Report fa riesplodere il Russiagate, Maurizio Murelli intervistato a tutto campo: con la Lega rapporto dal 1984

Il Caso Savoini-Metropol-Lega riesplode proprio in questi giorni dopo il servizio di Piazza Pulita e quello di Report che costringe Salvini a fare nuove dichiarazioni in merito. In entrambe le inchieste giornalistiche viene chiamato in causa Maurizio Murelli e questi per lui sono giorni di fuoco.

Murelli pensatore, scrittore ed editore, ha fondato la casa editrice AGA e il mensile Orion, punti di riferimento della destra radicale italiana.

Viene presentato come uno dei principali artefici dell’avvicinamento della lega ad ambienti ed idee della destra radicale.

Lo abbiamo intervistato per conoscere la sua versione dei fatti:

Partiamo dalla prima questione: il caso Metropol gli audio sembrano parlare chiaro in merito, ci sarebbe stato un tentativo da parte di Savoini di ottenere un conspicuo finanziamento a favore della Lega attraverso l’acquisto di  prodotti derivati dal petrolio ad un prezzo ribassato, fuori mercato, lei che conosce bene Savoini che idea si è fatto?

Innanzi tutto ci tengo a fare due premesse: la prima è che posso parlare da osservatore esterno perché non ho mai avuto niente a che fare con questa storia e da quando è scoppiato il caso non ho più sentito Savoini e la seconda è che io non posso essere sicuro della veridicità dell’audio, oggi è possibile manipolare qualsiasi cosa.

Fatte queste premesse, se gli audio dovessero rivelarsi autentici, si fa presto a dire Russia, ma la Russia non è un monolite, non è che c’è solo Putin, ci sono una quantità di realtà di forze di persone e di tendenze, per riassumere molto c’è tutta una parte di Russia occidentalista e c’è una Russia tradizionalista, lo stesso Putin deve tenere conto di questi equilibri.

E poi ci sono i privati, privati che hanno interessi ma anche convinzioni politiche.

Si, certo ma qui stiamo parlando di imprese statali, Rosneft ad esempio, è pensabile che si faccia una transazione di questa entità con un uomo vicinissimo al vice- premier italiano senza che il governo russo e quindi oserei dire Putin in persona sappiano e avvallino ?

Io vedo la questione in modo più complesso, le cose mi pare di capire che li funzionino diversamente, anche Rosneft non è l’ENI e per quanto ne so io lì nel campo dell’energia anche per ragioni di politica estera c’è un sottobosco di società di intermediazione che gestiscono i contratti di vendita degli idrocarburi. Quindi non vedo probabile un coinvolgimento del Cremlino, ci sono imprenditori privati che hanno grandi possibilità ed essendo affini a certe cause o certi movimenti li finanziano, mi sembra una cosa legittima.

Ma non si tratterebbe di un’influenza estera sulla nostra politica, non sarebbe un controsenso per un movimento sovranista?

Lo hanno sempre fatto tutti in un modo o in un altro, nel passato come ora, lo fa Soros con la Bonino, lo fa la Chiesa all’estero con i suoi progetti e le sue missioni, lo fa chi promuove un’agenda mondialista attraverso varie fondazioni, anche i musulmani ricevono finanziamenti dall’estero per costruire le moschee, non c’è niente di illegale, ripeto è normale che si finanzino le cause a cui ci si sente affine.

Una cosa è chiara quella commissione, di quell’entità è qualcosa di assolutamente fuori dalle logiche di mercato sembra a tutti gli effetti un apporto per ragioni politiche, non vede in questo un’influenza indebita di Mosca, una strategia del Cremlino per destabilizzare l’Europa attraverso il sostegno ai partiti populisti come la Lega?

L’interesse del Cremlino non è mai stato quello di destabilizzare l’Europa, mentre è vero il contrario: interesse della UE per destabilizzare la Russia a partire dallo sporco affare di Maidan. Se si analizzano tutte le mosse del Cremlino verso l’Europa ci si rende conto che sono state tutte concilianti e anche fin troppo rispettose. Ma dobbiamo sopra tutto al trio Inghilterra, Francia e nella parte del leone, Germania ogni sorta di sabotaggio per l’implementazione di una politica integrativa tra i due blocchi, vale a dire tra Europa e Federazione Russa. Questo per quel che riguarda l’attività governativa. Altro discorso è poi quello di eventuali movimenti e/o organizzazioni, personaggi più o meno rilevanti della cultura e anche filantropi. Nella misura in cui io stesso vorrei poter operare per destabilizzare e affondare questa Europa, cioè la UE braccio armato del turboliberismo, delle banche e delle massonerie finanziarie, suppongo, credo e addirittura auspico che ci siano idealisti che si muovano in tal senso.

Secondo lei chi è stato a registrare la conversazione?

Difficile dirlo, sicuramente non sono stati quelli dell’Espresso, che seppur lo avevano annunciato da tempo, non sono stati i primi a pubblicare gli audio e se fossero stati loro avrebbero documentato anche fotograficamente la scena e la loro presenza a Mosca al Meptropol, mentre così non è stato.

Potrebbe essere stato da parte russa oppure da parte italiana, Savoini è andato con due “tecnici” persone non del giro che potrebbero esserselo venduto, mentre da parte russa potrebbe trattarsi di un regolamento di conti tra diverse fazioni del potere.

Salvini ha quasi rinnegato Savoini e poi si sottrae alle domande, quasi scappa, come mai ?

Per Salvini è stato un fulmine a ciel sereno, e lui non ha retto all’urto, ha sbandato, non ha avuto la freddezza che uno un politico di statura dovrebbe avere in queste situazioni. Forse ha pure dubitato subito di Savoini, che potesse essere stato lui  ad avergli teso un’imboscata poi però credo che conoscendosi bene da più di vent’anni abbia capito che Savoini stesso era una vittima. 

Ora fa bene a non parlare, lui non è nemmeno indagato quindi giustamente dice, la cosa non mi riguarda.

La caduta del governo può essere stata influenzata dal caso Metropol, cioè Salvini si è sentito una spada di Damocle sulla testa?

No, quello no. Salvini non ha dato molta importanza al caso anche perché vi posso dire che a livello popolare l’elettorato non è stato minimamente scalfito dalla cosa, come al solito sono cose che interessano le élite, anche Report stesso sarà stato visto da 1 milione di leghisti che erano incuriositi e gli altri già ostili a Salvini, non sposta assolutamente niente. Anzi il popolo, al bar, dice: magari avere uno come Putin, magari fosse vero che Putin ci aiuta, questo è il sentimento prevalente.

Il governo è caduto perché la lega non reggeva più, gente come Giorgetti voleva staccare la spina da mesi, c’era la questione della autonomie e il DEF su cui coi 5 stelle sarebbe stata guerra.

Lei viene presentato come uno degli artefici della trasformazione della Lega da partito a vocazione nordista, secessionista a partito nazionalista il cui discorso è oggi intriso di riferimenti culturali di destra, che ruolo ha avuto in tutto ciò?

Io dal 1984 con Orion ho iniziato a dire che bisognava passare dalle ideologie alle idee, essendo le ideologie la maschera mortuaria delle idee, e così mi sono relazionato con tutti a 360 gradi; dicevo alla destra che che il nemico non era il comunismo ma l’americanismo che non bisognava fare l’errore che facevano gli altri col fascismo e cioè confondere la dottrina con il suo inveramento. Abbiamo iniziato a parlare di mondialismo e spiegare che mondialismo e globalizzazione sono cose diverse, la globalizzazione è un fatto indipendente che attiene più all’economia mentre nel mondialismo c’è un disegno egemonico di omologazione funzionale al dominio di una singola visione su tutte le differenze.

E con la Lega in particolare?

Il rapporto con la Lega inizia subito, componenti della redazione di Orion avevano rapporti con la Lega soprattutto nel substrato culturale, delle riviste, dei centri studio è un rapporto iniziato nel 1984, Salvini avrà avuto 10 anni all’epoca, io mi relazionavo con Gianfranco Miglio.

Il nostro approccio è un gramscismo di destra, abbiamo fatto nostro il concetto di egemonia culturale e abbiamo cercato di promuovere le nostre idee in tutti gli ambiti possibili, al tempo ho parlato nei centri sociali ho parlato anche in ambienti islamici.

Uno dei vostri riferimenti è stato Borghezio, è corretto?

Con Borghezio ci siamo frequentati molto, nella seconda metà degli anni 80 prima che fosse eletto, si è dedicato al supplemento Orion Finanza ma poi con lui ho rotto drammaticamente quando ha assunto un atteggiamento molto anti-islamico, nonostante  fosse molto amico con persone come Claudio Mutti ed altri musulmani.

Quanto è compiuta la trasformazione della Lega, sembra che Salvini abbia fatto sue alcune parole d’ordine ma invece il cuore delle regioni del Nord batte sempre per altre cose come la questione fiscale, l’autonomia

Il populismo è un fenomeno di insorgenza planetario, di rifiuto del mondialismo, che è qualcosa di disumano, questa è una percezione epidermica però il populismo è sprovvisto di impianto ideologico, Salvini è il megafono del mal di pancia, lui fa sintesi del disagio sociale che è per forza di cose scomposto, risulta evidente che a Salvini manchino i fondamentali in geopolitica, macroeconomia e filosofia però lui è il magnete che riesce a interpretare e tenere insieme tutte le contraddizioni.

La radice più profonda della Lega quella identitaria è venuta fuori ora nel nazionalismo che poi è un nazionalismo per certi aspetti assurdo, che parla di occidente quindi della sponda atlantica, ci sono tante contraddizioni.

Perchè Salvini è diverso da Bossi, da Maroni, da Borghezio su questo?

Perchè lui si è formato a Milano e quindi ha assorbito l’atmosfera della metropoli, mentre la leadership tradizionale è provinciale, del varesotto e quindi si vede che Salvini si relaziona in modo molto diverso col paese.

A livello di visione geopolitica le contraddizioni sono grosse, come si coniuga la vicinanza alla Russia con le posizioni di politica estera sdraiate su quelle di Washington? Salvini ha attaccato Maduro, fatto l’apologia di Netanyahu sulle sanzioni alla Russia non ha intrapreso nessuna azione concreta.

Sulle sanzioni non poteva fare un granché, non governava da solo, bisognerebbe vederlo alla prova dei fatti, governare da socio di maggioranza mentre sul resto si vede che manca un’adeguata comprensione di certe dinamiche e si sconta l’errore procedere per schematizzazioni fallaci.

Vedono Israele come un avamposto dell’Occidente contro l’invasione islamica, è lo stesso schema che la sinistra adotta coi curdi.

Nel servizio di Report si sottolineano elementi che farebbero riferimento alla simbologia nazista.

Mi hanno dato del nazista ma non lo sono mai stato, sono eventualmente fascista, ma non certamente nel senso concepito dagli antifascisti, ora però sono andato oltre e mi identifico nella quarta teoria politica di Aleksandr Dugin. Per ora l’eurasismo è un’elaborazione di tipo elitaria, quello che è certo è che se guardi l’Europa e la Russia dall’India appare un blocco unico in cui l’Europa occidentale sta all’intero continente come la California sta agli Stati Uniti, quindi l’eurasismo è un destino che deriva dalla geografia.

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