Covid e guerra per dare il colpo di grazia alla democrazia

Il dibattito sulla democrazia, sui suoi principi non negoziabili e le sue degenerazioni va avanti nel mondo occidentale da circa 2500 anni. Fu Platone il primo a chiedersi se dalla democrazia possa nascere una dittatura cosa che poi storicamente avvenne ai tempi dell’Atene di Pericle quando questi mise da parte la moderazione e la saggezza e cominciò a basare il suo potere sulle passioni e sui desideri mutevoli della maggioranza.

Del resto anche Socrate fu condannato e costretto al suicidio proprio dalla maggioranza dei cittadini e non dalla volontà  di un tiranno e fu condannato proprio per aver accusato i rappresentanti ateniesi di demagogia ed ipocrisia per il plateale modo di manipolare il popolo. L’Agorà ateniese era infatti come molti nostri parlamenti un luogo caotìco dove ogni delegato sfruttava al massimo la propria abilità retorica per ammaliare il pubblico con discorsi spesso slegati dalla reale situazione di vita dei cittadini e viziato da frequenti capovolgimenti di alleanze tra gruppi di interesse che si costituivano e disfacevano in base alla potenza delle lobby dell’epoca. 

Furono poi innumerevoli i teorici della politica che si persuasero della vacuità della democrazia se si considerano soltanto gli aspetti formali e tecnici.

In 2500 anni da questo punto di vista non è cambiato nulla e ben poco possono fare le leggi scritte poiché  spesso vengono superate dalla situazione contingente. Le critiche di Platone e Socrate sono pienamente fondate ed attuali. Ma ad essa si aggiunge un fatto ancora piu grave. Un vero e proprio cambiamento  di Paradigma nel rapporto tra Stati e cittadini e nella concezione dei diritti.  

L’Europa viene in gran parte influenzata dal giusnaturalismo a partire dal XVIII secolo e su di esso si basano in gran parte le Costituzioni moderne che concedono diritti ma con la consapevolezza che essi sono naturalmente iscritti nella condizione umana. I diritti infatti precedono lo Stato stesso sia nella concezione liberale che in quella cristiana (o musulmana) ed il patto che unisce i cittadini a quest’ultimo deve garantirli a pari livello con la sicurezza, altrimenti non sarà più rispettato. Anche se nella concezione liberale a differenza delle altre due i diritti piu importanti della persona umana non sono concessi da Dio, essi sono comunque intangibili e pre-esistono allo Stato: sono inalienabili.. 

Invece in questi ultimi anni si era  fatta strada una concezione dello Stato come parodia di uno Stato etico.

I cittadini stessi si sottomettono al potere perché  scambiano la promessa di sicurezza con parte dei loro diritti individuali ( principio della servitù volontaria descritto dal filosofo francese Etienne de la Boete nel  XVI secolo). Si realizza così un contratto sociale diseguale in assenza dei corpi internedi che gestivano il consenso che oggi è liquido e cangiante. Questa situazione indebolisce il cittadino in relazione ai detentori del potere ed è molto difficile rompere il legame servile anche in presenza di abusi da parte dello Stato. 

Di fatto democrazia e regime ibrido vanno a coincidere in quanto i diritti diventano un elastico da concedere o negare secondo le scelte politiche, geopolitiche o economiche di una ristretta oligarchia. 

I diritti non sono piu naturali ed inviolabili ma sono autorizzazioni revocabili concesse da uno Stato tecnocratico che governa attraverso algoritmi ed I.A. un gregge di individui isolati e sottomessi che non deve piu nemmeno produrre ma solo sopravvivere.  Il metro di misura è l’ideologia del NWO col superamento degli Stati nazionali per raggiungere Stati federali con la distruzione di ogni valore umano tradizionale a favore di un governo  tecnocratico trans umanista, con la repressione sistematica feroce di chi si oppone alle ideologie globaliste ( in primis i popoli non europei ). Per questo il potere diffonde sempre piu paura che diventa insieme alla demagogia e alla repressione, soft o hard secondo le necessità,  il principale mezzo di manipolazione e di divisione  delle masse. A differenza di ciò  che pensano molti tra coloro che vogliono cambiare le cose, la passività delle masse non si basa unicamente sull’ ignoranza e non può essere superata solo dall’informazione e dalla presa di coscienza da parte dei cittadini. 

Impauriti ed atomizzati i cittadini si aggrappano al bastone dell’autorità  tanto più quanto più sono deboli confusi e divisi e chiedono l’uomo forte e maggior potere di repressione da parte dello Stato stesso. Le decisioni dei detentori del potere sono sempre piu prive di razionalità, dettate dalla propaganda e lontane dalla vita dei cittadini. Questi, spaventati dal rischio dell’anarchia e del caos continuano ad obbedire. Un circolo vizioso.

Terrorismo, crisi economica, guerra, pandemia, insorgenza del nazionalismo e del nazismo in forme ripugnanti fin dentro il cuore dell Europa: il caos irrompe nelle nostre vite alimentato dallo stesso  potere che pretende di sconfiggerlo. 

Due anni di privazioni dei diritti costituzionali ed una guerra economica durissima nella quale siamo immersi dal 24 febbraio scorso hanno tolto di mezzo gli ultimi paraventi formali che ci separano da una assurda e antidemocratica militarizzazione della vita che è,  ancora una volta, una scelta politica dei Governi e non una situazione di forza maggiore. Come nel regime staliniano si psichiatrizza la differenza politica: i no vax o i pacifisti diventano pazzi disagiati,  egocentrici nella narrazione dominante. Pertanto Putin non ha invaso l’Ukraina per un motivo geopolitico, ma perché  secondo loro è un dittatore pazzo e malato. In questo modo diventa impossibile impostare una seria discussione su quello che accade perché  si viene totalmente delegittimati cosi come faceva Stalin con gli oppositori che venivano messi in manicomi.

Ma a ribellarsi e a prendere coscienza sono sempre una minoranza  nonostante la nostra vita sia stata rivoltata come un calzino in due anni e mezzo. Una minoranza crescente che nel caso della guerra è diventata maggioranza 

Tutto è  cominciato 22 anni fa con l’attentato alle Torri Gemelle. Gia’ allora cominciarono a crollare alcuni diritti e, per una certa categoria di cittadini, la gestione della questione terrorismo da parte dei Governi in Occidente ed in gran parte del mondo musulmano, portò ad abusi inenarrabili, mentre il fenomeno si espandeva dove arrivavano gli eserciti che dovevano combatterlo. Il sospetto che lo stesso attore giocasse su tutti i tavoli, alimentando con una mano e combattendo con l’altra lo stesso fenomeno, per mantenere il mondo nella paura e strappare  diritti ai cittadini  è assai più che un opinione complottista.

Seguono due anni di pandemia la cui gestione è sotto gli occhi di tutti: il Covid è ancora in giro nonostante lockdown, mascherine e vaccini, ma quello che serviva al potere era il lucro e la paura che sono ancora agenti e presenti nel tessuto sociale con un tentativo di distruzione della socialità senza pari. Ed è peraltro inedito che una guerra, tutto sommato regionale e periferica possa sconvolgere totalmente l’economia europea come questo conflitto in atto. Una guerra anche piu vicina geograficamente come quella in Libia aveva avuto zero impatto sui diritti dei cittadini europei. Dai tempi del maccartismo non avveniva che agisse in Occidente  una censura implacabile ed odiosa, una delegittimazione continua dell’avversario come quella che vediamo contro la cultura russa e nei riguardi degli intellettuali non allineati al verbo atlantista. Una cortina fumogena che rende difficile capire le motivazioni reali che stanno dietro questa  situazione.  

In Francia è uscito l’ultimo libro di Houellebecq intitolato Anaentir, un vero e proprio epitaffio della società  occidentale (si suicidano tutti i protagonisti  tra l’altro per inerzia, abulia, apatia,  ragioni che solo questa società può ammettere) mentre il vecchio Bifo ultimo dei Mohicani in un paesaggio politico desertificato di estrema sinistra, decimato dalla demenza senile e dalla paraculaggine  afferma che l’ultima possibilità  per l’essere umano è la ribelione senza speranza (quindi alla fine un’altra forma di nichilismo ) e che ormai la spinta propulsiva della civiltà  dell’uomo bianco si è esaurita. E meno male !

 Nonostante ciò siamo ormai di fronte ad un tentativo di deglobalizzazione di fatto, con l’esclusione di una buona parte dei paesi ormai emersi dell’Asia dell’Africa e dell’America Latina dai rapporti politici ed economici normali in Occidente a trazione atlantista per strappare l’Europa Occidentale al suo destino geopolitico e ridurla un appendice del mondo anglosassone.Prima o poi gli americani si troveranno di fronte la resistenza delle classi produttive europee che non hanno alcuna intenzione di morire per le manovre geopolitiche di zio Sam. Speriamo  che l’ Europa si risvegli e si ricordi delle sue radici religiose e dei suoi principi etici se ne ha ancora.

Tuttavia ne dubito, e penso che noi musulmani potremmo essere una speranza per gli Europei se solo ci liberassimo di tutte le illusioni mal riposte in questa “civiltà”.