Mussida e la rieducazione emozionale nel carcere minorile Beccaria

Nel carcere minorile Beccaria di Milano è attiva la rieducazione emozionale dei detenuti mediante i percorsi di ascolto musicale del progetto Swimmer. Si tratta dell’ultimo avanzamento della ricerca sul rapporto tra musica ed emozioni condotta dal CPM Music Institute fondato da Franco Mussida. 

Venerdì 13 febbraio, nel Teatro Puntozero Beccaria di Milano, è stato presentato il Progetto Swimmer – Nuotare nel mondo delle emozioni. Si tratta di un’evoluzione del Progetto CO2 che già da anni propone ai detenuti di diversi penitenziari italiani percorsi di ascolto consapevole fornendo una ricchissima audioteca ed un software di navigazione istallato su apposite postazioni. La particolarità di Swimmer è quella di essere pensato per l’ascoltatore molto giovane a cui viene offerto una sorta di aperitivo che precede la fruizione dell’audioteca di CO2. Inoltre, Swimmer arriva ai giovani detenuti solo dopo che CO2 è stato collaudato per anni sugli adulti. Questa consequenzialità presuppone la consapevolezza del potere della musica e della maggiore fragilità dell’ascoltatore giovane rispetto a quello adulto. L’orizzonte di scopo è una vera e propria innovazione sociale che, mediante la musica, punta ad una trasformazione positiva della persona, delle relazioni e quindi della società. L’innovatore in questione è Franco Mussida col suo CPM Music Institute. 

Il rapporto tra musica ed emozioni

Da decenni lo storico chitarrista della PFM Franco Mussida indaga il rapporto tra musica ed emozioni di cui si occupano i ricercatori del CPM Music Institute da lui fondato. Mussida ha da poco pubblicato un libro dove presenta in maniera dettagliata un modello di rappresentazione che scompone da un lato il codice musicale e dall’altro la dimensione emozionale dell’essere umano per poi descrive i meccanismi della relazione tra questi due mondi. I penitenziari sono da sempre il terreno di indagine prediletto per questa ricerca perché Mussida li considera “come un laboratorio di Formula 1, dove tutto ciò che è emotivo si esaspera ed ha bisogno di essere compreso, gestito, governato”.

Il progetto CO2

Il metodo di ascolto consapevole del progetto CO2 ha ricevuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica ed è stato indagato scientificamente nell’ambito del progetto triennale di ricerca CO2 – Controllare l’odio finanziato dalla SIAE e in collaborazione col Ministero di Grazia e Giustizia. Al termine della prima fase sperimentale i presupposti del progetto, la metodologia adottata, ed i primi risultati sono stati presentati dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pavia nel convegno Le chiavi nascoste della musica e sono riportati nell’omonimo libro. Negli istituti penitenziari dove ora CO2 funziona a regime è possibile accedere ad un’audioteca con migliaia di brani di musica strumentale suddivisa non per generi musicali ma per stati d’animo. La fruizione avviene mediante iPad ed utilizzando un software con cui si seleziona appunto uno stato d’animo, la scelta è tra nove stati prevalenti, successivamente poi si sceglie uno dei brani associati allo stato d’animo selezionato. Dopo ogni ascolto il software accompagna alla valutazione degli aspetti formali del brano ascoltato e del suo potere emotivo sull’ascoltatore. Questo al fine di aumentare la consapevolezza dei propri stati emotivi.

Il progetto Swimmer

Per gli ospiti del carcere minorile Beccaria è stato appositamente realizzato un percorso-aperitivo che precede l’accesso all’audioteca CO2. Per Mussida “durante l’adolescenza la musica è una luce nel buio di una sensazione che prima o poi prende tutti, quella di velate solitudini o malinconie… la musica è quella materia vibrante che sa illuminare il nostro pianeta interiore senza impegnarci in relazioni personali, una lampada accesa sulla nostra realtà emotiva, ce la fa percepire in tutta la sua verità. La formazione emotiva dell’ascoltatore si può dire parta proprio da qui: dall’adolescenza… La musica per i ragazzi è come l’acqua per le piante”. A partire da queste considerazioni, Swimmer introduce i ragazzi all’ascolto consapevole dell’audioteca di CO2 con uno step aggiuntivo iniziale. Quando il giovane ascoltatore accede al terminale di Swimmer il percorso parte da ciò che a quell’età si ama di più: “il ritmo, il movimento, le cadenze ritmiche”. La prima iterazione col software prevede di esprimere una preferenza tra alcuni video in cui viene suonata solo la batteria ed in cui vengono eseguiti ritmi di diversi generi musicali. Dopo questo momento di visione c’è un momento di solo ascolto abbinato ad un particolare clima emotivo corrispondente ad un colore che deve essere selezionato a video. A questo punto si dovrà scegliere tra diversi brani eseguiti da pianoforti, organi e tastiere, musica fatta di sola armonia senza alcun accompagnamento ritmico ed associata al colore-clima selezionato. Infine, viene proposto all’ascoltatore un brano che è funzione del ritmo e dall’armonia scelti e che vuole creare “un dialogo tra il tempo del fare, cioè il ritmo, ed il tempo del contemplare, cioè l’armonia”. Il percorso guidato di Swimmer può essere visto quindi anche come una sorta di composizione musicale assistita che viene restituita all’ascoltatore e che corrisponde al suo stato d’animo in quel momento.

L’innovazione sociale 

Quella di Franco Mussida, in generale, è una visione a tutto tondo che vuole assegnare alla musica un ruolo nuovo, una proposta che presuppone anche una riforma dell’insegnamento musicale nelle scuole: “In questa nuova veste la musica, in quanto elemento bonificatore della sfera emotiva, potrà essere uno straordinario viatico, se non un elemento fondante, per dar corpo ad una nuova forma di ecologia, una ecologia salutare per l’uomo e per l’organismo sociale: l’Ecologia dei Sentimenti”. Nel presentare Swimmer Mussida si dichiara convinto che quello realizzato nelle carceri sia “un modello da replicare che può avere una forte ricaduta positiva per l’intera società” e spera “che il prodotto educativo che esce da questi luoghi, possa essere fruito dal pubblico tutto. A questa opera di presa in carico, e divulgazione delle esperienze maturate, penso debbano contribuire anche le migliori forze della vita civile e pubblica”. Sarebbe bello se questo appello non cascasse nel vuoto, anche perché la nostra dimensione emotiva è comunque tempestata da stimoli sonori quasi mai finalizzati al suo benessere. Basti penare ai jungle pubblicitari o alle sonorizzazioni dei centri commerciali, classici esempi di utilizzo del suono ai fini della persuasione all’acquisto. Oppure all’abuso delle basse e bassissime frequenze nelle sale cinematografiche e nella musica di consumo contemporanea caratterizzata anche dall’uso estensivo di ritmi ossessivi, il tutto con effetti dannosi per la nostra affettività che viene schiacciata da questi stimoli rivolti alla “pancia”. Sarebbe quindi quasi urgente riscoprire un utilizzo della Musica orientato a quello che Mussida chiama Pianeta degli Affetti (soggettivi) e delle Emozioni (universali).