Il virus si può curare senza fermare il mondo

Debbo manifestare la mia vicinanza al fratello Hamza Roberto Piccardo per le considerazioni espresse pochi giorni or sono, sulle colonne di questo giornale, con la sua disamina sull’uso politico e sistemico della “pandemia” da Covid.

Dovrebbe costituire ormai senso comune la percezione che questa pandemia rappresenta – in particolare per l’Occidente – la perdita di qualunque grandeur e la dimostrazione lampante dell’estrema fragilità e decadenza delle nostre istituzioni, tanto del sistema politico che di quello sanitario. Il primo ormai avvitato in un cupio dissolvi delle libertà e dei diritti, il secondo devastato molto più di quanto comunemente si creda.

Tutto ciò mentre la Cina si è già da tempo ripresa economicamente, assieme agli altri Paesi asiatici. Pochi giorni fa – con eco anche sui canali mainstream – un primario affermava che si possono curare in casa i malati di Covid anche a casa.

Questa pratica – niente affatto inedita –  avrebbe potuto evitare molti ricoveri e annessi rischi per i pazienti. Mentre moltissime persone sono state abbandonate in mano a strutture territoriali fatiscenti, decine di medici “disobbedienti” hanno tentato di strappare alla morte gli anziani casa per casa, com’è accaduto a Milano dove alcuni medici volontari hanno avuto zero decessi, salvando centinaia di anziani a rischio, curandoli prima che il virus causasse polmoniti bilaterali e trombosi.

Parimenti a Marsiglia Il Dott. Didier Raoult curava efficacemente con la clorochina e a Mantova si eseguivano trasfusioni di sangue iperimmune nel reparto del prof. Di Donno. Il virus del Covid uccide dunque nella misura in cui lo si lascia operare fino a provocare danni polmonari irreversibili. Specialisti e scienziati di indubbia fama ce l’hanno reiteratamente spiegato: non siamo davanti alla Peste nera ma ad un virus di bassissima letalità, che colpisce severamente persone con patologie pregresse ed età considerevolmente alta, perciò con sistema immunitario assai indebolito. 

Dobbiamo ricordare non solo che la polmonite virale è curata almeno da quando esistono gli antibiotici e gli antinfiammatori moderni, ma anche che chi riesce a mantenere il proprio sistema immunitario efficiente si ammala più raramente. 

Ci si dovrebbe inoltre chiedere perché gli stessi sforzi messi in campo per contrastare il Covid non vengono realizzati per malattie molto più diffuse e letali, come tumori e malattie cardiovascolari.

Di queste patologie si continua a morire come e più di prima; senza parlare del grave impatto che le misure contro la ‘’pandemia’’ stanno provocando sulla salute mentale di bambini e ragazzi e del raddoppiato numero di suicidi giovanili.

Con tutta evidenza quanto riportato nulla a che vedere con il complottismo e meno ancora col cosiddetto negazionismo. 

E’ dunque veramente della salute degli italiani che le autorità si preoccupano, mentre tacciono sugli oltre 40 mila decessi l’anno per malattie nosocomiali e almeno ventimila per “banali” influenze e polmoniti? 

Quanto pesano trent’anni di tagli indiscriminati al servizio sanitario nazionale? 

Che questa pandemia rappresenti l’occasione d’oro per chi vuole costruire le condizioni per una gestione securitaria e paternalistica del potere in stile cinese, sta diventando più di un semplice sospetto.