Nel suo sfogo scomposto contro l’omeopatia Burioni dimostra di non sapere di cosa parla

Nel suo ultimo libro il dott. Burioni si scaglia contro l’omeopatia, poco male, ormai noi omeopati ci siamo abituati, da più di duecento anni, ad ondate, con alternante veemenza arrivano tentativi più o meno scomposti di screditare l’omeopatia e con essa tutte quelle istanze di cui, nella nostra società, per sua natura, si è fatta portavoce.

 Non perdersi nel materialismo imperante che riduce l’uomo a puro ammasso di organi ed apparati ma studiarlo nella sua fisiologia e nella sua interezza fisica, psicologica, spirituale, familiare e sociale non si può spiegare veramente a chi pensa di poter vedere il sole al microscopio, e neanche a chi viene insegnato che non esiste e non può esistere alternativa possibile alla scienza moderna o forse farei meglio a dire allo scientismo, cioè alla fede nel migliore sistema possibile e, se perfettibile, solo dal suo interno. 
Ma tutto ciò è normale, comprensibile, nessuno può essere fuori dalla Storia, in qualsiasi epoca e in qualsiasi latitudine c’è, c’è stato e ci sarà sempre un sistema imperante che tende a mantenere se stesso a discapito degli altri, e tale sistema diventa tanto più suscettibile alle critiche quanto più come il nostro è in difficoltà. Chi è forte non reagisce veramente.
Il Professor Burioni infatti non discute, ma spiega, non si confronta ma dalla cattedra illumina, come se la scienza fosse nemica del buon senso o come se la conoscenza vera fosse solo e sempre complicata, appannaggio di pochi. Tutt’altro, la scienza, cioè il sapere qualcosa di utile, è condivisibile, chiara, facile, lineare, come l’omeopatia,  e chi la pratica in Italia sono medici chirurghi laureati, specializzati, pratici, clinici con cui allora si può e ci si deve confrontare. Invece no, la medicina come la politica si fa sui social, a colpi di battute, slogan, spot, si sceglie di parlare alla gente comune, la quale però viene svilita dai Burioni di turno a spettatore e non più da interlocutore perché di messa in scena infatti si tratta.
L’omeopatia ha il compito di difendere se stessa e quindi l’umanità dai Burioni di turno. Essa ne rappresenta infatti il nemico numero uno perché è la sola disciplina, a differenza delle altre medicine cosi dette alternative, che usa le medesime categorie mentali della scienza occidentale: l’omeopatia è un frutto dell’occidente.
Nessuno si scandalizza più se negli ospedali si pratica l’agopuntura, il cui meccanismo di funzionamento è alla scienza occidentale sconosciuto, perché impossibile rapportarsi con essa, non usa i medesimi termini e quindi in fondo la si può come scotomizzare dai propri nemici.
D’altra parte ci vorrebbe una onestà intellettuale e coerenza che pochi hanno per accettare ciò che non si conosce, per cui anche altre discipline, che alleviano le sofferenze di una quantità sempre maggiore di persone ogni giorno, come ad esempio l’osteopatia, vengono di fatto ignorate da chi non ha il coraggio di mettere in discussione tutto e quindi cambiare vita. 
Si perché di questo si tratta, accettare l’omeopatia significherebbe cambiare vita, mentre negarla rappresenta l’inutile tentativo di mantenere uno status quo per certi versi magnifico, con  il grande avanzamento delle discipline chirurgiche o delle cure in ambito emergenziale, ma sicuramente per altri versi orribile e sicuramente perfettibile. Un sistema oggi in crisi, incapace di avanzare veramente, perché incapace di accettare un cambio di paradigma che oramai è comunque alle porte ma che necessita evidentemente che si tocchi il fondo della crisi.

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