Radiato il dott. Gava: quando l’ordine dei medici diventa l’inquisizione

Il 30 settembre di quest’anno la Commissione Centrale per gli Esercenti e le Professioni Sanitarie, ha rigettato il ricorso del dottor Roberto Gava contro la propria radiazione, emessa dall’ordine dei medici di Treviso nell’Aprile 2017, imponendo quindi la massima pena possibile prevista per la professione medica.

Un argine contro la cialtroneria

L’ordine dei medici è un organo che dovrebbe avere due principali finalità. La prima è quella di garantire livelli assistenziali e proteggere la popolazione nei confronti di ogni sorta di abusivismo e ciarlataneria. Chi però si possa proporre come competente riguardo la salute sia individuale sia collettiva non è affatto scontato. Nell’antica Grecia il medico responsabile della salute pubblica veniva nominato per acclamazione, il candidato doveva contare sulle proprie capacità oratorie più che su delle competenze specifiche. In Italia già Federico II con un editto del 1224, precursore anche in questo, diffidava dal praticare l’arte medica tutti coloro che non fossero stati diplomati presso l’università medica di Salerno. Anche a Firenze furono fondati nel ‘300 i cosiddetti collegi dei medici e degli speziali onde contenere pratiche che potessero essere dannose. Questa importante funzione sociale dell’ordine dei medici, come tutti i poteri, dev’essere equilibrata da alcuni limiti

Il confine labile tra controllo e oppressione

L’ambito medico è per sua natura in continua evoluzione tanto più nella nostra società, dove le competenze vengono di fatto sempre più parcellizzate. Esistono tante altre categorie professionali oltre a quella dei medici che si occupano in varia maniera e diversi ambiti di salute, come quella delle professioni ostetriche, quella dei fisioterapisti, quella degli psicologi. In passato la ricerca di standard professionali ha avuto come effetto quello di amputare filoni di ricerca potenzialmente importantissimi, un esempio eclatante lo abbiamo avuto negli Stati Uniti D’America all’inizio del secolo scorso, quando la necessità di mettere ordine nel marasma delle professioni mediche, escluse l’osteopatia allora nascente e oggi prepotentemente alla ribalta grazie ai propri innegabili benefici, da qualsiasi ufficialità accademica.

Insomma tra ordine e oscurantismo il passo è breve. La presa di coscienza di come un unico punto di vista non possa abbracciare tutto, ha portato la maggioranza degli ordini dei medici alla necessità di dotarsi di apposite commissioni per la gestione delle cosiddette medicine alternative o non convenzionali. L’agopuntura rappresenta una di queste medicine che, nonostante la propria distanza dalla concezione fisiopatologica attuale, è stata accettata anche senza nessuna verifica “scientifica”. La formazione e i benefici testimoniati dai numerosi medici praticanti in Italia e nel mondo è giustamente garanzia sufficiente per accogliere questa scienza all’interno delle pratiche ritenute lecite.

Indipendenza del medico come valore socialmente imprescindibile 

La seconda finalità essenziale dell’ordine dei medici, dovrebbe essere quella di garantire l’indipendenza dei propri iscritti ovvero l’autonomia dal giudizio esterno. Non a caso durante il fascismo l’ordine fu svuotato della sua indipendenza rendendolo di fatto poco più di una specie di sindacato.   

Come operano gli ordini dei medici oggi? Il caso Gava

Ci sembra che oggi questa preziosa istituzione ottemperi poco e male alle sue finalità, la radiazione di medici dai propri albi per quello che può essere definito un delitto di opinione, non è cosa nuova e il caso del dottor Roberto Gava ci sembra a questo riguardo clamoroso. Non si ha notizia di cattiva pratica medica da parte di Gava, né tanto meno si può parlare di incompetenza, basterebbe leggere il suo curriculum professionale per capire che ci si trova di fronte ad un professionista più che formato nonché autore di molte pubblicazioni nelle quali argomenta in modo approfondito le proprie opinioni. La vera colpa del dottor Gava sembra essere quella di aver toccato il tema dei vaccini.

Non vi è altrettanto zelo giustizialista da parte dei vari ordini nei confronti di medici, anche passati in giudicato, per abusi o truffe di cui la cronaca spesso ci informa. Se gli ordini non accettano tutto ciò che non possono condividere, allora ci dovremmo aspettare che essi si scaglino con altrettanta forza contro agopuntori, osteopati, naturopati in una crociata per il trionfo di quella che sembra essere ritenuta la sola unica verità scientifica concepibile.

Diversamente siamo obbligati a concludere che qui la battaglia è ideologica e l’affronto non tollerato perché maturato all’interno del proprio ambito e quindi di fatto messo a tacere nell’unico modo possibile, cioè con la prepotenza.

Questa vicenda inoltre testimonia una volta di più anche l’appiattimento degli ordini dei medici alle politiche governative o forse ancora peggio industriali e quindi come essi siano ormai venuti meno alla loro indipendenza. La questione vaccini sembra una questione sulla quale non sia possibile il dissenso e l’unica sul tavolo dei diversi ordini dei medici. Eppure argomenti etici importanti, come quelli aperti dallo sviluppo tecnologico, sui quali discutere ce ne sarebbe a bizzeffe, come ad esempio l’introduzione dell’intelligenza artificiale in medicina, ma non sembra esserci vita su questo pianeta. Ci sembra quanto mai sintomatico che lo scandaloso accordo siglato da Sanofi Italia, cioè una importante industria farmaceutica, con la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) e la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), il quale farà sì che l’industria farmaceutica si occuperà di formare i nostri medici di medicina generale, non abbia suscitato riserve di sorta da parte di nessun ordine dei medici della nostra penisola. Eppure il conflitto di interessi, e con esso anche il pregiudizio arrecato al buon nome della categoria, è ben evidente e inaccettabile per chiunque abbia un po’ di sale in zucca. 

La necessità di riordinare gli ordini dei medici

Abbiamo bisogno di ordini dei medici che abbandonino il clima inquisitorio assunto negli ultimi anni a favore di una maggior equilibrio di posizioni, equilibrio sempre più necessario in una società che sta affrontato delle sfide sanitarie importanti. La nostra società abbisogna altresì di ordini dei medici che sappiano recuperare la propria indipendenza per appropriarsi di un ruolo critico socialmente fondamentale nei confronti di una sanità schiacciata tra interessi economici e sfide bioetiche inedite.