The Economist: in difesa del Qatar e dei mondiali

Pubblichiamo questo articolo apparso sull’edizione del 19 Novembre 2022 dell’Economist con il titolo originale di: In defence of Qatar’s hosting of the World Cup

I lavoratori migranti vengono spesso trattati molto male. C’è molta meno libertà sessuale rispetto ai Paesi occidentali. Non è una democrazia. Queste affermazioni sono vere per il Qatar, paese nel quale sono iniziate le finali della Coppa del Mondo di calcio. Sono vere anche per la Russia, che ha ospitato la precedente Coppa del Mondo, e per la Cina, che ha ospitato le ultime Olimpiadi, lo scorso inverno. In realtà, il Qatar è un Paese molto più adatto ad ospitare un grande evento sportivo rispetto agli altri due.

Nella migliore delle ipotesi, i critici occidentali della decisione di assegnare i giochi al Qatar non riescono a distinguere tra regimi veramente autoritari e regimi semplicemente imperfetti. Nel peggiore dei casi, invece, si tratta di un cieco pregiudizio. Molti degli opinionisti indignati sembrano semplicemente non amare i musulmani o i ricchi.

Il Qatar non sarà una democrazia, ma non è il paese spregevole e dispotico di cui si parla negli editoriali da cartone animato. Il precedente emiro, senza alcuna pressione popolare, ha introdotto una sorta di elezioni. Ha anche creato un canale di news, Al Jazeera, che è più onesto e obiettivo dei suoi rivali arabi, anche se ci va piano con il Qatar stesso. È una situazione ben diversa dalla Russia di Vladimir Putin, dove si viene mandati in carcere per aver descritto la guerra in Ucraina come una guerra, per non parlare della sua denuncia. E vi è un abisso di differenza anche tra Qatar e Cina, dove non viene tollerato alcun cenno di dissenso politico. La giunta argentina che ospitò la Coppa del Mondo nel 1978 gettava i critici del regime dagli elicotteri.

Il mondo guarda con una lente distorta anche ai lavoratori migranti del Qatar. Da un lato, l’emirato è più aperto alla manodopera straniera rispetto all’America o a qualsiasi altro Paese europeo. I nativi del Qatar rappresentano solo il 12% della popolazione, una percentuale che i Paesi presumibilmente più illuminati non tollererebbero. Sebbene questi immigrati siano talvolta maltrattati, la maggior parte di essi percepisce salari che cambiano loro la vita, ed è per questo che molti vogliono venire qui. E mentre il fatto di aver ospitato per ben due volte le Olimpiadi non ha reso la Cina più democratica, la possibilità di ospitare la Coppa del Mondo ha portato in Qatar ad un miglioramento delle leggi sul lavoro.

Anche l’affermazione secondo la quale il Qatar sia un covo di omofobia è fuorviante. Il sesso tra omosessuali è illegale, è vero, ma lo è anche tutto il sesso che avviene al di fuori del matrimonio. Tuttavia, ci sono pochi procedimenti giudiziari per la violazione di queste leggi. Tali leggi così conservatrici, ma raramente applicate, sono comuni in gran parte del mondo in via di sviluppo e in quasi tutti i Paesi musulmani. Il Qatar non si distingue da questi.

Poi ci sono le affermazioni secondo cui il Qatar avrebbe disseminato di corruzione la sua strada verso il successo nell’aggiudicazione della Coppa del Mondo. Potrebbe essere vero, anche se non è mai stata accertata pubblicamente alcuna prova evidente. Ma se così fosse, questo la dice lunga a proposito della FIFA, l’organismo che governa il calcio internazionale, e del Qatar. Il mondo avrà sempre Paesi ricchi; ha bisogno di autorità sportive in grado di proteggersi da influenze indebite.

L’argomento più forte utilizzato contro il Qatar, in quanto paese ospitante, è quello dell’ambiente. Con il surriscaldamento globale, sembra una follia far arrivare legioni di giocatori, tifosi e accompagnatori per farli correre in stadi nuovi di zecca, con aria condizionata, su erba mantenuta da acqua desalinizzata. L’affermazione dei padroni di casa secondo cui l’evento sarà a zero emissioni di carbonio è dubbia. Ma questo è un problema per tutti i grandi eventi sportivi, in una certa misura. Grazie ad un’ingegnosa tecnica, il raffreddamento degli stadi non è così inquinante come si potrebbe immaginare. E i 3,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica che la FIFA afferma che il torneo emetterà sono solo lo 0,01% delle emissioni globali emesse quest’anno.

A meno che la FIFA non voglia far giocare il torneo soltanto tra Finlandia, Norvegia e Svezia, non può farlo sempre disputare in un luogo senza nessun problema. L’idea di portare la Coppa del Mondo in tutto il mondo è giusta. Il Medio Oriente è pieno di tifosi, ma non aveva mai ospitato l’evento prima d’ora. Non lo ha mai fatto nessun Paese musulmano. Se mai la Coppa del Mondo si doveva tenere in un luogo del genere, il Qatar è una scelta perfettamente azzeccata.