Un passaporto vaccinale internazionale all’orizzonte? L’accordo di Bali del G20 e le implicazioni per la privacy e la sovranità nazionale

La dichiarazione d’intenti sottoscritta dal Governo italiano a Bali nel novembre 2022 in occasione del G20 menziona l’importanza di standard tecnici condivisi e metodi di verifica per facilitare i viaggi internazionali e il riconoscimento di soluzioni digitali e non digitali, tra cui la prova di vaccinazione (art.23) “Riconosciamo l’importanza di standard tecnici e metodi di verifica condivisi, nel quadro dell’IHR (2005), per facilitare viaggi internazionali senza soluzione di continuità, interoperabilità e riconoscimento di soluzioni digitali e soluzioni non digitali, inclusa la prova delle vaccinazioni.”

La portata della dichiarazione d’intenti di Bali

Siamo portati ad interpretare questo come un impegno per la creazione di un passaporto vaccinale internazionale, che potrebbe essere richiesto per viaggiare. Il documento fa anche riferimento all’uso di sistemi di controllo come l’identità e i certificati digitali. L’accordo, che diventerà operativo nel 2024, sembra in contrasto con le decisioni del Governo e del Parlamento riguardo all’abolizione dell’obbligo vaccinale e del “green pass”. Bisogna notare che non solo non è stato effettuato alcun tipo di consultazione dei cittadini o dibattito parlamentare in relazione a questo accordo, ma neppure il sistema dell’informazione mainstream ha fornito approfondimenti sufficienti per comprendere le potenziali implicazioni sulla vita delle persone. Per giunta, se il Governo firmasse questo accordo, l’Italia per norma costituzionale sarebbe costretta ad attenervisi senza necessità di consultare il Parlamento. Il Governo italiano sta quindi valutando la possibilità di firmare un contratto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, se completato, potrebbe conferirle il potere di accentrare le decisioni relative al controllo della diffusione dei patogeni e di dirigere le operazioni per controllare i cittadini in base alle direttive ritenute necessarie, anche nei singoli Paesi.

OMS: una istituzione che non da fiducia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è un’istituzione intergovernativa sovranazionale dell’ONU che si occupa della salute globale. Il suo budget è finanziato in parte dagli Stati che vi partecipano (14%), mentre una parte significativa proviene da donazioni. Tra i principali finanziatori privati ci sono la Fondazione Bill e Melinda Gates e GAVI Alliance, entrambe con forti interessi nel settore dei vaccini e dei farmaci. Inoltre, alcune case farmaceutiche e i Governi di alcuni Paesi hanno interessi diretti nei vaccini Covid-19. Questo fa sì che l’OMS non possa essere considerata indipendente a causa di conflitti d’interesse che coivongono suoi finanziatori, al punto che possono avere un forte impatto sulle sue scelte e decisioni.

C’è inoltre un’assoluta mancanza di trasparenza sulle dinamiche che hanno portato ad accordi tra multinazionali del farmaco e istituzioni politiche, ai contratti miliardari per gran parte segretati e alle, a dir poco incerte, modalità di esecuzione dei trial clinici da parte dell’industria del farmaco. L’OMS, che ricordiamolo è in parte finanziata da privati con forti interessi nel settore specifico manterrebbe il potere assoluto di dichiarare una pandemia o una crisi sanitaria utilizzando i propri criteri non negoziabili e potrebbe anche stabilire le regole e gli strumenti gestionali per i paesi aderenti. Tutte le prerogative e i poteri attualmente in capo al Ministro della Salute e alle Regioni per la gestione delle epidemie e delle crisi sanitarie sarebbero ceduti all’OMS. La Commissione UE ha già recepito il documento programmatico in attesa della firma del contratto da parte dei singoli paesi.

Un’ulteriore e indesiderata cessione di sovranità popolare

Denunciamo la mancanza di un dibattito pubblico a proposito di un atto cosi importante a pochi giorni dalla sua possibile sottoscrizione: data presunta 27 Febbraio prossimo. Se il governo dovesse ratificare tale accordo violerebbe palesemente il programma di intenzioni con il quale ha chiesto mandato ai cittadini. Il precedente costituito dall’accordo firmato in occasione del G20 di Bali giustifica una certa sfiducia verso l’attuale Governo e consiglia una particolare attenzione al suo operato.

Nonostante che tutti i popoli del mondo non vedano di buon occhio ulteriori cessioni di pezzi di sovranità nazionali ad organi internazionali, questa tendenza sembra non avere freno incurante della volontà dei cittadini e del mandato che questi danno ai loro governi.