Dio, Patria, Famiglia e dialogo con i musulmani: intervista alla candidata Stefania Bonfiglio

Domenica 12 e lunedì 13 febbraio si vota per eleggere il nuovo presidente e la nuova assemblea regionale della Lombardia e quella di Stefania Bonfiglio, è una candidatura abbastanza inedita. 

L’attuale assessore al bilancio e al commercio del Comune di Magenta aspira ad entrare nel Consiglio regionale lombardo nelle fila di Fratelli d’Italia portando con sé le idee de “Il Talebano”, il think tank animato da Fabrizio Fratus al quale fa riferimento anche il parlamentare europeo FDI Vincenzo Sofo. 

Il Talebano è un laboratorio culturale nato nel 2009 che si muove nell’ambito della destra italiana producendo analisi e proposte partendo dal principio di Comunità, difendendo l’integrità dei suoi fondamenti a partire dalla famiglia e dalle tradizioni che definiscono l’identità di un popolo. Fratus ha negli anni portato avanti un’attività editoriale sui danni della pornografia e contro l’evoluzionismo. 

Da anni il think tank ha avviato un’interessante riflessione sulla necessità di un’alleanza tra tutti coloro che vogliono difendere i valori tradizionali a partire dalla difesa del sacro e del dato biologico che viene sempre più disconosciuto. 

Per capirci in un articolo di pochi mesi fa Fratus scriveva: “L’islamofobia è stupida, non vi è altra parola per definirla. Da oltre 30 anni si è creato il nuovo mostro, il nuovo nemico e lo si è fatto generando diverse problematiche ai cittadini europei e al futuro della destra politica, quella destra che al contrario dovrebbe quanto prima trovare una alleanza con il mondo musulmano. Certamente accostare l’Islam al terrorismo è stata una operazione propagandistica unica e che ha prodotto gli effetti desiderati da chi l’ha creata.”

In un altro articolo pubblicato su il Talebano sempre Fratus affermava:La destra dovrebbe difendere la religione, la tradizione e la cultura millenaria delle religioni abramitiche, dovrebbe creare una “santa” alleanza contro la diffusione dell’ateismo basato sull’Io individuale dove l’uomo diviene padrone di se stesso in relazione al suo accumulo materiale di ricchezza. In Italia ci sono circa 2,5 milioni di musulmani, sono cittadini italiani e hanno gli stessi diritti di un qualsiasi altro italiano”

Inoltre è di pochi giorni fa la notizia dell’endorsement del movimento la Nuova Italia per la Bonfiglio. La Nuova Italia è il movimento guidato da Munib Ashfaq che ha raccolto l’adesione di molti cittadini di origine straniera e che ha tra i suoi obiettivi principali la promozione del diritto di culto. La notizia ha suscitato molto dibattito a livello locale e costituisce senza dubbio una novità politica di rilievo.

Per questo abbiamo deciso di intervistare Stefania Bonfiglio. 

Quali sono i valori che maggiormente contraddistinguono il tuo impegno politico? 

Avevo poco meno di 20 anni quando decisi di iniziare la mia attività politica e la scintilla che diede fuoco alla mia passione fu quella che da sempre mi contraddistingue: la difesa dei valori tradizionali come Dio, Patria e Famiglia. Tutti temi che oggi sono sotto attacco. La visione progressista promuove l’ateismo, cerca di scardinare usi e costumi delle popolazioni per rendere tutti globalizzati in un modello unico che ci vuole produttori e consumatori. 

Subdolamente, ha tolto contenuto al significato della parola famiglia, non più uomo e donna con figli e in modo più allargato i parenti stretti… Oggi ci dicono che c’è famiglia “quando c’è amore”, senza definire cosa sarebbe, a questo punto, l’amore. Tanto che c’è chi comprende nella definizione di famiglia anche l’animale domestico. Fino ad arrivare a dire che famiglia è anche il singolo. In sostanza difendo i valori che da sempre contraddistinguono l’uomo in qualsiasi parte del mondo. 

Spesso hai parlato di complementarietà tra uomo e donna: perché insisti su questo concetto? 

Non insisto, certifico lo stato delle cose, la natura. Uomo e donna hanno differenze sostanziali di tipo genetico come emotivo, è un fatto non una mia idea. Questo significa che si è diversi? Assolutamente si! Questo significa che un sesso debba dominare l’altro? Assolutamente no! Uomo e donna sono pari, complementari, nelle loro differenze. Non esiste un sesso migliore, quindi nemmeno uno peggiore. 

Le guerre di genere creano solo un danno alla nostra società. E anche la beffa: hanno creato la condizione per cui la donna oggi deve lavorare nel sistema produttivo e poi in casa. Un doppio lavoro. Questo cosa ha comportato? Semplicemente che il tempo da dedicare ai figli è pochissimo. Questo poco tempo si traduce in una difficoltà nell’impartire educazione, in una difficoltà a seguire la crescita non solo dei bambini piccoli ma anche dei ragazzi che stanno diventando uomini e donne. Significa anche difficoltà nel pensare di generare una nuova vita, di non riuscire a “seguire tutto”. 

Uomo e donna sono complementari perché solo tramite maschio e femmina si genera la prole e si promuove la famiglia, se si nega la complementarietà si nega la natura e per me la creazione voluta da Dio. 

Questo aspetto è collegato a tuo avviso con la crisi demografica che stiamo affrontando? 

Certamente, in modo assoluto. La questione è economica solo in minima parte; anche in Italia si fanno più figli dove vi è meno ricchezza, ma vi è ancora un tessuto di tipo familiare. Dove vi è ricchezza, paradossalmente i problemi aumentano: nella società dettata dal dominio dell’uno sull’altro, in cui non viene riconosciuta la complementarietà, vince l’individualismo.

 Ed è l’individualismo che mina la famiglia: senza il concetto di “squadra”, l’individuo da solo penserà unicamente a sé stesso quindi i figli potrebbero rappresentare solo un intralcio.  Non c’è il sesso migliore, su questo ne sono certa. Ma serve che si riconosca come in passato che vi debbano essere uomo e donna, femmina e maschio che INSIEME costituiscono la prima cellula della comunità e poi della società. 

Dal consiglio regionale cosa ti proponi di fare per le famiglie lombarde?

Ho tante idee a riguardo. Per prima cosa mi batterò in merito all’educazione scolastica: sono assolutamente contro all’insegnamento della teoria gender, per fare un esempio, e di creare confusione sessuale ai bambini durante la loro crescita. L’educazione dei bambini spetta alla famiglia e non certo allo stato tramite la scuola. La scuola deve essere un luogo che permette di sviluppare senso critico e responsabilità, senso civico certamente non politicizzato.

Inoltre vorrei porre l’accento sulle oggettive difficoltà organizzative delle famiglie che hanno o desiderano avere più figli: la conciliazione lavoro-famiglia, asili nidi gratuiti aperti fino a sera, sostegno alla natalità, riconoscimento dei caregiver. Ma la questione non è solo economica: è culturale. Solo comprendendo che la famiglia è la base di ogni cosa, si potranno fare scelte economiche importanti a sostegno della prima cellula della comunità. Come già spiegato in diversi miei incontri la famiglia è il centro di tutto, senza famiglia crolla anche il senso della vita. Quindi come sempre faccio, studierò e preparerò proposte che siano all’altezza di questa importante sfida.

Questa è la tua seconda consiliatura, ora sei assessore del Comune di Magenta, quale è stata l’esperienza con i musulmani della tua città?

Dopo primi approcci “difficili” dettati credo da pregiudizi, abbiamo avuto l’intelligenza di sederci attorno a un tavolo e di parlarci, semplicemente. Questo ha creato una condizione di fiducia reciproca che ha portato molte comunità musulmane della zona del Ticino a dichiarare pubblicamente di sostenere la mia candidatura alle elezioni regionali del 12/13 febbraio in consiglio regionale perché brava, competente, e soprattutto unica a difendere realmente valori condivisibile da loro. Certo la notizia ha creato scompiglio, io lo vedo solo come un atto di coraggio.

Sono cattolica e non ho nessun problema con chi è di religione musulmana: ho una visione spirituale della vita, non materialista. 

La  competenza relativa all’edilizia di culto è in capo alla regione, la regione con le passate giunta a maggioranza leghista ha partorito una legge molto contestata, il suo ideatore l’ha proprio definita anti-moschee ma di fatto rappresenta un problema per le tutte le confessioni religiose, inclusa quella cattolica. Cosa ne pensi? E cosa pensi si debba fare per garantire a tutti il diritto di culto? 

La Costituzione garantisce libertà di culto: questo è un dato di fatto che non si può nascondere. Come non si può nascondere che esistano tante confessioni religiose e per di più molto numerose. Quando ci sono problemi, questi non vanno trascinati facendo propaganda: vanno risolti. Vanno trovate soluzioni. Per il bene di tutti. Dire NO a prescindere a tutte le comunità religiose per colpirne una è ingiusto e deleterio. Pregare è un diritto di tutti.  Credo che sia superfluo dire che lo si debba fare con regole chiare e specifiche per tutti: per questo credo sia necessario un dialogo che possa evitare qualsiasi speculazione.

Però è innegabile che esista ancora spesso una barriera tra i musulmani e la destra, credi che oggi ci siano le condizioni per un cambiamento in questa relazione e perchè?

Credo semplicemente che un musulmano dovrebbe guardare a destra: come può un credente dare forza a forze progressiste che promuovono globalizzazione, ateismo, teoria del sesso fluido etc? Questo per un credente è MALE, non c’è da discutere.