Per curare l’uomo il medico sia anche filosofo

Iatros philosophos isotheos, cosi la massima ippocratica ci ricorda come sia importante per il medico che voglia essere completo e abile nella sua arte, sapersi destreggiare anche nei territori del sapere non strettamente tecnici ma che hanno a che fare con l’umano e con la vita a tutto tondo: il medico sia anche filosofo

Un medico che conosce la sua materia è un bravo tecnico, quello che conosce anche l’uomo, che ne sappia quindi apprezzare il valore come persona e non solo misurarlo come malato, si avvicina all’idea di perfezione degli antichi greci. 

Le “Non Technical Skill” nella medicina moderna

La moderna medicina dei tecnici al massimo della sua possibilità di visione, ha chiamato “Non Technical Skill” tutte quelle qualità umane e attitudinali che non si possono imparare sui libri ma che possono fare la differenza nel lavoro pratico del medico. La sproporzione tra queste due sintesi di uno stesso concetto ne riassume la distanza.

Il massacro della medicina

Nel giro di pochi decenni abbiamo assistito al massacro della medicina come arte da parte della tecnica e dell’economia, in tanti hanno cercato e cercano di tenerne in vita quel che ne rimane, ma sembra che questa volta, al meno di eclatanti cambianti di rotta, siamo vicini alla fine all’idea medicina come l’abbiamo concepita sinora.

La medicina è un’arte libera e liberale

La medicina è un’arte libera e liberale. Essa di basa sulla fiducia e sulla libera scelta da parte del paziente che decide di curarsi e sulla intenzione di cura, rivolta a tutti, da parte del medico. Invece oggi assistiamo allo spettacolo del paziente sempre più obbligato a curarsi, come nel caso delle politiche vaccinali e non solo, e del medico che può sempre meno esercitare le proprie riserve al protocollo stabilito o alla legge dello stato. Questa pratica non può più essere definita pratica medica ne tanto meno arte di curare. In questo modo si medicalizzerà tutti senza curare più nessuno.

La comunità internazionale, che non è mai riuscita, nonostante i proclami, a far diventare l’accesso alle cure mediche un diritto, oggi sembra decisa e straordinariamente determinata, a farle divenire invece un obbligo.

Il lavoro del sanitario ha smesso di essere il momento della scelta di curarsi per divenire invece norma, da gesto squisitamente umano e quindi complesso è divenuto tappa di un processo meccanico sempre uguale per tutti, da scelta intima ed individuale è stato trasformato in obbligo sociale.

Tutto ha bisogno del lasciapassare del medico

Una medicina che con il tempo è diventata sempre più pervasiva nella vita degli uomini, ha invaso tutti gli spazi della vita, dal lavoro allo svago passando per la patente di guida e idoneità varie, tutto abbisogna del lasciapassare del medico: novello esattore. Siamo arrivati a mettere in conflitto il diritto alla studio con quello alla salute. Il ricorso a trattamenti sanitari obbligatori da eccezione stanno diventando prassi: il passo è breve per accettarli come norma.

Morire in casa, un privilegio di pochi

Morire in casa è diventato un privilegio di pochi, chi voglia evitare di essere vessato negli ultimi istanti della vita dovrà studiare bene la propria strategia, possiamo dire che è diventato difficile anche poter morire in santa pace.

Coronavirus: capace di piegare anche i più ostinati

Ecco che questa storia del coronavirus ha reso tutto chiaro cristallino per chi abbia cuore per capire. Il simulacro della medicina viene agitato come un randello davanti al popolo bue per sottometterlo oltre quello che l’economia non è riuscita a fare sinora. La paura della malattia e della morte sanno essere uno strumento molto più pernicioso della paura dell’indigenza, capace di piegare anche i più ostinati.

Il medico sia anche filosofo

Abbiamo bisogno adesso, più che mai di medici filosofi. Capaci di comprendere il senso della loro arte che va oltre il puro tecnicismo, capaci di opporsi e resistere a quest’uso improprio dell’arte ippocratica e alla sua contestuale inevitabile fine.

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