di abitanti.

Certo dipende dal nostro sistema sanitario, a causa del quale è da sempre alto il numero di decessi per infezioni contratte in ospedale, ma non per questo meritiamo una punizione soprattutto dopo che, come ci ha più volte detto il Presidente Conte, tutta Europa ha seguito il modello italiano per la gestione della pandemia. Dov’è la riconoscenza? Che fine ha fatto la solidarietà internazionale?

Nell’omelia di Natale il Papa ha detto che “il vaccino è luce di speranza se è per tutti” ma per tutti non c’è e quindi l’egoismo potrebbe portarci a scrivere una bruttissima pagina della storia. Tocca alle persone generose fare in modo che questo non accada mediante uno slancio d’amore

 Il Piano di Arcuri

Passando al piano di vaccinazione propriamente detto, non quello dei selfie natalizi, i lotti ordinati dall’Italia arriveranno in 21 mesi a partire da gennaio (l’ultima spedizione quindi a settembre 2022, salvo ulteriori ritardi) e si stimano 3 anni per vaccinare tutta la popolazione. Al momento mancano i medici perché gli specializzandi non vorrebbero lavorare gratis in cambio di CFU.

Sono medici già abilitati alla professione ed hanno fatto l’esame di abilitazione dopo il corso di laurea più lungo che esista (a Medicina sono 6 anni), ma se sono iscritti ad una specializzazione cosa costerebbe loro passare le ore di tirocinio facendo punture? Non possiamo rischiare di rovinare l’immagine della categoria più eroica di questa pandemia.

Quanto dura la copertura del vaccino?

Allo stadio attuale si sa solo che il vaccino è sicuro, ma non si sa quanto dura la sua copertura. C’è la possibilità che una puntura copra per meno di 100 giorni ed allora nei 3 anni del Piano Arcuri toccherebbe farlo 12 volte. E questo senza considerare le mutazioni del virus per le quali i vaccinati potrebbero non essere immunizzati.

Fortunatamente esiste il garantismo scientifico! Per la mutazione britannica infatti sono in corso i test con i vaccini disponibili ma fino ad eventuale risultato negativo gli esperti dicono che non c’è da temere che il vaccino non copra.

Serve un movimento d’amore 

Questa pandemia ha tirato fuori il meglio dalle persone, soprattutto tra gli italiani. Alle persone in buona salute va chiesto ora un atto di generosità, un gesto d’amore. Bisogna dare priorità a chi ha più bisogno del vaccino: anziani, persone con almeno una patologia importante accertata, ed i malati asintomatici.

Ci sono tante persone infatti che non hanno disturbi evidenti ma fumano, bevono tanto (alcol), mangiano male e sono sedentarie. Hanno cioè un cattivo stile di vita e sono quelli potenzialmente a rischio di contrarre il covid in forma grave. Il resto della popolazione, che introduce nel proprio organismo meno veleni possibili e che cerca di fare attività motoria (non solo durante la pandemia), è quella ha subito maggiormente le restrizioni alla libertà di movimento. Soprattutto durante la prima ondata siamo stati infatti tutti in casa a causa di un sistema sanitario che non riusciva a gestire i casi gravi costituiti per lo più dalle categorie a rischio, tra cui i malati asintomatici. Ma non è stata una scelta, siamo stati tutti obbligati.

In vista della terza ondata che arriverà nella stagione fredda e potrebbe essere pesante come la prima, queste persone meno a rischio potrebbero fare molto per gli altri, e senza alcuna costrizione. Potrebbero scegliere di non vaccinarsi, per far passare avanti le persone più a rischio. Anche a costo di farle passare avanti 12 volte in 3 anni! Forse è per questo che il personale sanitario nelle RSA sta dichiarando a maggioranza di non volersi vaccinare.

Per l’Italia la possibilità di entrare in Paradiso 

Dopo aver regalato all’Europa il modello di gestione della pandemia utilizzato da tutti (nascondendo un rapporto all’OMS che mostrava le nostre inefficienze), per l’Italia si presenta ora l’occasione di fare molto di più. Un’occasione per passare dalla storia al mito. Siamo l’unico paese al mondo con un’enclave nella propria Capitale ma si tratta del Vaticano, la banca morale dell’occidente.

Quale miglior occasione allora per immolarsi donando tutte le nostre dosi ad un paese povero?

Se l’omelia di Natale del Papa avesse un senso per tutti non resterebbe altro che farsi da parte per un paese povero colpito dal covid più di noi. Il problema è che sarebbe difficile trovarne uno anche nell’Africa Subsahariana…