21 ottobre 1969, l’ex carabiniere Siad Barre diviene il padrone della Somalia, autore di un colpo di Stato benedetto dall’Italia, terrà in pugno il paese per un intero ventennio

21 ottobre 1969, cinquant’anni or sono il colpo di stato di Siad Barre, l’ex carabiniere che terrà in pugno la Somalia per un ventennio.

Nella pochezza del colonialismo italiano neanche l’Italia è sfuggita alla tentazione di proseguirlo mediante uomini da noi formati che avrebbero dovuto garantire gli interessi italiani. E’ il caso della Somalia e di Siad Barre già sottotenente dei regi Carabinieri che diventa l’uomo forte ispiratore e realizzatore di un colpo di Stato che si attuerà il 21 ottobre del 1969, fa cinquant’anni oggi.

Negli anni 60/70 infatti l’Africa, che usciva dalla colonizzazione europea, fu investita da una quantità di colpi di stato che portarono al potere militari che erano stati formati soprattutto nelle scuole e nelle caserme dell’Arméé Française.

In particolare in Togo Étienne Eyadéma, già effettivo della Legion, rimase al potere dal 1967 al 2005, Moussa Traore, accademia militare del Frejus; in Mali, Moussa Traore, Accademia militare di Fréjus, in Francia.al potere dal 1979 al 1991; in Benin (già Dahomey) Mathieu Kérékou, effettivo dell’esercito francese nel 1960, si perfezionò in una loro scuola militare. Attua un colpo di Stato nel 1972 e rimane al potere fino al 2006 con un’interruzione di 5 anni a partire dal ’91; In Gabon, Omar Bongo, tenente in dell’Armée in Congo, repubblica Centro africana e Tchad, al potere dal 1973 al 2009; in Niger Seyni Kountchè studiò presso una scuola per ufficiali militare a Parigi, colpo di Stato nel 1974 e rimane al potere fino al 1987.

Siad Barre e Bettino Craxi

Siad Barre si rese presto conto che l’Italia era troppo lontana e troppo debole sul piano internazionale per poter esercitare la protezione di cui il suo regime abbisognava e si volse ad Est dove trovò l’URSS senza peraltro troncare la relazione amichevole con il nostro Paese.

L’accordo con l’Unione Sovietica permise la  realizzazione dell porto di Berbera, di grande importanza strategica nel controllo dell’ingresso nel Mar Rosso e la base aerea di Hargeisa.

Barre provò a sradicare il tribalismo in Somalia con metodi anche brutali e si attirò l’inimicizia delle potenti qabile del Paese. Attuò un programma di sedentarizzazione dei nomadi che invero si rivelò un quasi fallimento. Le cooperative di pescatori ressero per un certo periodo mentre quelle di agricoltori fallirono miseramente senza riuscire a garantire una certa autosufficenza alimentare.

Nel 1977 in occasione del conflitto del Ogaden in cui popolazioni somale erano state costrette al potere etiopico ruppe con l’Unione Sovietica e si riposizionò nel campo occidentale anche a causa di un aiuto militare fornitogli dagli USA (100 milioni di $ del tempo).

Anche l’Italia contribuì alla sua permanenza al potere, Bettino Craxi nel 1985 concesse infatti una sostanzioso sostegno: 550 miliardi di lire in aiuti di vario genere senza tuttavia soddisfare le richieste dell’ex carabiniere che avrebbe voluto la fornitura di carro armati Lion.

Con l’indebolirsi del consenso che comunque lo aveva accompagnato per una lungo periodo la pratica repressiva del regime di Barre si fece sempre più spietata.

Nel 1990 ordinò di aprire il fuoco sugli spettatori di una partita di calcio che stavano manifestando contro di lui causando almeno 60 vittime.

In quegli anni nel nord del Paese si era sviluppato un movimento di opposizione armata che era verosimilmente sostenuto dall’Etiopia, la repressione di Barre fu distruttiva, secondo alcuni osservatori si contarono più di 50 000 morti civili fra il 1988 e il 1990 e nel gennaio 1991 la sua aviazione bombardò la città di Hargheisa.

Sul finire di quello stesso mese del 1991 viene destituito, ripara in Kenia ma è costretto a lasciarlo dopo due sole settimane. Morirà esule in Nigeria nel 1995.

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