Il miracolo della sanità che non c’è, nuovo intervento Laser per frattura di Femore

Puoi essere fatalista quanto vuoi, puoi come me avere mille riserve sull’idea di medicina e di scienza attuale, ma quando ne hai bisogno, sapere che c’è un ospedale che funziona vicino a casa tua ti fa ringraziare Dio mille volte. Quando invece sei consapevole del contrario vorresti vivere a Brescia o a Torino o a Firenze ma non certo a Frosinone o a Reggio Calabria.
La classifica “Bloomberg Health Care Efficiency” colloca l’Italia al quarto posto nel mondo, ciò ci fa molto piacere, ma non credo sia verosimile che questa valutazione si possa estendere a tutto il nostro paese. Che il nostro sistema sanitario nazionale pubblico vada difeso con le unghie e con i denti, non ha bisogno di spiegazioni. Quello che succede al Sud d’Italia è però intollerabile.
È innegabile che ci sono due realtà per quanto riguarda la sanità in Italia.  I soldi ci sono, la preparazione dei medici, specie delle ultime generazioni è a mio avviso fuori questione ed è omogenea in tutto il paese, il problema è squisitamente politico e dirò di più, sono convinto che esista la volontà politica di non far funzionare certe realtà, non è possibile pensare altrimenti.
Nel Lazio ad esempio è chiara la strategia di favorire le c.d. strutture convenzionate a discapito del pubblico. Basta mettere quattro incapaci nei posti chiave e il gioco è fatto.
Il gioco ancora più perverso sta nel fatto che le inefficienze invece di essere imputate a chi ne dovrebbe essere responsabile vengono utilizzate come eterna scusante delle stesse, in altre parole non ci sono responsabili ma solo vittime del “sistema che non va”. Minuscoli ospedali continuano ad esistere contro ogni ragione medico assistenziale a testimonianza della loro importanza come centri di gestione dei poteri politici locali.
Negli ospedali della provincia del sud ci vanno solo coloro che proprio non possono farne a meno o quei poveri sprovveduti che cascano inconsapevoli dentro l’ospedale cosi come nell’urna elettorale da sempre. Sono vittime colpevoli forse, ma non è giusto tutto ciò.
Un “povero cristo” con gli occhi pieni di speranza e il femore rotto: “dottore ma verrò operato con il Laser?” “Certo!” Ho prontamente mentito, “tutto questo che vede”, ho rincarato la dose, praticamente una sala pre-operatoria spoglia e mal messa, “è tutto per Lei”. Lui ha pianto, pianto di gioia durante tutto l’intervento, di certo ben fatto, ma dopo evitabilissimi lunghi giorni di attesa e ringraziando Iddio che tutto è andato bene, non c’è stato bisogno di quello che sarebbe invece mancato.

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