L’iconica moschea al-Nuri di Mosul distrutta dall’ISIS verrà restaurata

Durante la ricostruzione della struttura, distrutta nei combattimenti contro l’ISIS, gli archeologi hanno scoperto rovine risalenti ad 800 anni fa.

Costruita per la prima volta nel XXII secolo, la moschea al-Nuri è stata distrutta nel 2017 dai combattenti dell’ISIS sui quali incombeva un’imminente sconfitta per mano delle truppe irachene durante la battaglia di Mosul.

Poco meno di un anno e mezzo dopo, sono iniziati i lavori per ricostruire lo storico luogo di culto con il sostegno dell’Unesco.

Sebbene il significato architettonico della moschea originale sia andato definitivamente perso, il lavoro di ricostruzione sta conducendo a nuove scoperte.

Alla fine di gennaio, i funzionari del Governatorato di Ninive, in Iraq, hanno annunciato la scoperta di una sala di preghiera del XII secolo nella moschea al-Nuri e di quelle che si ritiene siano stanze per le abluzioni, che si trovavano sotto la struttura attuale.

“[La sala di preghiera] è costituita da pietra Mosuli regolarmente piastrellata”, ha affermato Abdul Rahman Imad, un funzionario dell’Ispettorato delle antichità e del patrimonio di Ninive.

“Gli spazi vuoti [all’interno della sala] indicano la presenza di stanze che venivano utilizzate per le abluzioni”, ha aggiunto, spiegando che le caratteristiche architettoniche risalgono a quando la moschea fu costruita per la prima volta più di 800 anni fa.

Imad ha inoltre ideato i progetti per preservare le scoperte della struttura originale all’interno della nuova moschea, utilizzando pannelli di vetro. La sezione fungerà da galleria e sarà accessibile ai visitatori.

Khair al-Din Ahmed Nasser, il direttore dell’ispettorato, ha detto che sono state scoperte un totale di quattro camere.

“La larghezza di una stanza è di tre metri e mezzo, l’altezza è di tre metri e si trovano a sei metri sotto il livello del suolo”, ha detto.

Distrutta dall’ISIS

Per i residenti di Mosul, le scoperte rappresentano l’inizio, prudentemente ottimista, di un nuovo capitolo nella storia della moschea; un risultato positivo dopo la sua rovina durante dominio dell’ISIS sulla zona.

Nel luglio 2014, la moschea ha assunto un alto valore simbolico per i seguaci del gruppo quando il suo defunto leader e sedicente califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, ha annunciato la creazione del califfato dal suo pulpito, durante il sermone della preghiera del venerdì.

È stato quel valore simbolico, e forse la possibilità che le truppe irachene vittoriose arrivassero all’interno della sala di preghiera, a motivare la demolizione della moschea da parte dei combattenti dell’ISIS verso il culmine della battaglia di Mosul, nell’estate del 2017.

Si dice che i soldati iracheni si trovassero a soli 50 metri dal complesso quando il gruppo ha innescato una serie di esplosioni riducendo la struttura medievale in macerie, compreso il suo iconico minareto inclinato, noto come Al-Hadba (il gobbo).

“Quando ho visto le condizioni del minareto di al-Hadba e della moschea dopo la loro distruzione, ho sentito di aver perso uno dei miei figli”, ha detto Saadallah Taha, residente a Mosul.

“Siamo stati molto colpiti quando la moschea è stata bombardata… poiché è il simbolo di Mosul e della sua identità”.

Ayoob Thanoon, un attivista della società civile di Mosul, ha affermato che il restauro della moschea nella sua forma originale è stato un passo importante nel ripristino del “tessuto sociale” della città.

“La diversità archeologica e religiosa che esiste in quest’area e il patrimonio culturale che detiene l’antica Mosul sono molto importanti”, ha affermato.

“È molto importante ricostruire questi siti… e ricostruirli nella loro vecchia forma.”

Una lunga storia

La moschea al-Nuri prende il nome dal guerriero turco Nur al-Din Zengi, che governava i territori che coprivano gran parte dell’Iraq e della Siria, e che commissionò la costruzione della moschea nel 1172 d.C.

Zengi è famoso per il ruolo che ha avuto nel ribaltare le conquiste dei crociati in Palestina, e il nipote di uno dei suoi ufficiali, il generale curdo Saladino, avrebbe assunto il ruolo di combattente contro gli invasori, assicurandosi in seguito la presa di Gerusalemme da parte dei Musulmani.

Secondo i funzionari iracheni, le sale di preghiera originali della moschea sono andate perdute e quindi dimenticate dopo i lavori di ristrutturazione avvenuti nel 1944.