Diraya: un progetto per conoscere e aiutare i convertiti italiani

La Umma italiana è sempre più connessa; sono tantissimi ormai i luoghi di aggregazione virtuale per i musulmani italiani – dalla formazione alla crescita spirituale, dall’educazione dei figli all’educazione finanziaria.

C’è ancora un tipo di musulmano, però, che ancora oggi si sente da solo; il nuovo convertito. I bisogni dei convertiti sono diversi da quelli della umma italiana più ampia presente online – costituita in gran parte da musulmani di seconda generazione e quindi cresciuta con almeno una base di conoscenza dell’Islam.

Per chi sta cercando di entrare in una nuova cultura, una nuova religione e un nuovo stile di vita, può essere difficile sentirsi a proprio agio in un ambiente che dà per scontato queste vastissime conoscenze. I convertiti, inoltre, spesso incontrano sfide particolari, come isolamento dalla propria famiglia e insicurezze economiche.

Per aiutare in queste sfide, è nato un nuovo progetto benefico – per ora sotto forma di questionario, ma con l’intenzione di diventare una app.

Diraya è nato come iniziativa di una famiglia del Kuwait, che ha visitato l’Italia prima per turismo, e che nei loro viaggi ha conosciuto diversi convertiti. Alcuni di loro erano musulmani in segreto, e vivevano nella paura che la famiglia potesse scoprire della loro religione e cacciarli; altri, pur essendo apertamente musulmani, non trovavano chi potesse insegnargli a pregare e a inserirsi nella comunità locale.

Assieme a altri enti caritatevoli del Kuwait, questa famiglia si è data da fare e ha deciso di creare un luogo virtuale per i convertiti italiani all’Islam. Il primo passo sarà raccogliere dati sui convertiti all’Islam in Italia – i loro bisogni, le loro sfide, i loro problemi – e costruire poi, su misura per loro, una app.

Diraya”, in arabo, significa “conoscere”, e l’idea alla base è che conoscere prima di agire. Avere informazioni è la chiave di questo progetto: nella sua prima fase, la ricerca della conoscenza è quella degli sviluppatori, che cercano di raggiungere quanti più convertiti possibili in Italia per conoscere le loro necessità. Nella seconda fase, quando diventerà una app, Diraya sarà una banca dati di conoscenze utili per i convertiti: nel prodotto finale potrebbe esserci, ad esempio, uno spazio dedicato all’istruzione, oppure un sistema di tutoring, o ancora una mappa dei luoghi dove è possibile incontrare altri musulmani italofoni.

Il progetto, anche se ancora nella sua fase iniziale, è già partner di UCOII, e sta entrando in contatto con varie realtà italiane sia nell’ambito educativo che in quello dell’attivismo, per creare un prodotto quanto più utile al contesto specifico italiano.

Con questo articolo, chiediamo a tutti i convertiti che stanno leggendo di compilare il questionario che trovano a questo LINK (ci vogliono solo 5 minuti), e a chiunque conosce un convertito di inoltrargli questo articolo.

Il progetto Diraya sarà tanto più utile alla realtà italiana quanto più accurate saranno le risposte ai questionari.

In anteprima ai lettori della Luce, Diraya ha deciso di condividere alcuni risultati preliminari del questionario.

La maggioranza dei convertiti italiani si è avvicinata all’Islam o per una ricerca spirituale individuale, o dopo avere conosciuto dei musulmani ed essere rimasti colpiti dalla loro religione. Una minoranza, invece, si è avvicinata dopo avere viaggiato in Paesi musulmani o dopo avere ricevuto del materiale d’informazione. 

Questo è un dato molto interessante, se confrontato con altre realtà europee come quella inglese, dove fenomeni come dibattiti pubblici, street dawah e diffusione attraverso contenuti social, pamphlet o libri rappresentano uno dei più comuni mezzi di entrata nell’Islam di nuovi convertiti.

Dopo la conversione, la maggioranza dei nuovi musulmani (60%) afferma di avere affrontato molte sfide, mentre solo il 10% ha affermato di non avere sperimentato nuove sfide dopo la conversione. Le problematiche specifiche erano tantissime: la più comune problemi familiari o sociali, seguita da sentirsi isolato dalla società. Un aspetto che molti neo-convertiti hanno sofferto è anche la difficoltà nell’apprendere le basi della loro nuova religione: la mancanza di fonti d’informazioni sufficienti sull’Islam e, soprattutto, la difficoltà nell’apprendere la lingua araba.

Alcuni convertiti hanno raccontato anche le loro difficoltà personali, permettendo al team di Diraya di conoscere nuove realtà; dalla difficoltà a trovare un coniuge musulmano, ai dubbi di fede difficili da esternare davanti ad altri musulmani, fino alla difficoltà nell’applicare tutti i precetti dell’Islam partendo da zero.

I convertiti hanno anche contribuito con i loro suggerimenti per come essere aiutati nel loro percorso spirituale: vorrebbero prima di tutto fonti islamiche semplici, utili e affidabili. Metà dei convertiti vorrebbe apprendere la lingua araba, così come integrarsi nella comunità islamica. La richiesta più diffusa, invece, è stata l’essere periodicamente seguiti da qualcuno.

Molti convertiti, infatti, sebbene siano accolti a braccia aperte dalla comunità musulmana, fanno fatica ad essere seguiti nel lungo periodo.

Sei ancora in tempo per contribuire con la tua esperienza a questo progetto. Segui il link o scannerizza il codice QR e raccontaci come hai conosciuto l’islam, che sfide hai incontrato, e come Diraya può aiutarti a vivere un esperienza migliore da nuovo musulmano.