Nuovo report: verso i musulmani francesi una persecuzione di Stato

Un rapporto di particolare importanza descrive nel dettaglio gli ampi poteri esecutivi che hanno portato la società civile musulmana ad essere sistematicamente monitorata, investigata e sanzionata dallo stato francese.

L’odio anti-islamico del governo francese ha raggiunto il limite della persecuzione in base a quanto stabilito dal diritto internazionale, come rilevato da un nuovo preoccupante rapporto.

Pubblicato da CAGE, un’organizzazione indipendente per la difesa dei diritti, il rapporto mette in evidenza la repressione senza precedenti subita dai Musulmani in Francia a causa degli ampi poteri di “Ostruzionismo sistematico”, esattamente quattro anni dall’inizio della sua applicazione.

Scritto dal giurista francese e investigatore di CAGE Rayan Freschi, il rapporto dal titolo “Stiamo iniziando a diffondere il Terrore: la persecuzione dei Musulmani sponsorizzata dallo stato in Francia” delinea i metodi di persecuzione messi in atto contro i Musulmani francesi da parte del governo di Emmanuel Macron, comprese le sanzioni e lo scioglimento delle organizzazioni per decreto, così come il pesante controllo e la criminalizzazione dell’Islam nell’ambito sociale, religioso e politico.

Commentandone la pubblicazione, Freschi ha affermato che il rapporto “documenta come lo Stato francese abbia rapidamente smantellato le basi dell’autonomia della comunità musulmana attraverso una persecuzione calcolata, seminando il terrore in un’intera comunità religiosa”.

Sotto la presidenza di Macron, lo Stato francese ha lanciato un assalto su più fronti contro la società civile musulmana in nome della lotta al “separatismo islamista” e della preservazione della laicité francese (laicità).

Il rapporto descrive nei dettagli gli ampi poteri esecutivi, con una politica di massima pressione poliziesca, che hanno consentito la persecuzione quasi esclusivamente contro le istituzioni musulmane che vengono sistematicamente monitorate, sorvegliate, indagate e sanzionate anche per infrazioni irrilevanti.

Centinaia di strutture, comprese moschee e scuole musulmane, sono state chiuse, mentre milioni di euro sono stati confiscati.

Secondo le ultime statistiche diffuse dal governo francese, nel gennaio 2022 sono state effettuate 24.887 indagini; 718 organizzazioni musulmane sono state chiuse o sciolte; e sono stati confiscati 46 milioni di euro (50 milioni di dollari).

In media, tutto questo equivale a 24 indagini al giorno, 15 chiusure al mese e 10 milioni sequestrati ogni anno.

Il modello di comportamento dello stato francese è “teso a molestare ed umiliare i Musulmani, con conseguente privazione intenzionale e grave della libertà di religione, opinione, associazione e diritto di proprietà della minoranza”, afferma il rapporto.

Il raggio d’azione della politica dell’Ostruzionismo Sistematico è aumentato considerevolmente dall’omicidio dell’insegnante Samuel Paty avvenuto nell’ottobre 2020 e le recenti direttive come la legge anti-separatismo del 2021 ne hanno ulteriormente rafforzato la struttura, afferma il rapporto.

“Questi attacchi alle libertà fondamentali di credo e associazione sono stati giustamente identificati da gruppi per i diritti umani, organismi per la parità e istituzioni europee, ma al governo non potrebbe importare di meno”, ha affermato Marwan Muhammad, ex direttore dell’ONG francese CCIF, che è stata chiusa a causa della politica di Ostruzionismo Sistematico.

“Fanno parte del grande piano di Macron per controllare i Musulmani a tutti i livelli possibili, assicurandosi così i voti di estrema destra e neo-repubblicani”, ha aggiunto.

La “questione musulmana” è diventata una delle questioni determinanti in vista della campagna presidenziale francese del 2022, con gli attuali principali contendenti ognuno dei quali mira a superare l’altro nel dimostrare la propria avversione per i Musulmani francesi.

Farid Hafez, ricercatore accademico ed esperto di politiche europee contro il terrorismo, ritiene che l’obiettivo di tali politiche draconiane sia creare un Islam francese che “tace sull’oppressione” e “si sottomette alla volontà francese a proposito di come dovrebbe essere l’Islam”.

Tra le sue raccomandazioni, il rapporto chiede l’abrogazione delle politiche anti-musulmane come l’mobbing sistematico, la legge anti-separatismo, la Carta degli imam, la legge del 2004 sui simboli religiosi nelle scuole e il divieto di indossare il Niqab del 2010.

Sostiene inoltre l’istituzione di un organismo indipendente che indaghi sulle misure di mobbing sistematico, nonché per fornire risarcimenti per danni e perdite subiti da organizzazioni e individui a causa di tali misure.

Chiede inoltre ai rispettivi Stati membri dell’UE di condannare la persecuzione dei Musulmani sanzionati dallo stato francese, mentre chiede alle organizzazioni della società civile europea di estendere la solidarietà alle persone e alle organizzazioni colpite dall'”islamofobia strutturale” in Francia.

“Se non viene affrontata, la persecuzione dei Musulmani in Francia rischia di essere esportata nel resto d’Europa”, ha avvertito Freschi.