Afghanistan e divieto per le donne di accedere all’educazione. Parla il portavoce del governo Afghano

La notizia del divieto delle donne di accedere all’educazione universitaria in Afghanistan ha portato a forti critiche anche dal mondo islamico. La stessa università islamica di Al-Azhar, uno dei principali punti di riferimento di giurisprudenza islamica al mondo, ha affermato che il divieto sarebbe nettamente contro la shariah che garantisce il diritto all’educazione.

Abdul Qahar Balkhi, portavoce del ministero dell’Afghanistan, è stato intervistato dall’emittente DW rispondendo alla domanda di un giornalista sui diritti delle donne in Afghanistan ed in particolare in merito al divieto delle donne di accedere all’educazione.

Balkhi ha affermato che in Afghanistan le donne hanno il diritto di frequentare la scuola e ottenere un’educazione pubblica dalla prima elementare fino all’università.

Inoltre, ha affermato che in Afghanistan ci sono fino a 12 o 13 province in cui le ragazze frequentano la scuola dalla prima elementare in poi. Balkhi ha aggiunto che il governo afghano ha come politica quella di garantire ogni diritto alle donne, che compongono metà della popolazione del paese, tra cui il diritto al lavoro e all’educazione, e ogni altro diritto previsto dall’Islam.

Quando gli è stato chiesto se le donne in Afghanistan avessero gli stessi diritti degli uomini, Balkhi ha ammesso che i diritti di uomini e donne sono quelli sanciti dalla shariah. 

Secondo le ricostruzioni ed altre dichiarazioni dei Talebani il divieto sarebbe avvenuto in modo mirato in quei contesti in cui la separazione fra uomini e donne non poteva essere garantita e non per una politica atta a targhetizzare le donne escludendole dall’educazione in quanto donne.

Il divieto sarebbe dunque una mossa utilitaristica del governo per essere in linea con la loro interpretazione della shariah che non ha comunque mancato di subire critiche da parte della comunità islamica internazionale.

Durante l’intervista Balkhi ha anche sottolineato che l’attuale governo afghano possiede i criteri per essere riconosciuto come legittimo secondo la legge internazionale e l’articolo 1 della Convenzione di Montevideo del 1933. Il governo Afghano infatti fatica fino ad oggi ad ottenere il riconoscimento della comunità internazionale a livello globale con casi di maggiore apertura al riconoscimenti e casi di maggiore chiusura.

Balkhi ha aggiunto che l’Afghanistan ha combattuto per 43 anni contro due superpotenze per l’implementazione della legge islamica nel paese, dato che la popolazione afghana è per il 99,9% musulmana.