Doppio sogno Italia-Egitto la mostra del tenore Raffaele Schettino

Raffaele (Abd el Rauf) Schettino è un musulmano italiano il cui temperamento aritstico si esprime al contempo nell’opera lirica e nella pittura.

D’origine sorrentina Abd el Rauf, si è formato presso il Conservatorio di Salerno. Nel 1998 si è convertito all’Islam e ora vive tra Alessandria d’Egitto e l’Italia. Lo abbiamo incontrato in previsione del vernissage di una sua personale ad Aversa.

Dal 20 Aprile esporrai le tue opere all’ART GALLERY civico103 di Aversa e nella locandina che annuncia il vernissage di parla di “Doppio sogno Italia-Egitto”, vuoi spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta?

È un titolo venuto a mente per segnare il legame che unisce i paesi nella storia e nell’essere mediterranei, ma di più la mia espressione che scaturisce da questo doppio legame. Sono in Egitto da circa 24 anni logicamente non in pianta stabile anche perché il mio lavoro come musicista e cantante di opera lirica all’inizio mi spingeva a muovermi in altri paesi.

Nei miei quadri queste due realtà si esprimono ed esprimono il mio vissuto di gratitudine al Creatore di tanta bellezza.

Quindi tu vivi in Egitto da anni, dove svolgi la tua attività professionale. Com’è la vita di un musulmano italiano in quel Paese? Cioè la società egiziana che frequenti come ti vive e come la vivi tu?

Da italiano musulmano di sicuro per me è più gratificante essere in Egitto, in quanto non ho problemi di culto, e mai ne ho avuti, e anche la mia vita è meno complicata da quando sono qui per vari fattori legati allo stile di vita. Quanto alla lirica, in questo paese è un’arte di nicchia, che investe solo settori molto ristretti della società egiziana. Ma grazie al rigore professionale e all’impegno che mi sono imposto ho potuto cantare ai più alti livelli nei teatri più prestigiosi del Cairo e di Alessandria dove mi sono esibito anche alla grande Biblioteca alessandrina.

Stiamo parlando di te perché oltre ad essere un tenore sei anche un pittore, oltre ai soggetti che hai ritratto in Egitto, in che maniera la cultura di quel Paese ha influenzato, se lo ha fatto, il tuo modo di esprimerti sulle tele.

Alessandria, dove vivo ha qualcosa di Napoli, e viceversa naturalmente, due città mediterranee che hanno visto l’influenza di molte culture e che come tutte le grandi città che stanno sul mare hanno un seno di apertura e un respiro ampio e profondo. Era inevitabile che la mia percezione del mondo e quindi la mia espressività nel fosse colpita e influenzata. Credo soprattutto nei colori e i loro toni e in quel tratto leggero che mi è consono che sembra dire: non fermatevi alla forma, cercate l’anima ovunque

Se dovessi parlare come un critico direi che la mia espressione pittorica risente dell’impressionismo  ma di sicuro con tutta la veracità mediterranea e il forte senso del mondo multicolore e multiforme e multiculturale un po’ come sono  Napoli … e  Alessandria