Il Cavaliere di Andalusia. Ecco il primo capitolo del nuovo racconto seriale fantasy online ogni settimana sul nostro quotidiano

Benvenuti, avventurieri e sognatori, in un mondo di meraviglie e incanto, dove le stelle danzano nel cielo notturno e le terre sono permeate da segreti ancestrali e divini e dove ogni evento nasconde simboli profondi ed ogni storia cibo spirituale. Preparatevi a immergervi in un’epica avventura nel Regno di Andalusia, dove il destino di eroi e nemesi è intrecciato in un intricato tappeto di simbolico misticismo pedagogico e mistero.

Ogni settimana, in queste pagine virtuali, seguiremo le gesta di Abqar Al-Siqilliyy, un giovane cavaliere che con il suo fedele compagno al fianco e il coraggio nel cuore dovrà affrontare sfide inimmaginabili, trascinando con sé i lettori in un viaggio attraverso terre di magia e pericoli, dove ogni virgola è un incantesimo e ogni punto una spada sguainata.

Nelle pagine che seguono, incontreremo personaggi leggendari e creature mistiche, vedremo forze oscure al lavoro e speranze brillare come stelle lontane. In questo mondo, nulla è ciò che sembra e tutto è possibile. Così, stringete le redini della vostra immaginazione e preparatevi a vivere un’esperienza unica, poiché ogni capitolo sarà un passo avanti verso la scoperta di segreti profondi e avventure epiche nel Regno di Andalusia.

I racconti saranno anche arricchiti da straordinari animazioni sviluppate dall’autore con l’intelligenza artificiale Dall-E.

Siete pronti, cari lettori? Le porte della fantasia sono spalancate, e il viaggio sta per iniziare. Siate coraggiosi, siate curiosi mentre vi immergete nella prima tappa di questa straordinaria avventura. Bismillah.

A proposito dell’autore

Sabri Ben Rommane è attivista per i diritti dei musulmani ed editorialista del quotidiano La Luce News. Gli interessi di Ben Rommane includono filosofia, politica, teologia e sociologia.

Ben Rommane è l’autore di Dalla Rabbia e l’orgoglio all’umiliazione e la sconfitta: come gli Afghanistan Papers di Craig Whitlock rivelano la portata del terrorismo neo-colonialista occidentale; de La liceità della pena capitale oggi: una riflessione sui quadri di riferimento; e de Il sacerdote in camice bianco e lo spettro scientista: Una recensione critica de La Congiura dei Somari di Roberto Burioni.

Ben Rommane è anche l’autore di vari saggi brevi per il quotidiano La Luce News su temi come islam e schiavitù, l’età di Aisha, il velo islamico, e la questione dei Banu Quaryza.

Ben Rommane lavora nel settore dell’educazione, della comunicazione e management ed ha una laurea specialistica in Politiche globali e relazioni euromediterranee con una tesi sull’uso duale (civile e militare) del linguaggio.

Con questo seriale a cadenza settimanale Ben Rommane si cimenta nel mondo della narrativa invitando i lettori in una lettura fantastica e coinvolgente ispirato dallo stile simbolico e pedagogico di P. Coelho e di lavori italiani come Il Lupo e La Luna di P. Buttafuoco. Buona lettura e rimanete sintonizzati!

CAPITOLO 1 – Abqar, o pioggia di meraviglia

“Yallah Sakb!”

Le due guardie appostate sulle mura della medina avvistarono all’orizzonte il polverone alzato dal giovane e dal suo fedele destriero.

I due credettero per un attimo che si trattasse di una tempesta a causa della percezione distorta derivante dalle poche ore di sonno come è tipicamente il caso per chi è di guardia la notte.

“Salam alaykum!” disse una delle guardie quando il giovane cavaliere giunse sotto le mura. “Cosa ti porta qui con tutta questa fretta?”

Il giovane spostò il turbante del volto mostrando un fiero sguardo prima di rispondere alle due guardie.

“Wa alaykum as-salam! Sono giunto qui per il mio cavallo. Il mio Sakb è un fedele amico, un regalo dell’Altissimo e senza il quale tenere a bada i banditi al confine sarebbe stato impossibile.” Il giovane scese da cavallo prima di continuare. “Sono Abqar Al-Siqilliyy, e sono giunto per far visitare il mio destriero presso la scuderia di Haji Sari’a.”

Le due guardie si guardarono a vicenda accigliandosi e sorridendo prima che uno dei due iniziasse a scendere per aprire il portone mentre l’altro rispose al giovane. “Marhaban bik, ghulaam! Sei il benvenuto, ma che Allah ti assista con Haji Sari’a. La sua scuderia sarà la migliore di tutta l’Andalusia, ma a meno che tu non sia figlio dell’Emiro o non abbia con te cento dinari temo che il tuo viaggio sia stato a vuoto.”

Il giovane si avvicinò al portone che si aprì. La guardia che uscì controllò il carico sul cavallo trovando l’equipaggiamento necessario per il viaggio che Abqar portò con sé. “Ho intenzione di gareggiare col Haaj ed ottenere come ricompensa la cura del mio cavallo.” Il commento del giovane fu pronunciato con decisione e senza alzare la voce o con superficiale arroganza, del resto il cavaliere non ne aveva bisogno.

La guardia che scese ad aprire il portone si mise a ridere di gusto mentre l’altro sulle mura che non aveva bene udito il giovane osservò curioso cercando di capire quale barzelletta il giovane avesse detto per far ridere così l’amico.

“Procedi akhi  ed attento ai colpi di sole. Visto che non riuscirai ad ottenere ciò per cui sei venuto ti auguro almeno di goderti la città. I giardini pubblici sono meravigliosi, i mercati pieni di merce, e se non sei ancora sposato forse troverai l’amore qui. Sono sicuro che un giovane sognatore e  cavaliere come te non avrà problemi a far innamorar di sé le giovani della città né ad ottenere il consenso dei loro familiari.”

“Yallah ghulam, bismillah!” Il soldato diede allora una pacca sulla spalla del giovane che guidando Sakb per le redini si fece strada nella madina.

Le sinuose strade erano gremite di genti le cui voci inebriavano le orecchie di chiunque giungesse nella città in cerca di avventure, di opportunità, di affari, e raramente di sé stessi come nel caso di Abqar.

Dopo il lungo viaggio il giovane si diresse verso il centro della madina dove la moschea era situata e in cui si trovava la locanda in cui i viaggiatori erano soliti rifocillarsi e riposare durante la loro permanenza.

Dopo aver legato il suo cavallo nelle piccole scuderie della locanda ed aver acquistato un stanza, il giovane si sedette per cibarsi di pane, datteri e latte, un mix insolito nella regione ma che Abqar amava profondamente in quanto gli ricordava la sua infanzia.

“Che buon cibo! Sei nuovo di qui eh ghulam? Non ti ho visto prima da queste parti.” Disse un uomo anziano avvicinandosi al giovane sorridendo e sedendosi con lui al tavolo.

“Ma sha Allah,” rispose il giovane in risposta al commento dell’anziano sul suo cibo “wa salam alaykum. Sì, sono qui per un viaggio d’affari.”

Il volto dell’anziano cambiò quasi impercettibilmente per un secondo tale da sembrare infastidito dal dhikr del giovane. Abqar lo notò ma non gli diede troppo conto pensando che fosse solo una sua impressione.

“Mi sono avvicinato perché non ho potuto non notare il destriero al tuo arrivo, un magnifico animale di cui devi essere fiero.” disse l’anziano.

“Ma sha Allah.” ripeté il giovane questa volta in risposta al complimento verso Sakb e sentendosi leggermente infastidito dalla compagnia dell’anziano il cui volto però non faceva trasparire alcuna animosità.

“Sai giovanotto, anche io sono un viaggiatore come te. Lavoro nel settore del commercio dei cavalli e devo ammettere che non ho mai visto un cavallo come il tuo. Voglio dunque essere sincero con te, voglio acquistarlo. La persona per cui lavoro è un commerciante molto ricco ed estremamente appassionato di cavalli. Li tratta meglio dei suoi figli e della sua moglie!”

Abqar finì  in quel momento il suo piatto per potersi alzare e lasciare la conversazione il prima possibile, non avrebbe mai venduto il suo destriero.

“Lo so cosa pensi.” Disse l’anziano. “Hai paura che il tuo destriero non venga trattato bene o che non ne troverai uno simile. In vero, ho un altro destriero più giovane del tuo ma con il prospetto di diventare veloce come un fulmine. Vendimi il tuo cavallo e lo comprerò per cento dinari ed in più ti darò il cavallo che ho con me. Al mio padrone interessa la collezione dei destrieri più belli di ogni razza mentre avverto che a te non interessi la vanagloria ma la praticità.”

Il giovane sentendo l’offerta fu quasi tentato a cedere. Con quella somma avrebbe potuto richiedere i servigi del Haaj ed in più avere un destriero nuovo di zecca. Il sorriso costante dell’anziano aumentò accompagnato dalle molte rughe nel suo volto che davano l’impressione che egli indossasse una maschera di cera che sarebbe potuta cadere sciogliendosi da un momento all’altro.

Dopo un minuto di silenzio il giovane sorrise e rifiutò salutando l’anziano e dirigendosi verso la moschea per la preghiera e poi nelle sue stanze per riposare. Non avrebbe mai abbandonato il suo fido destriero, e se quel momento sarebbe mai arrivato Abqar sapeva che sarebbe stato lo stesso Sakb a dirgli che era il momento di separarsi. Quanto all’anziano, senza battere ciglio annuì verso il giovane e non si fece più vedere nei dintorni dopo quel giorno. Chiedendo in giro Abqar scoprì che l’anziano, che si faceva chiamare Yashtaan, arrivò lo stesso giorno del giovane prenotando una stanza per una sola notte, una cosa strana che nessun viaggiatore avrebbe mai fatto. La stanza non fu neanche mai utilizzata.