La retorica di Salvini? Niente di più lontano da Dio, Patria e Famiglia

In principio era il consenso e il consenso era presso Dio e il consenso era un dio”. La macchina propagandistica di Salvini potrebbe avere questi versi come motto. Infatti, li persegue con la devozione fideistica di un buon cristiano che recita l’incipit del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.

Nulla, infatti, sembra essere più importante dell’approvazione dell’elettorato. Tutto è immolato sull’altare della divinità del consenso. Anche la divinità stessa. Solitamente, i tre pilastri su cui si fonda la retorica dei movimenti conservatori sono: Dio, Patria e Famiglia. Vediamo, in breve, come sono piegati a fini propagandistici.

Dio. La Lega negli anni ’90 era partita da posizioni neo-pagane e con espressioni di insofferenza nei confronti dell’establishment, rappresentato dalla trinità de “Gli Agnelli, il Papa e la mafia”. La Lega poi, per pura convenienza politica, è stata folgorata sulla via di Damasco, anzi, sulla via del potere verso Roma, accogliendo così il messaggio del Messia.

Anche se, a essere precisi, il processo di conversione è stato inverso: i leghisti non si sono convertiti al cristianesimo, ma piuttosto hanno convertito il cristianesimo al leghismo.

Così, le virtù teologali di carità e speranza sono state cancellate dai loro contrari: odio e disperato vittimismo. Ciò che è rimasto sono i rituali, scevri da ogni ruolo catartico, e un ghiotto serbatoio di simboli religiosi, dotati di una potenza evocatrice straordinaria e capace di offrire un importante riferimento identitario.

Patria. La concezione di Patria della Lega è basata sull’idea di frontiere. C’è la frontiera fisica dei confini nazionali fatta di monti e coste nei confronti di chi accorre da fuori. C’è la frontiera culturale e religiosa verso chi non condivide le citate radici cristiano-giudaiche. C’è la frontiera razziale verso chi ha un colore della pelle diverso. C’è la frontiera politica verso chi la pensa diversamente e non ha diritto di replicare, altrimenti viene messo alla gogna. Poi c’è la frontiera più crudele: la frontiera dell’empatia che teorizza e giustifica la disumanizzazione di altri esseri umani, fino ad augurare loro la morte.
La Lega ha rafforzato il concetto di metus hostilis – il timore del nemico- per creare coesione tra le proprie linee, che si devono unire, perché oltre la frontiera c’è sempre e costantemente una minaccia.

Famiglia. Forse questo è l’aspetto più peculiare di Salvini. Sfugge non solo a ogni buonsenso (tanto osannato dal Capitano), ma contraddice anche ogni istinto animale e biologico di protezione della prole. Il buon Capitano esibisce la figlia Mirta, gettandola nelle fauci della Bestia, pur di stabilire un contatto con l’utente virtuale. Ogni giudizio riguardo questa esperienza spetta solo a lei, una volta che sarà consapevole: magari si rivelerà orgogliosa di aver aiutato il papà a raccogliere voti, magari no. Sta di fatto che non ha mai potuto scegliere se partecipare o meno.

Ironia, una possibile soluzione. Salvini è difficilmente attaccabile, perché ha sviluppato una dialettica aggressiva fatta di slogan, immediata, che si presta benissimo ai ristretti spazi dei dibattiti televisivi ed ai social.
Inoltre, sui social, Salvini dispone di somme ingenti per finanziare la Bestia: secondo un servizio di Report, arriva a spendere cinquantamila euro per la sponsorizzazione di un singolo post.
L’argomentazione, l’articolazione di un pensiero complesso non trova respiro nei talk show, soprattutto se in ambienti ostili per il contestatore (vedi i palinsesti di Porro o Del Debbio), né nelle frenetiche sezioni commenti su Facebook.

Uno strumento estremamente efficace è l’ironia. Questa è una forza devastatrice, che demolisce ogni posizione dogmatica, senza bisogno di argomentare, ed è in grado di assorbire ogni replica, senza risentirne, perché non ha pretese e non offre appigli all’avversario. Un esempio emblematico (anche se forse poco virtuoso) è l’incontro tra Bello Figo e la Mussolini.

Il cantante, nel suo atteggiamento di annoiato cinismo, si è rivelato elusivo e inafferrabile agli attacchi di una inviperita Mussolini. Il feedback dopo l’incontro è stato di gran lunga a favore di Bello Figo.

Nel web, la satira, sotto forma di pagine, troll, profili caricaturali, è utile ad evidenziare il paradosso e le contraddizioni della politica, ridicolizzandola e vanificando ogni tentativo di reazione.  

Ovviamente, l’ironia è uno strumento di critica distruttiva ed è solo il primo passo. Deve seguire una fase propositiva, per riempire il vuoto creato.