Il Coronavirus sancisce il fallimento della globalizzazione materialista

Ci attende un cambio epocale di modello sociopolitico? Nessuna potenza mondiale, nessuna tecnologia, nessuno scienziato puó nulla contro questo nemico infimo e invisibile rappresentato dal Covid19.

Andavamo fieri del fatto che la modernità ci avrebbe consentito di diventare ultracentenari e di poter realizzare qualunque desiderio al di là dello spazio e del tempo, ma un virus sconosciuto ha congelato repentinamente tutte le nostre attività o quasi.

Il Coronavirus sanisce il fallimento della globalizzazione materialista

Possiamo dirci allora con onestà intellettuale che questo modello laicista di globalizzazione ha fallito? Possiamo dirci con serenità che questa mercificazione a tutti i livelli degli esseri umani e dei loro rapporti reciproci è il vero cancro della nostra società? Ci hanno convinto che grazie all’azzeramento delle distanze e alla comunicazione in tempo reale avremmo migliorato le nostre vite e soddisfatto tutti i nostri bisogni.

Nell’arco di poche settimane invece ci ritroviamo a sostenere animatamente il divieto assoluto di ogni tipo di spostamento nello spazio, a impedire qualunque tipo di contatto ravvicinato e di interazione sociale, a ridurre i nostri bisogni all’essenziale, deprimendo così i nostri desideri e le nostre ambizioni e rimandandoli ad un domani incerto.

Libertá costituzionali sospese a tempo indeterminato.

Improvvisamente la paura della morte ci ha attanagliato, immobilizzato, resi incapaci di qualunque reazione, se non quella della risposta propria dell’istinto di sopravvivenza. Questa morsa asfissiante ha fatto crollare completamente il castello secolare (in entrambi i sensi) della liberaldemocrazia e dei cosiddetti “valori europei”. Un parlamento ridotto ad un mero strumento di ratifica di un susseguirsi di decreti governativi senza soluzione di continuità e in uno stato di emergenza permanente. Libertá costituzionali sospese a tempo indeterminato.

Libertá di circolazione di uomini e merci ex Convenzione Schengen violata arbitrariamente fino a volatilizzarsi nei blocchi reciproci ai confini. E infine la solidarietà intracontinentale postbellica che avevano sognato i fondatori dell’europeismo che si dissolve (ammesso che sia mai esistita) in ruberie di mascherine e in sporchi giochi finanziari e protezionistici che abbandonano gli Stati piú colpiti dalla pandemia al loro inesorabile destino.

Dall’analisi del mondo reale in cui stiamo vivendo nasce la visione in prospettiva di una società nuova fatta di individui di mezza etá. Con i bambini ignorati nelle loro necessità di base (istruzione, materiale didattico e ludico, psicomotricitá e aria aperta) e gli anziani da sottoporre ad una silente eutanasia di Stato nelle case di cura convenzionate con gli enti pubblici.

Una società facilmente malleabile, senza futuro e senza passato, destinata o all’estinzione o all’implosione nel suo stesso materialismo esistenziale, vera linfa vitale per la passiva acquiescenza al sistema imposto.

Una società in cui peró, auspicabilmente, il trascendente diventerà sempre più fondamentale e in cui, a Dio piacendo, l’affidarsi al divino diventerá una necessità ineluttabile

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